A rho il gioco d’azzardo fisico cala del 12,7%, attivato uno sportello contro la dipendenza in via meda
A Rho, il gioco d’azzardo mostra un calo significativo nel 2024, ma la dipendenza resta un problema. Il Comune apre uno sportello per supportare chi cerca aiuto e sensibilizzare sulla questione.

A Rho il gioco d’azzardo tradizionale è in calo, ma la dipendenza resta un problema serio; il Comune ha aperto uno sportello di supporto per facilitare l’accesso ai servizi e promuovere la prevenzione. - Unita.tv
Il gioco d’azzardo nelle forme più tradizionali, come le macchinette presenti in bar e sale slot, mostra una flessione negli ultimi mesi a Rho. I dati 2024 indicano un calo significativo rispetto all’anno precedente, ma i problemi legati alla dipendenza restano persistenti. Per questo motivo, il Comune ha deciso di allestire un nuovo sportello per supportare chi fatica a chiedere aiuto direttamente ai servizi dedicati. La riduzione dei numeri e le nuove iniziative sono state illustrate durante un incontro pubblico a Villa Burba, a due anni dalla sottoscrizione del Patto di comunità contro il gioco d’azzardo.
La riduzione della spesa nei giochi fisici e i dati sul fenomeno a rho
Nel 2023, a Rho si sono spesi 74 milioni solo sul gioco d’azzardo fisico tra macchinette e sale slot. Rispetto a quel dato già importante, il 2024 ha visto una diminuzione della spesa generale da 41 milioni a 35,9 milioni sulle apparecchiature automatiche, segno di una flessione del 12,7 per cento. Dai numeri si evince che gli adulti, nel 2023, hanno investito circa 19,5 milioni, scesi nel 2024 a 15,8 milioni, una riduzione intorno al 18,9 per cento. Questi dati sono stati riportati dall’assessore alla Legalità Nicola Violante, che ha ricordato come il Patto di comunità abbia come obiettivo diffondere consapevolezza sui rischi del gioco. Il confronto con i dati nazionali sottolinea la portata del fenomeno: in Italia si giocavano 148 miliardi, una cifra vertiginosa, mentre nel solo comune di Rho la cifra resta elevata anche se in calo.
Mutamento delle abitudini locali
I numeri indicano un mutamento nelle abitudini locali, forse legato alle misure messe in atto negli ultimi anni e alla sensibilizzazione crescente sulla dipendenza da gioco. La diminuzione nelle spese, quasi 3,6 milioni in meno, segna qualche passo avanti, anche se la portata della questione resta vasta. Lo scenario richiama attenzione non solo sul piano economico, ma anche sociale e sanitario.
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Le restrizioni sugli orari delle sale slot e le sanzioni amministrative
Tra gli strumenti adottati dal Comune ci sono le restrizioni sugli orari di apertura delle sale gioco. Nel corso dell’ultimo anno il controllo ha portato a 17 sanzioni, ognuna da 500 euro, per violazioni degli orari. Al momento l’azione sembra incidere, dal momento che tre sale slot hanno anticipato la chiusura mattutina, segnalando una diminuzione della frequentazione da parte di giovani in quelle ore. La fascia più problematica resta dopo le 18, quando molte persone finiscono il lavoro e cercano svago nelle sale gioco.
Il controllo della polizia locale
Chi monitora la situazione è la polizia locale, che agisce principalmente nelle aree maggiormente sensibili, come i centri commerciali, presidiati regolarmente. L’ispettore Damiano De Luca ha indicato che su 17 multe, nove sono state concentrate in una sola struttura, che risulta quindi tra le più violate delle regole. Le sanzioni tra le 12 e le 14 riguardano prevalentemente bar con tavola calda che attraggono lavoratori in pausa pranzo. Questi dati aiutano a mappare i momenti della giornata in cui la presenza di slot è maggiormente sfruttata, e contribuiscono a definire futuri controlli.
Con circa 30 esercizi tra bar e sale slot sul territorio, il Comune mantiene un monitoraggio fitto e chiede collaborazione alle istituzioni e associazioni per mantenere alta la guardia. Chi frequenta abitualmente quei luoghi rischia di cadere nella dipendenza senza rendersene conti, e la repressione delle violazioni è solo un pezzo della strategia per contrastare il fenomeno.
Il racconto di un ex giocatore anonimo e la sua lotta quotidiana
Durante il convegno a Villa Burba è intervenuto un membro dei Giocatori Anonimi, che ha condiviso la sua esperienza con il gioco d’azzardo patologico. La sua storia parte da un inizio tipico: “smetto quando voglio” è stata la frase con cui si è avvicinato alle macchinette a 15 anni. Una piccola vincita iniziale ha spinto a giocare sempre di più fino a perdere tutto, anche risorse necessarie per la famiglia.
Ha raccontato momenti difficili, tra cui due tentativi di suicidio che testimoniano la gravità di questo disturbo. Il 19 luglio 2017 è stato il giorno in cui ha chiesto aiuto ai Giocatori Anonimi e da lì ha iniziato un lungo percorso. “Ogni giorno lotto con me stesso – ha spiegato – ma la cosa più importante è parlare e smettere di mentire”. Ha sottolineato che molte persone considerano il gioco un vizio, ma in realtà si tratta di una vera malattia. La sua testimonianza evidenzia come superare questa dipendenza sia possibile, ma solo chi lo desidera per davvero trova la forza di uscirne.
Messaggi di speranza e necessità di rete
Interventi simili danno voce a chi è caduto e si è rialzato, un messaggio diretto a tutti coloro che combattono una lotta simile e spesso si sentono soli o isolati. Portano anche luce su quanto sia necessario creare reti di sostegno e servizi sul territorio per affrontare il problema in modo concreto.
Lo sportello territoriale in via meda: supporto e consulenza per i giocatori
Per rispondere a chi ha difficoltà a rivolgersi ai servizi sanitari, l’Asst Rhodense ha deciso di aprire uno sportello dedicato in via Meda 20, all’interno degli spazi dell’auditorium comunale. Il progetto, presentato da Fabio Guerrini, responsabile dell’Unità operativa Dipendenze, vuole offrire alle persone in difficoltà un accesso più semplice e meno formale al supporto.
Lo sportello fornirà informazioni e orientamento, oltre a consulenza sull’educazione finanziaria, elemento fondamentale per chi ha perso il controllo della propria situazione economica dopo aver giocato somme rilevanti di denaro. Il servizio, in collaborazione con i Giocatori Anonimi e l’associazione Gam-Anon, che riunisce i familiari di giocatori patologici, vuole essere uno spazio di ascolto e aiuto concreto per tante famiglie.
Un punto d’ascolto vicino al territorio
L’apertura di questo punto d’ascolto risponde all’esigenza di intercettare chi evita il Servizio Dipendenze per imbarazzo o timore. La presenza nello spazio comunale di via Meda ne facilita l’accesso, offrendo un luogo meno istituzionale ma ugualmente competente. Si tratta di un passo ulteriore nella strategia del Comune e delle realtà coinvolte nel Patto di comunità, per mettere in campo una risposta articolata e vicina ai bisogni del territorio.