Il porto di Pescara resta bloccato da anni per il mancato dragaggio del portocanale, problema che coinvolge direttamente pescatori e operatori marittimi. Il sindaco Carlo Masci ha deciso di schierarsi con la marineria locale in occasione dei festeggiamenti di Sant’Andrea, sollevando di nuovo la questione all’attenzione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. La situazione resta allarmante, con ripercussioni sia sul lavoro degli armatori sia sull’economia cittadina.
Adesione del sindaco masci alla protesta della marineria
Carlo Masci ha confermato l’appoggio al movimento di protesta promosso dai pescatori di Pescara, che da tempo denunciano le difficoltà causate dalla mancata manutenzione del porto. La protesta è stata annunciata durante i festeggiamenti in onore di Sant’Andrea, patrono della città. Per Masci il problema riguarda non solo gli operatori marittimi ma tutta la comunità: “Il porto di Pescara è un’infrastruttura di interesse nazionale, quindi è compito dello Stato intervenire. L’ente competente deve trovare una soluzione rapida, insieme ai fondi necessari a risolvere questa emergenza.”
Il sindaco ha scritto una seconda lettera al ministro Salvini dopo quella inviata a fine maggio, ribadendo la necessità di un intervento immediato. La protesta, definita dall’amministrazione comunale “sacrosanta e pacifica”, mette in luce l’urgenza di affrontare una situazione che si trascina dal 2012. Masci sottolinea che questa lunga attesa ha messo in crisi la categoria dei pescatori, una componente storica e vitale per Pescara.
La gestione statale assente in 13 anni di mancato dragaggio
Il porto di Pescara soffre da 13 anni la mancanza di attività di dragaggio, una pratica fondamentale per mantenere le profondità adeguate al transito e all’ormeggio delle imbarcazioni. Secondo Masci, altre città italiane con problemi simili hanno ottenuto interventi tempestivi e finanziamenti statali. “Pescara invece viene lasciata sola,” insiste il sindaco, “con la convinzione errata che possa cavarsela da sola.”
La criticità maggiore riguarda l’accumulo di sedimenti nella vasca di colmata, che riduce progressivamente la navigabilità e mette a rischio il lavoro di armatori ed equipaggi. In diverse occasioni, è stato annunciato lo svuotamento della vasca o interventi alternativi per liberare i fondali, ma nessuno di questi passi si è mai concretizzato. La mancanza di azioni efficaci alimenta la frustrazione di chi dipende dal porto per vivere e lavorare.
Masci sottolinea che la situazione attuale è un’emergenza vera, provocata da una gestione statale che ha ignorato per anni la necessità di una manutenzione continua. L’assenza di fondi destinati a Pescara contribuisce a far crescere il disagio. Il sindaco avverte che non si può più aspettare: “Il tempo è scaduto, la pazienza anche.”
Richieste precise per interventi urgenti a favore della marineria e dell’economia locale
L’appello del sindaco di Pescara si concentra su azioni concrete e rapide. Chiama in causa tutte le istituzioni coinvolte per lavorare su un progetto risolutivo che affronti il problema di fondo: lo svuotamento della vasca di colmata oppure una soluzione altrettanto efficace e realizzabile in tempi brevi. Dice: “Non bastano più annunci o promesse di interventi futuribili.”
La protesta annunciata dai pescatori non è solo un segnale di protesta, ma la richiesta finale di risposte tangibili. Per Masci non si tratta di una questione municipale, ma di un problema che riguarda il futuro stesso della marineria e di chi lavora nel porto. La categoria ha bisogno di opere strutturali che permettano la ripresa della normale attività portuale, senza dover subire ulteriori rallentamenti o danni.
Il primo cittadino conferma la disponibilità del Comune a collaborare con le autorità statali per trovare soluzioni efficaci. La posta in gioco è alta: si tratta di salvaguardare un pezzo importante dell’economia e dell’identità della città. La pressione cresce mentre gli armatori e i pescatori attendono fatti concreti, che finora sono mancati. Lo scenario rimane in evoluzione e la protesta potrebbe segnare un punto di svolta.
La situazione del porto di Pescara resta quindi sotto i riflettori, con il sindaco impegnato a far sentire la voce della città e la marineria determinata a non mollare la sua battaglia. Lo Stato è chiamato in causa, con la responsabilità di intervenire su una questione che desta preoccupazione da oltre un decennio.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Andrea Ricci