a Milano il ricordo di Alberto Brasili, ucciso da neofascisti 50 anni fa durante una passeggiata con la fidanzata
Il 25 maggio 2025 si commemorano i cinquanta anni dall’omicidio di Alberto Brasili a Milano, simbolo della violenza neofascista e dell’impegno civile contro l’intolleranza negli anni di piombo.

L'articolo ricorda Alberto Brasili, giovane ucciso da neofascisti a Milano nel 1975, simbolo della violenza degli anni di piombo, e sottolinea l'importanza delle commemorazioni e della memoria antifascista per difendere la democrazia e contrastare l'intolleranza. - Unita.tv
Il volto più drammatico della violenza politica italiana emerge ancora nel ricordo di Alberto Brasili, giovane studente lavoratore assassinato a Milano il 25 maggio 1975 da militanti neofascisti. La sua morte rappresenta un episodio emblematico degli anni di piombo, un decennio segnato da scontri feroci e intimidazioni violente. A metà del 2025, quest’anno segna il cinquantesimo anniversario della tragedia e la città continua a celebrare la sua memoria, riaffermando una ferma condanna contro ogni forma di intolleranza.
La guerra civile non dichiarata degli anni di piombo a milano e il contesto in cui venne ucciso alberto brasili
Negli anni ’70, Milano era un punto focale della tensione politica che attraversava l’Italia, un luogo dove lo scontro tra gruppi di estrema destra e sinistra si faceva sentire ogni giorno. Le strade erano spesso teatro di aggressioni, e le ideologie estremiste sfociavano in violenze vere e proprie. Il 1975 era uno degli anni più intricati, con un’escalation di episodi che non risparmiavano nemmeno i giovani lontani dalla politica attiva.
Alberto Brasili, diciannovenne studente e lavoratore, non faceva parte di gruppi militanti ma si trovò suo malgrado alla mercé di un’aggressione neofascista. Le dinamiche di quei giorni includevano il controllo di alcune zone della città da parte dei gruppi neofascisti, in particolare quartieri come piazza San Babila, che divenne tristemente noto come un punto di ritrovo e di azione violenta di queste organizzazioni. In questo clima, la morte di Brasili non fu un episodio isolato, ma l’espressione concreta di una violenza politica che travalicava i confini dell’azione militante e colpiva persone comuni.
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L’agguato mortale in via mascagni e il ruolo simbolico del luogo nelle memorie antifasciste
La sera del 25 maggio, Alberto e la sua fidanzata, Lucia Corna, passeggiavano tranquilli nei pressi di piazza San Babila. Quel tratto di città, noto come territorio “controllato” da militanti di estrema destra, rischiava spesso di trasformarsi in una trappola. Il gruppo di cinque neofascisti si mise a seguirli, e in via Mascagni, proprio davanti alla sede territoriale dell’ANPI provinciale di Milano, colpirono Alberto con diversi colpi di coltello.
Quel luogo è particolarmente significativo. La sede dell’ANPI rappresenta la memoria della Resistenza e la lotta antifascista che ha cambiato il volto dell’Italia dopo la seconda guerra mondiale. L’aggressione davanti a quella porta simboleggiò la volontà di chi attentava alla democrazia di sfidare apertamente quest’eredità. Alberto Brasili diventò l’ennesima vittima innocente di un clima di odio e intolleranza. La brutalità e la scelta del luogo fecero dell’omicidio un episodio destinato a essere ricordato con forza negli anni successivi.
Le commemorazioni annuali a milano: un impegno civile per non dimenticare
Da allora ogni 25 maggio Milano dedica una giornata alla memoria di Alberto Brasili. L’evento si svolge davanti alla lapide posta in via Pietro Mascagni e coinvolge diverse realtà, dai rappresentanti istituzionali ai cittadini, passando per associazioni antifasciste. Nel 2021, il sindaco Giuseppe Sala partecipò alla cerimonia, posando una corona d’alloro. Quel gesto andava oltre l’omaggio formale.
Rappresentava un impegno assunto dalla città per tutelare il ricordo di chi ha perso la vita per mano della violenza neofascista, e un richiamo a non abbassare la guardia contro ogni forma di intolleranza. Negli anni, la partecipazione alle celebrazioni si è ampliata, includendo momenti di confronto pubblico e iniziative educative, soprattutto rivolte ai giovani. La commemorazione si è così delineata come un appuntamento in cui Milano riafferma i suoi valori democratici e antifascisti.
Le parole di giuseppe sala e la difesa della memoria storica nel presente
Durante la cerimonia del 2021, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ricordato l’importanza di mantenere viva la memoria delle vittime degli anni di piombo. Ha evidenziato come la difesa della democrazia passi anche attraverso il racconto degli eventi che hanno segnato la storia nazionale. Sala ha parlato apertamente del pericolo rappresentato dalla cancellazione o manipolazione di questi ricordi.
A suo avviso, non riconoscere il peso della violenza neofascista e negare la verità di episodi come l’omicidio di Brasili costituisce un terreno fertile per il riemergere di idee e gruppi che minano i principi fondamentali dello stato di diritto. Il sindaco ha ribadito la responsabilità di istituzioni e società civile nel custodire con attenzione queste memorie per evitare che si ripetano periodi di intolleranza e conflitto.
L’anpi e il lavoro quotidiano per mantenere la memoria antifascista
L’ANPI, con la sua sezione di Milano, ha svolto un ruolo costante nelle celebrazioni di Alberto Brasili. Presieduta da Roberto Cenati, l’associazione partecipa sia con rappresentanti ufficiali che con iniziative pubbliche. Cenati, durante la commemorazione 2021, ha sottolineato quanto sia indispensabile rinnovare l’impegno contro ogni forma di fascismo.
I membri dell’ANPI lavorano a mantenere vivo il racconto di chi ha scelto la Resistenza, per non perdere di vista le radici di una convivenza democratica tutta italiana. Tra le attività proposte ci sono incontri con studenti, pubblicazioni e campagne di sensibilizzazione. L’organizzazione si mostra determinata a contrastare ogni tentativo di rivedere o negare il ruolo del neofascismo negli anni di violenza, difendendo con forza la verità storica.
Le contestazioni recenti e i rischi di manipolazione storica
Non sono mancati negli ultimi tempi tentativi di riscrivere la storia legata al neofascismo e agli eventi che hanno portato alla morte di Brasili. Alcuni gruppi e singoli cercano di sminuire l’importanza di questi fatti o di negarne la natura politica e violenta, tentando di ridurre la verità storica a mere dispute ideologiche. Queste revisioni sono state duramente criticate.
Associazioni antifasciste e storici hanno preso posizione contro queste narrazioni alterate, ricordando come falsificare il passato significhi mettere in pericolo la convivenza civile. La commemorazione di Alberto Brasili rappresenta un baluardo contro queste tendenze. Essa richiama alla responsabilità collettiva di non dimenticare e di riconoscere la dimensione reale di ciò che accadde.
La società civile e il ruolo educativo nella lotta contro il neofascismo
Il presidio della memoria tocca in modo particolare la società civile. Le associazioni come Memoria Antifascista e ANPI trovano nella partecipazione attiva della cittadinanza il punto di forza per mantenere salde le lezioni degli anni ’70. Eventi, conferenze e progetti educativi si rivolgono soprattutto ai più giovani, per informarli sulle origini storiche della violenza politica e prevenirne il ritorno.
Questi percorsi formativi mirano a trasmettere il valore della Resistenza e della democrazia, mettendo in guardia dai segnali di intolleranza. L’impegno di queste realtà aiuta a mantenere vivo il ricordo delle vittime e allo stesso tempo costruisce strumenti di consapevolezza culturale, fondamentali per impedire che simili drammi si ripetano.
Dati essenziali sull’omicidio di alberto brasili: un quadro sintetico per contestualizzare
La tragica vicenda che ha colpito Alberto Brasili si riassume in alcuni dati chiave. Il fatto è avvenuto la sera del 25 maggio 1975, in via Mascagni, a Milano. Alberto aveva 19 anni. Gli aggressori erano un gruppo di cinque militanti neofascisti che lo hanno accoltellato a morte durante una passeggiata con la fidanzata. La commemorazione annovera la partecipazione di autorità locali, rappresentanti dell’ANPI, associazioni come Memoria Antifascista e cittadini comuni.
Questi elementi forniscono una base concreta per comprendere il valore simbolico di quella tragedia. La sua memoria serve a preservare il ricordo di un’Italia segnata da divisioni, lotte e sofferenze. Restare vicini al contesto e ai fatti reali permette di preservare la lezione storica senza cadere in interpretazioni distorte.