Milano registra una presenza significativa di persone non autosufficienti, una realtà in crescita sia numericamente sia nelle esigenze sociali che comporta. L’assessore al welfare Lamberto Bertolé, durante un incontro al Palazzo Reale, ha fornito dati attuali e osservazioni sull’evoluzione delle famiglie milanesi e sulle nuove priorità del sistema sociale cittadino.
I dati sulla non autosufficienza a milano: numeri e distribuzione
Secondo le ultime stime, le persone non autosufficienti a Milano sono circa 80 mila. Di queste, solo una parte vive nelle residenze sanitarie assistenziali , intorno al 7-8 percento. Questo significa che la maggior parte, ovvero il 92-93 percento, svolge la propria vita fuori da queste strutture.
Tra chi non risiede in una Rsa, la cura si divide in due grandi gruppi: il 30 percento si affida a una badante, mentre il 70 percento riceve assistenza da caregiver familiari, spesso parenti stretti. Questi dati mettono in luce un sistema di sostegno che, nonostante la presenza delle Rsa, si basa molto sulla cura domestica e il supporto familiare.
L’età media delle persone non autosufficienti è aumentata insieme alla durata media della vita. Questo fa emergere nuove esigenze di assistenza e di servizi sociali, in particolare per le persone che scelgono o sono costrette a rimanere al proprio domicilio.
La crescita della solitudine e la trasformazione delle famiglie milanesi
Un fenomeno che accompagna l’aumento delle persone non autonome è la diffusione della solitudine. Le statistiche mostrano che, negli ultimi vent’anni, i nuclei familiari formati da una sola persona sono cresciuti in modo significativo, passando dal 45 al 57 percento.
Questo dato indica un cambiamento nella composizione sociale e abitativa di Milano. Le famiglie tradizionali si riducono lasciando spazio a forme di convivenza più autonome o isolate. La solitudine, quindi, non è solo un fatto individuale ma una sfida per le politiche sociali e sanitarie nelle città.
Questa evoluzione richiede un nuovo approccio che consideri il supporto psicologico e sociale, oltre alla pura assistenza sanitaria. La solitudine, correlata alle condizioni di non autosufficienza, può infatti peggiorare lo stato di salute e aumentare il bisogno di interventi integrati.
Le parole di lamberto bertolé: una visione per il welfare milanese
Durante l’evento “RSppropriatezza: leggi chiare, costi certi. Chi paga le RSA?” organizzato dall’associazione RisoRSA, l’assessore al welfare del Comune di Milano Lamberto Bertolé ha voluto richiamare l’attenzione sull’urgenza di occuparsi dei temi legati alla non autosufficienza e alla solitudine.
Bertolé ha definito “miope” chi ignora questi problemi, sottolineando come a Milano si stia lavorando da tempo per ridefinire un sistema di assistenza che metta al centro i diritti delle persone. Ha evidenziato che la sfida principale è ridisegnare questo sistema in modo che garantisca qualità e sostenibilità.
Il piano di sviluppo del welfare milanese punta proprio a trovare risposte concrete, calibrate sulle nuove esigenze di una popolazione sempre più longeva e spesso sola. Questa attenzione coinvolge non solo i servizi sanitari, ma anche il tessuto sociale e le forme di assistenza indiretta come i caregiver familiari.
Milano, una sfida per il welfare integrato
Milano, in questo contesto, si confronta con un quadro complesso che richiede interventi articolati e coordinati per offrire sostegno in modo più ampio e inclusivo.
