Aggressioni e tragedia a milano: l’accoltellamento in via napo torriani e il suicidio al duomo

Un doppio episodio di violenza a Milano ha visto Emanuele De Maria colpire Chamila Wijesuriya e Hani Nasr, culminando nel suo suicidio in piazza Duomo dopo una fuga drammatica.
A maggio a Milano, Emanuele De Maria, detenuto in permesso lavoro, ha ucciso una donna, ferito un collega e poi si è suicidato in piazza Duomo, scatenando shock e indagini sulla gestione della sua detenzione. - Unita.tv

Lo scorso maggio Milano è stata teatro di un doppio episodio di violenza che ha sconvolto la città. Emanuele De Maria, detenuto in permesso lavoro, ha colpito due persone prima di togliersi la vita in centro. Il racconto dei fatti si snoda attraverso immagini di sorveglianza e testimonianze che svelano una catena di eventi drammatica e ancora impressa nella memoria pubblica.

La violenza in via napo torriani: la scena ripresa dalle telecamere

Il 10 maggio, nelle prime ore del mattino, le telecamere a circuito chiuso installate in via Napo Torriani hanno catturato una scena violenta e inusuale, proprio davanti all’hotel Berna dove lavoravano le persone coinvolte. Emanuele De Maria, 35 anni, ha aggredito il collega Hani Nasr, un uomo di 50 anni originario dell’Egitto, riuscendo a colpirlo al collo con un coltello. Le immagini mostrano De Maria che rincorre Nasr con l’arma in mano, inseguito dalla sua stessa disperazione.

Il video è composto da una serie di frame in cui si vede l’aggressore cadere a terra il coltello, ma poi rifarlo scivolare fino al collo della vittima. Nasr reagisce con forza: riesce a sferrargli un pugno e, nonostante il ferimento, trova la forza di raggiungere l’ingresso dell’albergo, suonando il campanello per chiedere aiuto. Una volta entrato, perde i sensi e viene soccorso immediatamente. È stato trasportato in ospedale e, secondo gli ultimi aggiornamenti, non sarebbe più in pericolo di vita.

Questa aggressione si inserisce in un quadro drammatico che ha visto l’escalation della violenza da parte di De Maria, la cui presenza in libertà, nonostante fosse detenuto, ha sollevato molti interrogativi sulle modalità di tutela pubblica.

La morte di chamila wijesuriya e la fuga tra il venerdì e il sabato

Prima dell’aggressione a Nasr, De Maria aveva già colpito la barista Chamila Wijesuriya, una donna di 50 anni di origine cingalese, anch’essa impiegata all’hotel Berna. Era venerdì quando l’uomo ha colpito la vittima con quattro coltellate, uccidendola. Il corpo della donna è stato ritrovato domenica al Parco Nord di Milano, faro di un’indagine intensa e dolorosa.

Le telecamere di sorveglianza hanno documentato la dinamica dell’inseguimento, mostrando il detenuto scappare con la borsa e il cellulare della donna uccisa, immortalato anche sulla metropolitana. Il fatto ha spinto la polizia a un’immediata ricerca che ha dato luogo a una notte di fuga di De Maria, evaso e braccato dalle forze dell’ordine.

Se la morte di Chamila ha scosso l’albergo e il quartiere, la successiva aggressione al collega e la morte dello stesso De Maria rappresentano un crescendo che si è concluso tragicamente tra la folla di turisti in piazza Duomo.

Il suicidio di emanuele de maria in piazza duomo tra curiosi e turisti

Domenica mattina, a poco meno di quarantotto ore dall’omicidio di Chamila e dall’aggressione a Nasr, Emanuele De Maria ha posto fine alla sua fuga gettandosi dal Duomo di Milano. L’evento è avvenuto davanti a numerosi passanti e turisti, che si sono trovati improvvisamente testimoni di un gesto estremo e drammatico. Il suicidio ha segnato il finale della vicenda.

L’uomo era completamente braccato dopo i delitti e le aggressioni degli ultimi giorni. L’intensificazione delle ricerche e la pressione della polizia lo hanno portato a un epilogo fatale. Le immagini dall’alto delle telecamere mostrano lo spericolato atto compiuto davanti ai visitatori del capoluogo lombardo.

La vicenda ha lasciato ferite profonde nella comunità locale. La sequenza degli eventi, documentata dai sistemi video urbani e dalle testimonianze raccolte, è seguita da un’indagine ancora aperta. Le autorità cercano di ricostruire i dettagli per comprendere i motivi dietro la violenza e le eventuali falle nel sistema che hanno permesso una così tragica escalation.