Aggressione e rapina a milano, racconto di una vittima nel parco di zona portello
Un uomo di 75 anni, Massimo C., aggredito e derubato nel parco di Milano, lancia un appello sulla sicurezza urbana e invita a prestare attenzione ai segnali di pericolo.

A Milano, nel parco di Portello, un uomo di 75 anni è stato aggredito e derubato in pieno giorno; la vittima lancia un appello alla cittadinanza sulla sicurezza urbana e alla vigilanza nelle aree pubbliche. - Unita.tv
Un episodio di violenza si è verificato venerdì mattina 16 maggio 2025, a milano, nel parco vicino alle vie sambonet e brunelli, zona portello. Un uomo di 75 anni è stato aggredito e derubato mentre si trovava su una panchina, davanti a testimoni silenziosi e in pieno giorno. Il racconto dettagliato di massimo C., vittima dell’episodio, restituisce un quadro chiaro della situazione e lancia un monito alla cittadinanza sulla sicurezza urbana.
Come è avvenuta l’aggressione nel parco
Massimo C., ex amministratore nel settore abbigliamento, ha deciso di fermarsi a leggere dopo aver fatto delle commissioni al centro commerciale Portello, situato a pochi passi. Il sole e la tranquillità del parco lo avevano spinto a godersi una pausa. Qualcosa, però, ha subito attirato la sua attenzione: due uomini con mascherine chirurgiche, ormai più rare nel 2025, si aggiravano a breve distanza.
La dinamica dell’attacco
Dopo averli visti passare con due biciclette a mano, uno dei due ha avuto un comportamento brusco e improvviso, avvicinandosi alle spalle di Massimo e aggredendolo con una presa che gli ha stretto il collo con forza. Nel frattempo, il complice si è posizionato davanti a lui per strappargli la catenina d’oro e l’orologio, pezzi dal valore affettivo oltre che economico. Anche la borsa di pelle, contenente documenti importanti e le chiavi di casa e dell’auto, è stata sottratta. La rapidità della scena ha impedito che qualcuno intervenisse.
La risposta di massimo durante la rapina
Nonostante la situazione di pericolo, Massimo C. ha tentato di difendersi con i mezzi a disposizione. Ha provato a divincolarsi senza successo dalla presa al collo, ma ha reagito colpendo con calci uno dei rapinatori che gli stava davanti, proteggendo almeno il telefono cellulare che aveva in mano. Il mantenere stretto il dispositivo gli è costato dolore e, a fine aggressione, un dito steccato curato dalla figlia medico.
Il comportamento aggressivo dei malviventi, però, non è stato accompagnato da minacce dirette o parole di intimidazione verso la vittima. L’unico dettaglio linguistico percepito da Massimo durante la fuga è stato un dialogo in lingua slava tra i due uomini, che appaiono così probabilmente originari dell’est europa. Le loro descrizioni fisiche sono precise: uno brizzolato e basso, l’altro più alto e robusto.
Intervento e conseguenze post aggressione
Dopo l’assalto la vittima ha chiesto aiuto immediatamente, rivolgendosi agli agenti della polizia locale in servizio nella zona. Non sono riusciti a recuperare la borsa rubata, nonostante i controlli sul posto. Massimo ha preferito non rivolgersi al pronto soccorso, assistito invece dalla figlia a casa per le cure necessarie al dito ferito.
La denuncia è stata formalizzata presso la caserma dei carabinieri di Moscova. Massimo C. appare ancora scosso dall’accaduto, perché non si aspettava di subire una rapina in pieno giorno e in un quartiere considerato appartato e signorile. L’episodio serve a ricordare come anche aree normalmente percepite come sicure possano essere teatro di episodi di criminalità improvvisa, indirizzati a persone viste come bersagli facili per gioielli o borse.
Raccomandazioni sulla sicurezza personale
La testimonianza di massimo C. contiene un avviso chiaro ai cittadini: evitare di sostare da soli in luoghi poco frequentati o isolati. La scelta di sedersi da solo su una panchina nel verde, scelta apparentemente innocua, si è rivelata un’occasione per i malintenzionati. I criminali sembrano selezionare le vittime anche in base a segnali visivi come gioielli o borse di valore.
La paura che lascia l’evento è legata al fatto che un’aggressione così violenta possa verificarsi in un parco cittadino, accessibile e frequentato durante le ore diurne. C’è un richiamo implicito alle forze dell’ordine e alle istituzioni locali, per una maggiore presenza e controlli in quelle aree, ma soprattutto alla comunità, chiamata a tenere alta la guardia e a non sottovalutare certi segnali. L’esperienza di massimo C., in un momento di normalmente rilassata quotidianità, è una ferma testimonianza delle tensioni che ancora attraversano le strade italiane nel 2025.