Un racconto ispirato a vicende reali che riflette la vita di due cugini nell’Italia del secondo dopoguerra sta per arrivare al cinema. Questo progetto porta sul grande schermo la fatica e la speranza di una generazione che, nascosta dietro le difficoltà, ha dato il proprio contributo alla ricostruzione del Paese. Ambientato tra Italia e Stati Uniti, il film racconta come il cibo e la guerra abbiano rappresentato strade diverse ma parallele per affrontare un momento storico complesso.
La genesi del progetto e i protagonisti raccontati
La sceneggiatura è stata scritta nel 2024 da Emiliano Falconio e Andrea Sanguigni, dietro l’egida della Fondazione “Falconio”. La storia ruota attorno a due figure centrali: Ciccillo, un giovane abruzzese che passa dall’essere garzone a chef affermato, e Giuseppe, suo cugino, partito per gli Stati Uniti con la speranza di una vita migliore ma coinvolto nella Seconda guerra mondiale come soldato dell’esercito americano. La Federazione Italiana Cuochi sostiene il progetto, conferendogli un valore simbolico speciale, specie per Ciccillo il cui paese natale, Villa Santa Maria in Abruzzo, è noto come “la patria dei cuochi”. Le riprese prenderanno il via agli inizi del 2026, coinvolgendo location diverse dall’Abruzzo alla Sicilia, dal Lazio alla Campania e negli Stati Uniti, unendo diverse geografie per raccontare una stessa storia.
Ciccillo: un giovane cuoco tra fame, difficoltà e successi nelle tavole d’élite
Negli anni segnati dai razionamenti e dalle tessere annonarie, la vita quotidiana in Italia era dura. Ciccillo però riesce a superare questi ostacoli, non solo alimentando la sua famiglia, ma conquistando un ruolo inaspettato nelle cucine più prestigiose frequentate dall’aristocrazia e dalla politica. La sua abilità va oltre la semplice preparazione di cibi; diventa un simbolo di resistenza, dove il cibo si trasforma in uno strumento per mantenere la dignità di chi ha perso tanto. Le sue ricette, nate dalla necessità e dalla creatività, sono testimoni di un’epoca in cui la scarsità stimolava la fantasia e la volontà di non arrendersi. Il racconto di Ciccillo si intreccia alla storia del paese, con ogni piatto che diventa una pagina di una narrazione più grande, dove la cucina è veicolo di memoria e rinascita.
Giuseppe e la guerra: un emigrato italiano nel conflitto americano
Il percorso di Giuseppe rappresenta un’altra faccia di quell’Italia segnata dalla guerra e dall’emigrazione. Partito come molti verso l’America alla ricerca di maggiori opportunità, si trova invece arruolato nelle forze armate statunitensi, coinvolto in una guerra che lo mette contro la sua terra natale. Il suo viaggio assume i tratti di un romanzo, con speranze giovanili distrutte da esperienze di conflitto, perdita e sacrificio. Proprio mentre si avvicina all’Italia, segno che il destino lo riporta alle sue radici, un evento drammatico frammenta il cammino: un compagno di guerra che documenta la sua storia con una cinepresa viene ucciso da una mina, sottolineando la crudeltà del conflitto. Questo episodio rimarca la complessità dell’identità di Giuseppe e il prezzo umano della guerra, un nodo storico fra due mondi che si intrecciano ma rimangono distanti.
Un film sulla resilienza nascosta dell’Italia nel dopoguerra
Emiliano Falconio, coautore della sceneggiatura, sottolinea come questa storia non voglia celebrare soltanto individualità o gesti eroici tradizionali. Piuttosto racconta un’Italia fatta di persone comuni che hanno portato sulle spalle la ricostruzione di una nazione data per persa. La figura di Ciccillo, in particolare, diventa metafora della dignità costruita con il lavoro e la tenacia, dove il cuoco non è solo chi cucina, ma chi tiene insieme le speranze di una comunità. I protagonisti rappresentano generazioni che hanno lavorato nell’ombra, lontano dai riflettori, ma che hanno fatto da pilastri viventi per rilanciare una nazione segnata dalla guerra e dalle divisioni. La scelta di ambientare il film in varie regioni italiane e negli Stati Uniti rende questo racconto ancora più universale, dal territorio alle esperienze, fino alle scelte e ai sacrifici personali.
Questa trasposizione cinematografica si preannuncia come un’opera che mette nel mirino non solo un passato storico ma le dinamiche umane legate all’identità, al sacrificio e all’orgoglio nazionale in un contesto di sofferenza e ricostruzione. I prossimi mesi saranno cruciali per la selezione degli attori e l’avvio delle riprese, con un’aspettativa che, attraverso le storie di Ciccillo e Giuseppe, ripercorrerà la narrazione di un’Italia rimasta nascosta dietro i grandi eventi, ma che ha gettato le basi per il presente.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Serena Fontana