La città di Trezzo sull’Adda ha avviato un’importante operazione di rimozione dell’amianto, partendo da uno dei siti più delicati, Cascina Portesana. L’intervento si inserisce in un progetto più ampio destinato a riqualificare gli spazi urbani e a tutelare la salute pubblica. Dopo una fase di rilevamento dei siti a rischio, le autorità locali hanno messo in moto un piano concreto per eliminare la presenza di materiale pericoloso, in particolare l’eternit, dalle coperture e dai locali industriali. La rimozione procede dunque non solo come attività tecnica ma come segnale di attenzione verso il territorio e la popolazione.
La pulizia e la tutela ambientale a Trezzo sull’Adda: intervento su Cascina Portesana
Il primo intervento operativo ha coinvolto Cascina Portesana, in una fase che rappresenta il punto di partenza verso una città più sicura. Antonio Guzzi, assessore all’Ambiente, ha sottolineato come l’azione derivi da un impegno costante e da un confronto diretto con i proprietari dell’immobile. Il lavoro di rimozione rientra in una più ampia politica di sicurezza ambientale, che vuole agire in modo preventivo su fonti di inquinamento e rischio sanitario.
Nell’area oggetto di bonifica sono stati eliminati strati di eternit destinati alla presenza prolungata di fibre senza custodia. I materiali rimossi sono stati trattati con procedure specializzate secondo quanto previsto dalle normative nazionali. Il valore di questa azione risiede sia nel miglioramento degli standard di salubrità della città , sia nell’invio di un messaggio chiaro ai cittadini: la salute pubblica resta una priorità delle istituzioni locali.
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La giunta Torri ha istituito uno sportello comunale dedicato ai proprietari di immobili che presentano presenza di amianto. Questo spazio coordina informazioni ed assistenza per tutti coloro che devono avviare procedure di verifica o bonifica. La legge prevede infatti che i proprietari si dotino di certificazione ufficiale che attesti la presenza di amianto, ma non obbliga alla rimozione immediata.
Le decisioni riguardano la valutazione dell’indice di degrado del materiale e il rischio associato. Solo dopo questa analisi si sceglie se procedere con il recupero, ad esempio confinando il materiale, oppure con la rimozione completa. Un responsabile specifico deve seguire tali procedure per evitare danni ulteriori a chi vive o lavora nell’immobile.
Lo sportello comunale aiuta anche a chiarire le modalità per accedere ai contributi e bandi regionali o statali, che spesso prevedono finanziamenti a fondo perduto per la bonifica. L’ufficio ha inoltre la funzione di informare sulle questioni legate alla malattia professionale e sugli aspetti giuslavoristici connessi all’esposizione all’amianto nel passato.
L’amianto a Trezzo: un’eredità pericolosa e la necessità di mapparne la diffusione
Le coperture di molti capannoni industriali nella zona di Trezzo sull’Adda ancora contengono eternit, materiale largamente usato nel secolo scorso, soprattutto nell’edilizia e nell’industria. Questo minerale contiene fibre di amianto che si rivelano letali quando disperse nell’aria e inalate.
Il problema è la natura subdola delle fibre, che si insidiano nei polmoni senza che il corpo possa espellerle. Per questo motivo le istituzioni hanno deciso di fotografare con esattezza i punti critici della città , per intervenire con priorità su quelli più degradati o a rischio immediato.
La mappatura è fondamentale per impostare un calendario preciso di interventi. I proprietari a loro volta ricevono incentivi per smaltire i materiali pericolosi in sicurezza e liberare così i loro immobili da una fonte di rischio spesso ignorata.
Le operazioni di bonifica proseguiranno nei prossimi mesi in altri siti della città . Questa iniziativa segna l’apertura di una nuova fase per Trezzo sull’Adda, volta a risolvere un problema storico ma ancora attuale. L’attenzione dell’amministrazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini si confermano chiave per gestire nel modo più corretto una realtà complessa.