Il contratto di solidarietà per 444 lavoratori dello stabilimento Marelli di Sulmona è stato rinnovato fino al primo agosto 2026. L’accordo è stato firmato da Regione Abruzzo, Marelli Sistemi Sospensioni e i sindacati, in un momento difficile per il settore dell’automotive, soprattutto a causa della situazione della principale committente, Stellantis. Questa decisione riguarda un’azienda centrale per il territorio e anticipa sfide importanti legate a esuberi e produzione.
Rinnovato il contratto dopo la cassa integrazione straordinaria
Il rinnovo del contratto di solidarietà arriva dopo i 24 mesi di Cassa integrazione straordinaria previsti dalla legge. Serve un’intesa tra Regione Abruzzo e le altre parti per garantire politiche di sostegno al lavoro per tutta la durata dell’accordo. L’obiettivo è ridurre le ore di lavoro e limitare i licenziamenti, offrendo allo stesso tempo un supporto economico ai dipendenti coinvolti.
Per questo, la Regione ha attivato nei centri per l’impiego di Sulmona e L’Aquila servizi di assistenza dedicati ai lavoratori, per aiutarli in percorsi di riqualificazione o eventuali trasferimenti. L’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, ha definito la proroga una misura indispensabile. Serve a guadagnare tempo in vista di un possibile miglioramento del mercato dell’auto, attualmente fermo.
Automotive in crisi, Marelli e Stellantis nel mirino
La crisi del settore automotive si fa sentire soprattutto nelle aziende fornitrici come Marelli Sistemi Sospensioni. La difficile situazione di Stellantis, partner principale di Marelli, si somma a una domanda globale incerta e a continui cambiamenti nelle strategie produttive. Tutto questo crea incertezza e mette a rischio i posti di lavoro nell’indotto.
Lo stabilimento di Sulmona produce componenti essenziali per le sospensioni, ma la riduzione degli ordini ha reso necessario l’uso di ammortizzatori sociali, tra cui il contratto di solidarietà. Il rinnovo dell’accordo è visto come una soluzione temporanea per salvaguardare l’occupazione e mantenere attiva la produzione.
Esuberi e rischio delocalizzazione: l’allarme resta alto
Nonostante la proroga, resta forte la preoccupazione per i 147 esuberi previsti entro dicembre 2025. Questi numeri riflettono le difficoltà nel rispondere a una domanda più bassa e all’adattamento alle nuove condizioni del mercato. Gestire questi tagli sarà una prova difficile per sindacati e istituzioni locali.
Nel frattempo, cresce anche il timore per una possibile delocalizzazione della produzione dei bracci oscillanti, componenti chiave delle sospensioni. Lo spostamento all’estero di questa attività metterebbe a rischio molti posti di lavoro a Sulmona e avrebbe conseguenze pesanti sull’economia del territorio. La situazione resta sotto stretto controllo, in attesa di sviluppi che possano garantire stabilità produttiva e occupazionale nel medio termine.
Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2025 da Luca Moretti