Un’indagine condotta dalla Guardia Costiera di Pescara ha portato allo smantellamento di una vasta rete illegale dedicata alla pesca, al trasporto e alla vendita di vongole in Abruzzo e Marche. L’operazione ha rivelato un mercato parallelo con gravi rischi per la salute pubblica e per la tutela delle risorse marine.
Indagine e operazione sul traffico illegale delle vongole in Abruzzo
Il 14° Centro di Controllo Area Pesca della Direzione Marittima di Pescara, lavorando insieme all’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, ha portato avanti una lunga attività investigativa che ha preso il via con appostamenti e pedinamenti. I militari hanno seguito i movimenti di pescherecci e automezzi per settimane, raccogliendo dati sulle strategie del network illegale. L’attenzione è stata concentrata sui porti di Giulianova e Roseto degli Abruzzi, identificati come i principali punti di prelievo delle vongole.
Le indagini hanno svelato che venivano catturate quantità di vongole ben superiori ai limiti stabiliti dalla legge. Le specie Chamalea gallinea, pescate in modo intensivo e illecito, venivano poi caricate su veicoli privati non autorizzati. Da qui partivano verso i mercati delle Marche, con finte iscrizioni sulla provenienza per aggirare i controlli e mascherare la mancanza di tracciabilità. Questo sistema metteva a rischio i consumatori che acquistavano un prodotto senza garanzie di sicurezza.
Sequestro e rigetto in mare di migliaia di chili di vongole senza tracciabilità
Durante la prima fase dell’operazione, i controlli hanno portato al sequestro di circa 6.500 chili di vongole. Queste non erano solamente a bordo di pescherecci ma anche su auto private e in un centro di spedizione nelle Marche. I militari hanno rigettato in mare il prodotto sequestrato, scegliendo aree specifiche per il ripopolamento e la salvaguardia dell’ecosistema, garantendo così una minima ricomposizione della fauna marina.
Il rigore nei sequestri ha permesso di bloccare il flusso di vongole non regolamentate sul mercato, frenando una pratica che alimentava la vendita di prodotto ittico senza controllo sui quantitativi e sulle condizioni sanitarie. Si tratta di un’azione che ha protetto non solo la sostenibilità ambientale ma anche l’equità commerciale nei confronti di chi rispetta le regole.
Scoperta la fase di smistamento e frode in uno stabilimento delle Marche
Un passaggio cruciale nel caso è arrivato con l’intervento in uno stabilimento di smistamento situato a Martinsicuro, in provincia di Teramo. In questo magazzino sono arrivate quotidianamente grandi quantità di vongole sprovviste di etichettatura corretta e tracciabilità specifica. Il personale dello stabilimento – secondo gli accertamenti – apponeva etichette con lotti inventati per inserire il prodotto nelle normali filiere di vendita, rendendo così impossibile conoscere la reale origine dei molluschi.
Questa frode ha reso vana qualsiasi misura di sicurezza alimentare e ha consentito ai pescatori illegali di evitare i limiti imposti dai regolamenti. L’azione della Guardia Costiera ha chiuso questo anello con il sequestro di altri 3.200 chili di vongole, contribuendo a interrompere un circuito dannoso per le risorse ittiche nazionali.
Impatto economico e tutela del mercato legale dopo i controlli
In totale la Guardia Costiera ha bloccato quasi 10.000 chili di vongole prive di documentazione, tutte restituite al mare dentro zone protette per favorire la ripresa naturale. I verbali elevati alle persone coinvolte raggiungono un valore di oltre 28.000 euro, segnalando una risposta forte e immediata ai comportamenti illeciti.
Il contrasto a queste attività protegge chi pesca rispettando i vincoli di legge e i cittadini che consumano prodotti sicuri e controllati. Il direttore marittimo di Pescara, contrammiraglio Fabrizio Giovannone, ha evidenziato l’importanza di monitorare questo tipo di frodi, ribadendo l’impegno della Guardia Costiera a tenere alta la guardia.
Il controllo, attuato con continuità su tutto il territorio, mira a garantire una pesca più pulita e trasparente, fondamentale per la tutela del patrimonio marino e per la sicurezza degli alimenti in commercio. L’operazione segna un passo concreto contro pratiche che mettono in crisi il mercato legale e la salute pubblica.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi