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Daron Acemoglu: rifondare il liberalismo per affrontare la crisi sociale ed economica globale

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Daron Acemoglu propone un nuovo liberalismo per la crisi globale. - Unita.tv
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Il Premio Nobel per l’economia Daron Acemoglu ha rilanciato la necessità di rivedere il liberalismo tradizionale in una fase segnata da profonde trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche. Nel suo intervento al Pomilio Blumm Forum di Pescara, il professore del Mit ha indicato alcuni nodi cruciali, come la frammentazione sociale e l’impatto dell’automazione sulla prosperità. Il dibattito, inserito nel contesto internazionale dell’Ultra European Network, si è concentrato sulle sfide attuali nei campi geopolitico e istituzionale.

Acemoglu evidenzia la crisi del liberalismo tradizionale e la sua necessità di cambiamento

Daron Acemoglu ha spiegato come il liberalismo, pur avendo guidato importanti successi economici e sociali, abbia ormai superato la sua funzione originaria. Secondo lo studioso, i modelli liberali classici non riescono più a rispondere adeguatamente alle nuove dinamiche globali. Le istituzioni e le filosofie alla base di quella stagione sono in crisi, mentre movimenti e idee antiliberali trovano consenso sia presso le masse che negli ambienti accademici.

Questa situazione nasce in parte dalla rigidità delle vecchie idee liberal che, sottolinea Acemoglu, “in un certo senso ci hanno portato al punto di crisi”. Il premio Nobel sottolinea che riproporre tali schemi senza innovazione rischia di prolungare uno stato di incertezza e disuguaglianze crescenti. Il richiamo è a ripensare in profondità le basi che regolano le società liberali.

L’impatto dello sviluppo post-industriale e dell’automazione sulla disuguaglianza

Il passaggio dall’economia industriale a quella post-industriale ha determinato un mutamento radicale nelle società moderne. Acemoglu ha richiamato l’attenzione su come l’automazione abbia interrotto il tradizionale legame tra aumento di produttività e miglioramento della distribuzione della ricchezza. Le tecnologie avanzate, spesso viste come motori di progresso, hanno anche prodotto effetti divisivi.

In particolare, è cresciuto il divario tra segmenti della popolazione con livelli di istruzione differenti. Questa frattura socio-economica ha contribuito a tensioni politiche e sociali, alimentando una crescente insoddisfazione. Il professore ha evidenziato che l’attuale scenario richiede modelli inclusivi capaci di rispondere alle esigenze di diversi gruppi, evitando la concentrazione dei benefici solo su alcune fasce.

La proposta di un liberalismo partecipativo e plurale per nuove comunità

Acemoglu ha proposto di ridefinire l’approccio liberal valorizzando le diverse comunità e i loro valori. Secondo l’economista, il futuro del liberalismo deve basarsi su un rafforzamento della partecipazione politica che coinvolga più attivamente tutte le componenti sociali. L’obiettivo è una politica più inclusiva, capace di riconoscere la pluralità e promuovere convergenze tra realtà differenti.

Questa revisione mira a ricostruire una fiducia diffusa nelle istituzioni, oggi indebolita. La pluralità delle comunità, con le loro esigenze specifiche, deve diventare parte centrale del progetto liberale, superando idee uniformanti o esclusive. È un richiamo a politiche pubbliche che ascoltino e rispondano alle differenze, evitando il rischio di alienazione di intere parti della società.

La sfida dell’intelligenza artificiale: tecnologia al servizio del lavoro

Infine, Acemoglu ha indicato la direzione da seguire anche nel campo tecnologico, soffermandosi sull’intelligenza artificiale . Lo studioso ha sostenuto che l’IA deve svilupparsi come uno strumento “pro-lavoro”, cioè in grado di potenziare le capacità umane e ampliare le opportunità per i lavoratori. Va superata la visione dell’IA come sostituta del lavoro umano, per affrontare la crisi occupazionale generata dall’automazione.

Questo orientamento richiede un indirizzo chiaro e consapevole della ricerca tecnologica, che favorisca l’uso dell’IA per migliorare le condizioni delle persone. Per Acemoglu, la tecnologia può diventare un alleato per ridurre diseguaglianze e favorire uno sviluppo più equo, ma solo se messa al servizio delle comunità e del lavoro.

L’intervento di Acemoglu ha toccato temi fondamentali per comprendere le sfide delle società contemporanee, concentrandosi sulle tensioni generate da squilibri economici e culturali. Le sue parole hanno messo al centro la necessità di un ripensamento profondo per evitare derive populiste e affermare nuovi modelli di convivenza più equilibrati e inclusivi.

Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Matteo Bernardi

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Matteo Bernardi

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