Il tribunale dei minori di Milano ha esaminato la situazione della bimba di dieci anni rimasta orfana a seguito del femminicidio della madre, uccisa dal padre in un episodio avvenuto il 5 maggio. Durante l’udienza, sono emersi particolari inquietanti sull’omicidio e sulle condizioni familiari in cui viveva la bambina. La cronaca di un dramma che investe non solo la famiglia ma anche i servizi sociali e la giustizia minorile, chiamati a decidere sul futuro della piccola.
Il racconto dell’omicidio e la presenza della bambina nel momento del delitto
Il padre, Khalid, ha descritto durante l’udienza come è avvenuto il delitto, avvenuto nella loro abitazione molto piccola. Ha spiegato che la bambina si trovava in un’altra stanza mentre lui colpiva la moglie con un coltello. Quando il rumore lo ha messo in allerta, la bambina ha cercato di entrare in camera, ma lui l’ha bloccata e spinta fuori. Poco dopo, la piccola è uscita di casa senza che lui sapesse dove fosse andata. Questi dettagli sono emersi da un verbale che racconta la scena con freddezza e precisione, aggiungendo un peso emotivo alla vicenda.
Le parole di Khalid sulla dinamica interna alla casa
L’uomo ha ammesso di non aver fermato la bimba e di non conoscere la sua destinazione. Il silenzio su questo punto apre un interrogativo sulla sicurezza e il benessere della minore, trovandosi in una situazione drammatica e incerta. La dinamica interna a quella casa segreta di una tragedia familiare si svela così anche attraverso le parole degli operatori sociali, chiamati a proteggere la bambina dopo la perdita della madre.
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La proposta di affidamento agli zii materni e il ruolo dei servizi sociali
Davanti all’emergenza, i servizi sociali di Settala hanno avanzato la richiesta di affidamento della piccola agli zii materni. Questa proposta ha trovato il sostegno sia della curatrice speciale nominata per la bimba sia dei legali difensori del padre, rappresentati da Giorgio Ballabio e Maria Cristina Delfino. La decisione finale è stata rimandata dal giudice Alberto Viti, che ha richiesto ulteriori approfondimenti. Intanto la bambina proseguirà nel percorso di supporto psicologico, essenziale per affrontare il trauma.
Importanza della continuità affettiva per la bambina
Il coinvolgimento degli zii materni sembra offrire una possibile continuità affettiva per la bambina, preservandola da ulteriori disorientamenti. La questione dell’affidamento rappresenta un nodo centrale nella gestione di casi di femminicidio che coinvolgono minori, dove conta non solo la tutela legale, ma anche quella emotiva e psicologica che deve ricevere attenzioni specifiche da parte di tutti gli operatori.
Le violazioni del padre e le difficoltà nell’applicazione delle misure giudiziarie
Dai racconti degli operatori sociali emerge un quadro complicato sotto il profilo giudiziario e di controllo. Khalid non avrebbe rispettato il provvedimento di allontanamento e il divieto di avvicinamento emessi otto mesi prima dai giudici del tribunale dei minori. Nonostante il divieto, continuava a incontrare la figlia con regolarità in incontri protetti, confermati anche dai responsabili del servizio sociale.
Il controsenso nelle dichiarazioni della madre
Inoltre, la madre aveva riferito di non aver visto più il marito, sostenendo che era lontano per lavoro, mentre la realtà indicava una frequentazione costante tra padre e figlia. Questo controsenso ha complicato la valutazione dei rischi e ha fatto emergere la difficoltà nell’applicare e far rispettare le misure cautelari previste dalla giustizia minorile, quando i rapporti familiari e le dichiarazioni divergono.
La risposta del comune di Settala e l’avvio della raccolta fondi per la bambina
Dopo la tragedia, il comune di Settala si è attivato per offrire sostegno concreto alla bambina rimasta sola. È stata organizzata una raccolta fondi per garantire una rete di assistenza materiale e psicologica in un momento così delicato. Questa iniziativa riflette la presa in carico collettiva di una situazione che coinvolge la comunità e chiede risposte immediate.
Intervento dei servizi sociali e tutela collettiva
L’intervento del comune evidenzia quanto la tutela della minore non riguardi solo il tribunale, ma coinvolga enti locali e servizi sociali che devono mettere in campo risorse per accompagnare la bambina attraverso un percorso di ricostruzione e stabilità dopo la perdita violenta della madre.
Lo stato di salute psicologico e la sicurezza della piccola restano questioni aperte. Le decisioni sul suo futuro verranno prese tenendo conto di questi elementi, mentre la storia di questa famiglia milanese si inserisce in un quadro più ampio di drammi nascosti dietro le porte di molte case.