
A Tor Bella Monaca la polizia ha scoperto un appartamento usato come laboratorio di droga e arsenale illegale; un 25enne è stato arrestato con 600 grammi di cocaina e diverse armi. - Unita.tv
Nel cuore di tor bella monaca, un quartiere noto per problemi legati alla criminalità, la polizia ha scoperto un appartamento usato come base per lo spaccio e la detenzione di armi illegali. Un ragazzo romano di 25 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato fermato dopo un’indagine segreta che ha svelato un laboratorio per la droga e un vero e proprio arsenale nascosto tra le mura di una palazzina degradata.
Il covo nascosto in via dell’archeologia
L’appartamento incriminato si trovava al quinto piano di una palazzina in via dell’archeologia, un indirizzo che appare ordinario ma nascondeva un’attività illegale intensa. Le condizioni dell’immobile erano precarie: muri scrostati, odore di umidità e nidi di rondini proprio sopra le teste, elementi che sembravano sottolineare l’abbandono e la poca attenzione verso quel luogo.
Il 25enne, residente in zona, aveva preso possesso dello spazio disabitato trasformandolo in un’area di lavoro criminale. Le forze dell’ordine lo avevano tenuto sotto controllo da giorni: il giovane si muoveva con discrezione e non dava nell’occhio, entrando e uscendo con calma, come chi sta facendo una semplice passeggiata. Ma dietro a quel comportamento calmo si celava un’attività ben organizzata di spaccio e detenzione di armi.
La rete di spaccio e il ruolo del giovane pusher
Gli agenti della squadra mobile, in particolare la sesta sezione chiamata “contrasto crimine diffuso” o “falchi”, hanno seguito attentamente i movimenti del 25enne. Il giovane gestiva direttamente la consegna degli stupefacenti a mano, curando ogni dettaglio per evitare di essere scoperto.
Le sue visite al palazzo con regolarità corroboravano i sospetti: ogni volta spariva per pochi minuti dietro la porta scrostata e poi ricompariva con un’aria disinvolta. Non si trattava di una routine qualsiasi, ma di consegne di droga pronte per la vendita.
Il giorno dell’arresto, venerdì sera, il pusher è stato bloccato subito dopo essere uscito dall’appartamento con 600 grammi di cocaina già suddivisa in dosi e 300 euro in contanti. Questo quantitativo, straordinario per un singolo, indica una preparazione su larga scala.
Il laboratorio di droga e il possente arsenale trovato
La scoperta dentro l’appartamento ha sorpreso chi ha effettuato il blitz. Da uno spazio abbandonato era emerso un vero e proprio laboratorio per la produzione e il confezionamento della sostanza stupefacente. All’interno si trovavano bilancini di precisione, macchinari per il sottovuoto e strumenti per tagliare la droga e prepararla in confezioni pronte allo spaccio.
Accanto alla zona adibita alla droga, in un’altra stanza, c’era un bunker contenente armi cariche e pronte all’uso. L’arsenale comprendeva una revolver calibro .357 magnum, due pistole semiautomatiche beretta calibro 6.35, una pistola glock 17 e due fucili automatici muniti di cannocchiale. Il ritrovamento di armi di questo tipo, alcune rubate e altre assolutamente clandestine, aggiunge una gravità significativa al sequestro.
La presenza di armi non registrate nelle banche dati aggrava la posizione del giovane e suggerisce legami con circuiti illegali per l’approvvigionamento e la distribuzione di armamenti nei quartieri periferici.
Indagini in corso e sviluppi futuri
Le autorità hanno avviato una serie di indagini per ricostruire la provenienza delle armi e le destinazioni previste. Si cercano risposte sull’eventuale utilizzo di quegli strumenti da parte di altri criminali, e si indaga sulla rete che potrebbe interconnettere più “bunker” simili nella zona.
Trovare altri nascondigli di questo tipo diventerebbe essenziale per contrastare la diffusione del crimine organizzato nella periferia romana.
L’arresto del 25enne è stato convalidato dalla procura, che ha disposto la sua detenzione preventiva. Le accuse riguardano la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti e il possesso illegale di armi da fuoco. La sua posizione è ora al centro di un fascicolo che punta a smantellare questa attività criminale.
Il caso a tor bella monaca resta un esempio di come anche angoli nascosti della città possano nascondere realtà pericolose, e mette in evidenza la necessità di controlli serrati e di una presenza costante delle forze dell’ordine per prevenire gesti illegali e garantire sicurezza ai cittadini.