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Altri due mesi per valutare la capacità di intendere e volere di alessia pifferi nel processo d’appello

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Il processo d’appello per alessia pifferi, condannata in primo grado all’ergastolo per la morte della figlia di 18 mesi lasciata morire di stenti, prosegue con una nuova proroga. La corte d’assise d’appello di milano ha deciso infatti di concedere altri due mesi ai periti incaricati, rinviando il deposito della relazione al 27 agosto. Il caso torna così sotto i riflettori mentre si avvicinano le udienze decisive previste tra settembre e ottobre.

Proroga dei termini: motivazioni e figure coinvolte nella perizia psichiatrica

La decisione della corte d’assise d’appello arriva su richiesta dei tre esperti nominati dai giudici: lo psichiatra giacomo francesco filippini, la neuropsicologa nadia bolognini e il neuropsichiatra infantile stefano benzoni. Il loro compito è accertare se alessia pifferi soffra o meno di un disturbo cognitivo che ne abbia compromesso la capacità di intendere e volere al momento del fatto. Questa ipotesi è stata avanzata dalla difesa durante l’intero procedimento.

Nel primo grado del processo invece, i giudici avevano escluso questa possibilità ritenendo pifferi pienamente responsabile delle proprie azioni. L’ulteriore approfondimento richiesto mira a chiarire meglio questo aspetto cruciale prima che si arrivi a una sentenza definitiva in appello. I tempi sono stati quindi estesi fino alla fine dell’estate, con il deposito previsto entro fine agosto.

Calendario delle prossime udienze e prospettive processuali

Dopo il deposito della relazione dei periti fissato entro il 27 agosto 2025, gli specialisti saranno ascoltati in aula il 24 settembre a milano. In quella sede potranno spiegare direttamente ai giudici le conclusioni sulle condizioni mentali dell’imputata durante l’evento tragico.

Il processo proseguirà poi verso la possibile sentenza finale prevista intorno al 22 ottobre dello stesso anno. La decisione attesa riguarda non solo l’eventuale conferma o modifica della condanna all’ergastolo ma anche un eventuale riconoscimento dell’incapacità parziale o totale che potrebbe cambiare profondamente l’esito del procedimento penale.

Reazioni familiari: dolore ancora vivo dopo quasi tre anni dalla tragedia

Fuori dall’aula si sono registrate parole cariche di emozione da parte dei familiari coinvolti nel dramma. viviana pifferi, sorella dell’imputata e parte civile nel processo ha espresso scetticismo riguardo alla possibilità che venga riconosciuta un’incapacità mentale alla donna.

Ricordando che a metà luglio ricorrerà il terzo anniversario della morte della bambina ha descritto come quel ricordo resti doloroso ogni giorno: “Quando vado in giro penso sempre a quella bambina sola nel lettino mentre la mamma era fuori”. Queste parole sottolineano quanto ancora sia vivo lo strazio causato da questa vicenda nelle persone più colpite dal lutto ed evidenziano la dimensione umana dietro le fasi processuali ora in corso.

L’attesa delle prossime udienze sarà determinante non solo sul piano giuridico ma anche emotivo per tutte le parti coinvolte in questo caso che continua ad attirare attenzione mediatica nazionale dopo quasi tre anni dai fatti avvenuti nella città lombarda.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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