L’Aquila e i suoi dintorni si animano di nuovo con un’iniziativa artistica che coinvolge le comunità ancora segnate dal terremoto del 2009. Il progetto Arca porta artisti da diversi paesi a incontrare la gente del posto attraverso laboratori e performance in undici comuni del cratere. L’obiettivo è far emergere forme di espressione legate all’identità locale e sostenere la ripresa sociale. L’iniziativa proseguirà fino a dicembre 2025, intrecciando memoria, territorio e nuovi modi di partecipare alla cultura.
Danza e ceramica per riaccendere la voglia di creare
A Scoppito il coreografo e drammaturgo turco Bedirhan Dehmen ha lanciato un laboratorio di danza che ha subito incontrato il favore di chi ha partecipato. I movimenti proposti aprono nuovi spazi espressivi, partendo dalle diverse sensibilità di ciascuno. Nel frattempo, a Fossa, fino al 3 agosto, la musicista e scultrice anglo-svedese Yvonne Ekman guida un laboratorio di ceramica. Qui, i partecipanti riscoprono il contatto diretto con l’argilla, tra manualità e tradizione artigianale.
Questi laboratori non sono solo esperienze artistiche, ma momenti di incontro e rinascita sociale. Chi prende parte si confronta con l’arte, superando barriere culturali e sociali. Gli artisti, inoltre, puntano a valorizzare le risorse del territorio, modellando ogni attività sulle caratteristiche del luogo e delle persone che lo abitano.
Undici comuni uniti dall’arte per ritrovare comunità e radici
Il progetto Arca si svolge in undici comuni dell’area aquilana colpita dal sisma, con Barisciano in testa. Acciano, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, Sant’Eusanio Forconese, Scoppito, Tione degli Abruzzi, Tornimparte e Villa Sant’Angelo sono le altre località coinvolte. In ognuno di questi paesi, l’arte diventa strumento per ricostruire legami e rinsaldare il senso di appartenenza.
Quattordici artisti residenti, provenienti da ogni parte del mondo, lavorano a stretto contatto con le comunità. Organizzano incontri pubblici, laboratori, spettacoli e mostre, restituendo al territorio i frutti del loro lavoro. Il progetto si rivolge non solo ai cittadini, ma anche alle associazioni e alle istituzioni culturali, creando una rete che coinvolge più soggetti.
Il calendario prevede anche eventi pubblici che amplificano la visibilità dell’iniziativa e permettono alle comunità di mostrare i risultati raggiunti. L’idea è tenere viva l’attenzione sulla cultura, stimolando una partecipazione collettiva e consapevole.
I partner dietro il rilancio culturale
Arca si regge su una rete di collaborazioni importanti, che coinvolgono realtà come il Teatro Stabile d’Abruzzo, il Museo Nazionale d’Abruzzo , il Maxxi L’Aquila e l’Università dell’Aquila. Questi soggetti mettono a disposizione competenze, spazi e risorse per garantire la qualità delle attività.
Le istituzioni offrono supporto tecnico e logistico, aprendo canali di dialogo tra artisti, amministrazioni e cittadini. Così si creano le basi per progetti culturali stabili, capaci di incidere davvero sul tessuto sociale e urbano.
La collaborazione tra artisti internazionali e operatori locali amplia la portata dell’iniziativa, valorizzando sia la creatività sia l’aspetto formativo. Da questo scambio nascono nuove competenze e opportunità di crescita per tutti.
Yvonne Ekman: musica, scultura e radici abruzzesi
A Fossa, la musicista e scultrice Yvonne Ekman ha presentato il suo laboratorio accompagnata da alcune autorità locali: la direttrice artistica Silvia Di Gregorio, il vice sindaco Giovanna Colagrande, la delegata Usrc Piera Pitassi e il coreografo Bedirhan Dehmen. Nata a Ginevra e diplomata al Royal College of Music di Londra, Ekman ha una carriera da concertista e ha insegnato violino al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.
Dagli anni Sessanta si dedica anche alla scultura e alla ceramica, esplorando l’argilla con un approccio personale. Negli ultimi anni ha lavorato anche con la land art, realizzando installazioni ambientali e partecipando a mostre in Italia e all’estero.
Durante il soggiorno a Fossa, Ekman ha notato la cura con cui il villaggio è stato ricostruito dopo il sisma. Ha apprezzato “i giardini privati e l’ordine degli spazi pubblici, oltre alla gentilezza delle persone incontrate”, segnando così un buon inizio per il laboratorio.
Le sue attività mirano a far emergere la sensibilità degli abitanti verso l’arte, proponendo tecniche tradizionali viste da una prospettiva moderna. L’esperienza a Fossa si inserisce in un percorso di rinascita culturale e sociale che passa dalla conoscenza e dalla condivisione.
Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi