
L’istituto Pareto di Milano ha commemorato Omar Bassi, giovane di 23 anni di Bollate scomparso dopo un’aggressione, con murales, piantumazione di un ulivo e messaggi di memoria, mentre la comunità scolastica e la famiglia chiedono giustizia e riflettono sul valore del rispetto e della convivenza. - Unita.tv
Nel cortile e nei corridoi dell’istituto Pareto di milano si sono radunati ragazzi, familiari, insegnanti per ricordare omar bassi, il giovane di 23 anni di bollate deceduto nell’agosto 2024. Una serie di omaggi concreti e simbolici hanno segnato questa giornata, iniziata con il murales realizzato da l’artist street luca ‘zak’ coia che ritrae omar col suo sorriso, quello che non smetteva mai di mostrare. Accanto al disegno, una frase semplice e piena di sentimento ricorda la bontà e lascia un messaggio da portare nel cuore.
Nel cortile, un ulivo piantato dagli studenti del corso di agraria fa da memoria viva di una presenza ormai assente. Una targa con inciso “omar bassi, sempre nei nostri cuori” sottolinea la volontà di mantenere vivo il ricordo di quel ragazzo che tanto aveva dato alla comunità scolastica. La scena si completa con palloncini bianchi e azzurri liberati nel cielo e magliette con la scritta “omy blanco vive”, simboli di un sentimento collettivo che non si smorza.
Per omar il pareto è famiglia più che scuola
L’istituto milanese di via litta modignani ospita giornalmente centinaia di studenti, ma quest’ultimo periodo lo ha segnato profondamente. Omar era parte attiva della vita scolastica, era conosciuto anche per il lavoro al bar della scuola, un’attività che condivideva con la madre giusy sala. Proprio giusy ha preso la parola durante il ricordo, con parole che hanno emozionato tutti i presenti: “per me il pareto non è solo una scuola, ma una famiglia. in questi mesi mi siete stati vicino, e l’affetto è stato il mio sostegno per andare avanti.” Ha poi aggiunto che la mancanza di omar è sempre forte, ma presente nel cuore di tutti.
La scomparsa e il dolore nella comunità scolastica
Omar aveva tutto il futuro davanti, ma la sua tragica scomparsa ha portato dolore e sgomento nell’ambiente scolastico e in tutta bollate. La famiglia ha chiesto giustizia, e quella richiesta si fa sentire tra le aule e i corridoi dove ancora riecheggia la sua voce e il suo sorriso. Anche i compagni e gli insegnanti hanno voluto essere parte di questo momento, per onorare la memoria di un ragazzo che credeva nei valori fondamentali della convivenza e del rispetto.
Le indagini sull’aggressione e la morte di omar bassi
La vicenda di omar è legata a un episodio di violenza avvenuto il 21 luglio 2024 davanti a un locale di origgio, in provincia di varese. Omar è stato picchiato da buttafuori e da quel momento la sua salute è peggiorata rapidamente. Ricoverato all’ospedale di reggio calabria durante una vacanza con i genitori e i cugini, è morto cinque agosto successivo per emorragia cerebrale. I familiari hanno subito presentato denuncia e le procure di reggio calabria e busto arsizio hanno aperto un fascicolo per omicidio preterintenzionale contro ignoti.
L’ipotesi più accreditata è che i danni provocati dal pestaggio, non diagnostificati nella prima visita ospedaliera, abbiano portato al decesso di omar. Nonostante la denuncia e le indagini in corso, a dieci mesi dai fatti non sono emerse novità sostanziali nel procedimento. Questa lentezza alimenta dolore e frustrazione nei familiari e nella comunità scolastica che attende risposte.
Il ricordo e la riflessione del legale della famiglia
Francesco Maraia, avvocato e legale dei familiari di omar, ha espresso parole significative durante il momento di commemorazione organizzato al pareto. Maraia, che in passato è stato anche professore in quella scuola, ha sottolineato che la scuola deve trasmettere non solo nozioni ma anche valori fondamentali. “Quel patto sociale, quel rispetto reciproco, è stato spezzato con la violenza che ha tolto la vita a uno di voi”, ha detto rivolgendosi a studenti e insegnanti.
Ha ricordato che quell’aggressione non è solo un fatto privato, ma una ferita aperta nella comunità. La scuola deve essere il luogo dove si impara a convivere e rispettarsi, valori messi alla prova da questa tragedia. Maraia ha scelto il momento per ribadire che dietro a quei sorrisi e a quel senso di famiglia, c’è una richiesta di giustizia che non può essere ignorata. Lo stesso ricordo di omar ha la forza di tenere viva questa speranza, anche nel clima difficile delle indagini ancora ferme.