L’evento «Sprint your Brain», tenutosi mercoledì nella sala Caduti di Nassirya al Senato della Repubblica, ha riunito figure di spicco provenienti da ambiti diversi per riflettere sul benessere mentale nell’epoca digitale. L’Unione Nazionale Consumatori, insieme a Integratori & Salute, Meta, TikTok e Google, ha promosso questa iniziativa nell’ambito dei SaniDays con l’obiettivo di mettere a fuoco il ruolo di istituzioni, piattaforme e utenti nel rilanciare un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali.
L’evento sprint your brain e il suo contesto istituzionale
L’appuntamento, fortemente voluto dall’onorevole dolores bevilacqua del movimento 5 stelle, rientra in una serie di incontri firmati Sprint Italia, progetto dedicato alla valorizzazione di creator e contenuti di qualità. La scelta del Senato, luogo simbolo delle istituzioni italiane, ha conferito rilievo alla discussione sul benessere digitale, facendone un tema di interesse pubblico e politico. La presenza di rappresentanti delle principali piattaforme digitali ha sottolineato l’urgenza di trattare questo argomento in modo concertato, andando oltre la semplice educazione individuale e aprendo il confronto a responsabilità condivise.
Dal palco della sala Caduti di Nassirya sono arrivate analisi, testimonianze e proposte concrete per costruire un nuovo modello di utilizzo consapevole e salutare della rete. Unione Nazionale Consumatori ha voluto sottolineare la necessità di superare la visione che limita il benessere digitale a una questione privata, spostando l’attenzione su un quadro più ampio che coinvolge tutti gli attori.
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Un cambio di prospettiva sul benessere digitale
Il presidente di Unione Nazionale Consumatori, massimiliano dona, ha aperto i lavori indicando la necessità di un cambio di paradigma: “non basta invitare gli utenti a moderare il tempo passato online, perché questo ignorerebbe la natura stessa delle piattaforme digitali e i meccanismi che le regolano.” L’esposizione ai contenuti, gli algoritmi che influenzano l’esperienza, il ruolo dei creator e delle istituzioni vanno presi in considerazione in maniera integrata.
Dona ha insistito su un approccio di responsabilità collettiva, dove ogni protagonista dell’ecosistema digitale si impegna attivamente per creare ambienti più sani e supportivi. Le piattaforme, infatti, non sono semplici contenitori passivi, ma influenzano concretamente le modalità di fruizione e il benessere psicologico degli utenti. Allo stesso tempo, anche gli utenti e i creator devono agire con consapevolezza, mentre le istituzioni hanno il compito di definire regole equilibrate che tutelino soprattutto i più fragili.
Prospettive multidisciplinari sul benessere mentale e digitale
Nel primo panel i relatori hanno discusso il benessere digitale da diverse angolazioni. Maurizio Fiasco, professore e sociologo, ha analizzato l’impatto della vita iperconnessa sulla collettività e la cultura, evidenziando come i cambiamenti nella comunicazione influenzino le relazioni sociali e le dinamiche di gruppo. Ha inoltre sottolineato che questa realtà richiede approcci innovativi per gestire le conseguenze positive e negative del digitale.
Antonino Tamburello e Stefano Rossi, esperti attivi sui social e ambassador del progetto Sprint, hanno portato la loro esperienza diretta. Hanno raccontato come i social media possano supportare processi educativi e di crescita, soprattutto per i giovani, se usati con attenzione e progettati per un’interazione sana. Hanno anche messo in luce i rischi psicologici che un uso improprio può generare, invitando i creator a sviluppare contenuti che promuovano la riflessione e il dialogo costruttivo.
Il professor giovanni scapagnini ha completato la discussione con un approfondimento sulle connessioni tra nutrizione, integrazione alimentare e funzioni cognitive. Ha richiamato l’attenzione sulla dimensione biologica del benessere mentale, suggerendo che la salute digitale non può prescindere da un’analisi globale che includa anche il corpo. Le funzioni cerebrali e lo stato nutrizionale sono infatti elementi fondamentali per affrontare le sfide dell’era digitale.
Il ruolo delle piattaforme nella promozione del benessere digitale
Nel secondo panel i rappresentanti di Meta Italia, TikTok e Google hanno esposto le strategie adottate per rendere più sicure e positive le esperienze online. Costanza Andreini, Francesco Cacciapuoti e Martina Colasante hanno illustrato progetti e funzionalità mirate a sostenere momenti di pausa, filtrare contenuti dannosi e facilitare l’accesso a risorse di supporto. Hanno riconosciuto il mutato ruolo delle piattaforme, che stanno passando dall’essere semplici fornitori di servizi a protagoniste nel guidare comportamenti digitali più salutari.
Daniele Grassucci, cofondatore di Skuola.net e membro del board Sprint, ha rimarcato l’importanza della scuola come luogo per sviluppare consapevolezza tra genitori e ragazzi. L’educazione digitale nelle scuole rappresenta una delle principali sfide e risorse per permettere un uso equilibrato delle tecnologie. Grassucci ha ricordato che la collaborazione tra piattaforme, istituzioni e mondo scolastico può dare risultati concreti nel cambiare abitudini e abbassare i rischi associati alla rete.
Le conversazioni hanno mostrato come alcune iniziative siano già operative e altre siano in fase di definizione, sempre però con l’obiettivo di prestare attenzione soprattutto agli utenti più vulnerabili o giovani. Nuove modalità di interazione, algoritmi meno aggressivi e un rapporto più trasparente con la community rappresentano elementi su cui le piattaforme intendono investire in futuro.
Cinque azioni concrete verso un benessere digitale condiviso
L’evento ha identificato cinque misure che ogni parte in gioco può adottare per contribuire alla qualità dell’esperienza digitale.
Le piattaforme devono integrare il “benessere by design” nelle loro interfacce e algoritmi, prevedendo strumenti che supportino pause e una navigazione più sana.
I creator sono chiamati a produrre contenuti profondi e significativi, per stimolare riflessioni e creare comunità basate su interazioni positive.
Associazioni e società civile devono promuovere campagne di alfabetizzazione digitale, fornendo strumenti pratici per comprendere e gestire i social media.
Le istituzioni dovrebbero favorire un quadro normativo equilibrato, capace di proteggere gli utenti senza bloccare lo sviluppo tecnologico, magari attraverso forme di co-regolamentazione.
Gli utenti devono passare da un consumo passivo a un’interazione intenzionale, usando le funzioni di monitoraggio per personalizzare e migliorare la propria esperienza online.
Massimiliano Dona ha definito queste azioni “una vera bussola per costruire un benessere digitale fondato su responsabilità condivise, dove ogni attore dell’ecosistema è chiamato a fare la sua parte per migliorare la qualità della vita connessa.”