Accesso a medicina senza test d’ingresso: cambia la selezione con un primo semestre formativo

L’Italia riforma l’accesso a medicina, abolendo il numero chiuso e introducendo un primo semestre di formazione basato su esami in Chimica, Fisica e Biologia per garantire meritocrazia e inclusione.
L'Italia abolisce il numero chiuso per Medicina, sostituendo il test d’ingresso con un primo semestre universitario basato su esami di Chimica, Fisica e Biologia, per un accesso più meritocratico e inclusivo. - Unita.tv

L’Italia modifica profondamente l’accesso a medicina. La procedura selettiva con il test d’ingresso, in vigore da decenni, lascia spazio a un sistema dove il primo semestre universitario decide il prosieguo del percorso. La riforma, varata dal Consiglio dei ministri, elimina il cosiddetto numero chiuso, aprendo possibilità nuove per molti aspiranti medici. Il focus si sposta su esami in Chimica, Fisica e Biologia, basati sulle competenze e non su quiz a risposta multipla. La ministra Anna Maria Bernini ha sintetizzato così l’innovazione, sottolineando la trasparenza e la meritocrazia del nuovo modello: “trasparenza e meritocrazia del nuovo modello.”

La fine del numero chiuso e la sua eredità sul percorso verso medicina

Per anni il sogno di diventare medico ha incontrato ostacoli rigidi. Il numero chiuso, con il suo meccanismo di test di ingresso, ha limitato l’accesso a poche migliaia di studenti rispetto alla domanda molto più alta. Quel sistema impose una selezione basata su quiz con domande spesso generiche, che non sempre hanno valutato le reali capacità o passioni degli aspiranti medici.

Un sistema con effetti limitanti

Inoltre molti giovani hanno dovuto rivolgersi a corsi privati, costosi e non sempre efficaci, mentre altri si spostavano all’estero pur di proseguire gli studi. Questi fattori hanno prodotto esclusioni frequenti e un freno allo sviluppo di nuovi talenti. Con la riforma ora alle porte, questo modello lascia il posto a un’idea diversa di selezione che punta su un primo semestre di formazione.

I cambiamenti introdotti dalla riforma: primo semestre, esami e criteri per l’accesso

Dal prossimo anno accademico, spiegano fonti ufficiali del ministero, l’ammissione a medicina non passerà più da un test di ingresso unico e restrittivo. Gli studenti si iscriveranno direttamente al corso e seguiranno un primo semestre fondato su lezioni e verifiche in tre materie: Chimica, Fisica e Biologia. Solo il superamento di questi esami garantirà l’accesso al secondo semestre.

Verifica basata sulle competenze

Questa novità mira a valutare il percorso e l’impegno sostenuto dagli studenti, non più la capacità di rispondere a una batteria di quiz, ma la padronanza delle competenze acquisite durante la didattica. Un metodo più trasparente e meritocratico dove è la prestazione sul campo a decidere e la preparazione si costruisce gradualmente.

L’organizzazione della didattica e il ruolo delle università nel nuovo modello

Le università avranno autonomia nel definire come organizzare la didattica del primo semestre. Le lezioni e gli esami potranno svolgersi sia in presenza sia in modalità a distanza, per garantire l’accesso più ampio possibile e superare barriere geografiche o di altro tipo.

Massima flessibilità per favorire l’inclusione

Questa flessibilità punta a includere studenti con diverse esigenze e a mantenere standard di qualità nella formazione di base. I decreti ministeriali da approvare entro fine mese specificheranno modalità, criteri e tempistiche precise. La volontà è chiara: trasformare l’accesso a medicina da una prova selettiva rigida a un percorso progressivo di verifica dell’apprendimento.

Gli effetti attesi del cambiamento su diritto allo studio e sistema sanitario nazionale

La riforma apre nuovi spazi per tanti studenti che fino ad oggi si sono visti negare l’accesso per il numero chiuso. Aumenteranno i posti disponibili, non solo per ampliare il bacino di studenti ma anche per rispondere alla domanda crescente di professionisti sanitari nel paese.

Rafforzare il sistema sanitario nazionale

Questo potrà favorire un rafforzamento tangibile del sistema sanitario nazionale, che ha bisogno di personale qualificato in grado di affrontare le sfide attuali. L’approccio nuovo riconosce l’importanza di sostenere studenti con vocazioni reali, valorizzandoli con modalità più giuste rispetto ai quiz. Sulla base di questi cambiamenti si delinea una fase nuova, in cui l’accesso all’Università si basa su studio e prove autentiche e dove il diritto allo studio si concretizza in opportunità reali.