Home Accordo tra Anbsc e struttura di missione Zes per velocizzare restituzione beni confiscati al Mezzogiorno

Accordo tra Anbsc e struttura di missione Zes per velocizzare restituzione beni confiscati al Mezzogiorno

Un accordo tra l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati e la Struttura di missione Zes mira a semplificare la gestione dei patrimoni sequestrati nel Mezzogiorno, favorendo lo sviluppo economico.

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È stato siglato un accordo tra l'Anbsc e la Struttura di missione per la Zes per semplificare la gestione dei beni confiscati alla criminalità nelle otto regioni del Mezzogiorno, accelerandone la restituzione alla collettività e favorendo lo sviluppo economico locale. - Unita.tv

Un nuovo accordo è stato siglato tra l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e la Struttura di missione per la Zona economica esclusiva . L’intesa punta a semplificare e accelerare la gestione dei beni immobili e delle aziende confiscate nelle aree della Zes, interessando otto regioni del Mezzogiorno, con l’obiettivo di restituire più rapidamente alla collettività i patrimoni sottratti alla criminalità organizzata e favorire la ripresa economica.

Il contesto e la firma dell’accordo al viminale

Il patto è stato sottoscritto il 15 gennaio 2025 nella sede del ministero dell’Interno, al Viminale. Presenti il prefetto Maria Rosaria Laganà, direttrice dell’Anbsc, e l’avvocato Giuseppe Romano, coordinatore della Struttura di missione per la Zes. Ha partecipato anche Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato con delega all’Anbsc, che ha ricordato come l’accordo sia stato fortemente voluto dal governo guidato da Giorgia Meloni e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’intesa mira a creare una collaborazione stabile tra Anbsc e la Struttura di missione, supportata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per mettere a disposizione dei beni sequestrati e confiscati nelle aree Zes semplificazioni amministrative specifiche, che finora non erano applicate ai patrimoni sottratti alla criminalità. Lo scopo è snellire le procedure che finora hanno rallentato la restituzione delle proprietà al patrimonio pubblico o privato legittimo.

Le caratteristiche della Zes unica e il patrimonio confiscato coinvolto

La Zona economica esclusiva definita “Zes Unica” comprende vaste aree di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Queste otto regioni sono coinvolte in un progetto che mira a promuovere lo sviluppo economico grazie a regole agevolate e procedure più snelle per gli investimenti e le attività produttive.

Secondo i dati forniti, in quest’area sono presenti circa 20.809 beni immobili confiscati e già destinati dall’Anbsc, mentre 11.858 sono ancora in gestione dell’Agenzia. Riguardo alle aziende sequestrate, 1.607 sono state già destinate, mentre 2.089 restano in gestione. Questo patrimonio ha spesso problematiche di tipo urbanistico, tecnico o burocratico che complicano la sua valorizzazione e il reinserimento nel circuito economico legale.

Attraverso le procedure agevolate della Zes, sarà possibile ridurre le criticità legate all’urbanistica e quelle amministrative, dando respiro a interventi necessari per rimodulare le aziende confiscate in modo da riportarle sul mercato. Si prevede che tali semplificazioni agiscano anche come leva per superare i ritardi che spesso accompagnano la ricollocazione di beni immobili in situazioni complesse.

L’impatto previsto sull’economia e la lotta alla criminalità

Il governo Meloni ha più volte espresso l’intenzione di puntare sul rilancio economico e produttivo del Mezzogiorno come priorità nazionale. L’accordo firmato al Viminale rappresenta uno strumento operativo in quest’ottica, orientato non solo al recupero di patrimoni sottratti alla criminalità ma anche a stimolare attività imprenditoriali nei territori a maggiore rischio.

Con questa iniziativa le istituzioni vogliono evitare che i beni confiscati restino inutilizzati per lunghi periodi, favorendo invece la loro riconsegna alla collettività e la creazione di nuovi posti di lavoro. L’obiettivo finale resta portare fuori dal circuito illegale quote significative di asset immobiliari e produttivi, restituendoli all’economia legale tramite un sistema di regole più snelle su misura per le esigenze delle aree Zes.

La direttrice dell’Anbsc, Maria Rosaria Laganà, ha sottolineato come l’accordo rappresenti un punto di partenza. La collaborazione tra Anbsc e la Struttura di missione Zes punta infatti a perseguire con più forza e rapidità la restituzione di risorse sottratte alla criminalità e la loro valorizzazione all’interno di economie locali svantaggiate ma ricche di potenziale produttivo.

Semplificazioni tutte nel segno della legalità e dello sviluppo

La novità principale introdotta dall’accordo riguarda procedure amministrative che mantengono i controlli necessari, ma snelliscono passaggi burocratici tradizionalmente complessi. Le sfide sono molte, nella gestione di beni che possono presentare irregolarità urbanistiche o avere una storia legale complicata.

Gli strumenti offerti dalla Zes Unica possono accelerare interventi di bonifica, ristrutturazione, o riutilizzo, senza rallentamenti eccessivi dovuti a vincoli normativi standard. Questo passaggio deve essere gestito con attenzione per evitare rischi ma garantire un recupero più rapido ed efficace degli immobili e delle aziende confiscate.

I territori coinvolti sono accomunati da livelli differenti di presenza criminale e criticità economiche. La prospettiva è che la cooperazione tra Anbsc e Zes riesca a trasformare risorse ferme in occasioni di lavoro, sviluppo e rigenerazione urbana. La collaborazione ha ricevuto attenzione istituzionale e si colloca in un quadro più ampio di strategie per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata nelle regioni meridionali.

Il percorso avviato segna uno snodo importante per le politiche di recupero e riutilizzo dei beni confiscati lungo tutta la fascia del Mezzogiorno, un’area che resta al centro delle azioni di rilancio e ricostruzione del sistema socioeconomico italiano.