Il caso di Adam, un migrante sudanese, rappresenta un’importante vittoria legale contro le pratiche di respingimento in Libia e Italia. Dopo anni di sofferenze e battaglie legali, Adam è finalmente riuscito a ottenere il visto per entrare in Italia, un traguardo che segna un passo avanti nella lotta per i diritti dei migranti. La sua storia è un esempio di determinazione e resilienza, ma evidenzia anche le gravi problematiche legate alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.
La fuga da un conflitto e la ricerca di libertÃ
Adam ha lasciato il Sudan a causa del conflitto che ha devastato il suo Paese, cercando rifugio in Libia. Tuttavia, la sua esperienza in Libia è stata segnata da sfruttamento e violenza. Dopo aver trascorso quattro anni in detenzione, Adam ha deciso di tentare la fuga verso l’Italia. Il 12 giugno di quattro anni fa, insieme a 170 altri migranti, si è imbarcato su un peschereccio da Zuara, sperando di raggiungere le coste italiane.
La traversata si è rivelata drammatica: dopo 24 ore in mare, il motore del peschereccio si è spento, lasciando i migranti in balia delle onde e senza cibo né acqua. Le chiamate disperate a Alarm Phone, una rete di attivisti che monitora le emergenze in mare, hanno messo in allerta le autorità italiane e maltesi, ma la risposta è stata lenta e inefficace. Nonostante la situazione critica, il peschereccio si trovava in acque internazionali, ma sotto la giurisdizione nominale della Libia.
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Il soccorso e il respingimento
La Vos Triton, un mercantile contattato per prestare soccorso, ha impiegato tempo per intervenire. Quando finalmente ha iniziato le operazioni di salvataggio, la tensione tra i migranti era palpabile. Molti di loro temevano di essere riportati in Libia, un luogo da cui avevano cercato di fuggire. Nonostante gli sforzi della Vos Triton, le autorità italiane hanno ordinato di fermarsi in attesa di istruzioni, mentre una motovedetta libica si avvicinava.
Il risultato è stato tragico: i migranti sono stati trasferiti sulla motovedetta libica Zawiya 656, che li ha riportati a Tripoli, dove Adam e gli altri sono stati nuovamente incarcerati. Adam ha tentato di attraversare il Mediterraneo cinque volte, subendo arresti e torture nei centri di detenzione libici.
La battaglia legale per la giustizia
Dopo anni di sofferenza, Adam ha trovato supporto nel Josi&Loni Project, che ha avviato indagini per documentare la sua presenza a bordo del peschereccio. Grazie a prove raccolte da organizzazioni come Sea-Watch e Alarm Phone, è stata avviata una causa legale contro il governo italiano per ottenere un visto di ingresso.
Il 29 novembre 2024, il Tribunale Civile di Roma ha accolto la richiesta di Adam, ordinando il rilascio urgente del visto per motivi umanitari. Questa sentenza ha rappresentato una vittoria significativa, poiché ha messo in discussione le pratiche di respingimento delegate alle autorità libiche, riconoscendo l’illegittimità di tali operazioni.
L’arrivo in Italia e le prospettive future
Il 16 dicembre 2024, l’Ambasciata italiana a Tripoli ha finalmente rilasciato il visto a Adam, che è arrivato a Roma, dove sarà ospitato da Baobab Experience e potrà richiedere protezione. La sua storia non è solo un caso isolato; molte altre persone si trovano nella stessa situazione, vittime di respingimenti illegali. Organizzazioni come JL Project stanno lavorando per garantire giustizia per queste vittime, evidenziando la responsabilità dell’Italia nel sistema di respingimenti.
La vicenda di Adam è un richiamo alla necessità di riformare le politiche migratorie e di garantire i diritti fondamentali a tutti coloro che cercano rifugio e sicurezza.
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