Alessio tucci confessa l’omicidio di Martina: dettagli sui colpi inferti e dinamica dei fatti
Alessio Tucci ha confessato di aver colpito Martina con tre fendenti, chiarendo la dinamica dell’omicidio e sottolineando l’assenza di accanimento nella sua azione.

L’interrogatorio di Alessio Tucci ha rivelato dettagli sull’omicidio di Martina, confermando che la vittima è stata colpita tre volte con una pietra, senza accanimento, e che Tucci ha coperto il corpo dopo aver constatato la mancanza di respiro. - Unita.tv
L’interrogatorio di Alessio Tucci ha svelato nuovi particolari sull’omicidio di Martina, la giovane vittima colpita con una pietra. Le sue parole hanno tracciato una ricostruzione precisa dei momenti che hanno preceduto la morte, svelando il numero di colpi e le azioni successive al tragico evento.
La confessione di alessio tucci sul gesto fatale
Durante l’interrogatorio, Alessio Tucci ha descritto la scena con una chiarezza cruda, spiegando che ha colpito Martina mentre lei era di spalle. Il primo colpo ha aperto la dinamica della tragedia, seguito da altri due fendenti sferrati nello stesso modo, sempre con la pietra. Tucci ha dichiarato di aver percepito che Martina non respirava più durante l’atto, ma non sa con certezza se fosse già priva di vita al momento dei colpi successivi.
La confessione chiarisce che a quel punto la giovane aveva perso i sensi quasi subito, un dettaglio che il ragazzo ha evidenziato per spiegare la mancanza di volontà di ulteriori aggressioni. Tucci ha escluso un accanimento, soffermandosi sul numero contenuto dei colpi inferti, che sono stati in tutto tre, tre colpi sufficienti per spegnere la vita di Martina.
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Ricostruzione dei momenti dopo l’aggressione
L’avvocato di Tucci ha riportato anche le parole del suo assistito riguardo al momento successivo ai colpi. Alessio ha detto di aver coperto Martina una volta capito che la ragazza non respirava più; una scelta che si può interpretare come un tentativo di occultare o nascondere la tragedia. Questa azione segna una linea netta fra l’aggressione e i comportamenti seguenti, e verrà oggetto di indagine per definire le motivazioni precise dietro questo gesto.
Non ci sono state ulteriori aggressioni o colpi inferti dopo quel punto, e questa circostanza viene sottolineata da Tucci per escludere una volontà di prolungare la violenza oltre il necessario per causare il decesso.
La difesa e la mancanza di accanimento
La difesa di Alessio Tucci punta a mettere in evidenza la dinamica del fatto senza la presenza di un accanimento violento. L’avvocato ha detto che il suo assistito non ha agito con intento di maltrattare continuamente Martina, ma solo con quei tre colpi che, pur tragici, non configurano un’aggressione prolungata o ripetuta. La perdita di sensi della vittima è un elemento che avalla questa tesi.
Questo aspetto condizionerà le valutazioni della magistratura, che dovranno capire se il gesto va considerato come omicidio volontario o in altre forme di reato, tenendo conto degli elementi di violenza e della quantità di colpi dati. Ogni dettaglio emerso nelle confessioni può influire sulle decisioni di giudici e avvocati impegnati nel processo.