
A Melazzo si è svolta la commemorazione per i 50 anni della sparatoria di Cascina Spiotta, evento drammatico tra carabinieri e Brigate Rosse durante il sequestro di Vittorio Vallarino Gancia, con omaggio alle vittime e riflessioni sul sacrificio di Giovanni D’Alfonso. - Unita.tv
A cinquant’anni dalla sparatoria avvenuta il 5 giugno 1975 a cascina spiotta, in località arzello vicino melazzo, si è tenuta una cerimonia per ricordare quell’evento legato all’azione dei carabinieri contro le brigate rosse. L’iniziativa è coincisa con il 211/o anniversario della fondazione dell’arma dei carabinieri, e ha avuto luogo oggi nel comune di melazzo, provincia di alessandria.
La storia della sparatoria e le vittime coinvolte
La sparatoria di cascina spiotta rappresenta uno degli episodi più drammatici legati al sequestro di vittorio vallarino gancia, avvenuto il 4 giugno 1975. Le brigate rosse avevano preso in ostaggio gancia, noto imprenditore, e l’intervento delle forze dell’ordine si concluse con uno scontro armato nella cascina situata nella località arzello, poco distante da melazzo.
Durante lo scontro a fuoco perse la vita l’appuntato dei carabinieri giovanni d’alfonso, rimasto ucciso nell’adempimento del proprio dovere. La tragedia coinvolse anche margherita “mara” cagol, figura di rilievo della lotta armata e moglie di renato curcio, che fu uccisa nel medesimo conflitto a fuoco. La vicenda segna una pagina importante nell’epoca degli anni di piombo, riflettendo la difficile situazione di quegli anni in italia.
La cerimonia di commemorazione a melazzo
La cerimonia commemorativa ha visto la partecipazione del sindaco di melazzo, piero luigi pagliano, che ha accolto la delegazione guidata da marco protopapa, consigliere regionale della provincia di alessandria, e da fabio carosso dell’astigiano. Erano presenti anche rappresentanti dell’associazione carabinieri in congedo, insieme a una pattuglia in servizio per dare onore all’evento.
Dopo un minuto di silenzio dedicato alla memoria dell’appuntato giovanni d’alfonso, don domenico pisano ha ricordato l’uomo e le circostanze della sua morte con parole sentite. La commemorazione si è spostata poi verso la cascina spiotta, oggi proprietà privata, dove è stato deposto un omaggio floreale in ricordo delle vittime della sparatoria.
Il ruolo di pietro giovannini e le parole della famiglia
A organizzare l’evento commemorativo è stato il giornalista e scrittore pietro giovannini, che ha curato i dettagli della cerimonia e promosso il ricordo di quel momento storico. Il figlio di giovanni d’alfonso, bruno, ha inviato un messaggio affidato ai social, esprimendo un “grande abbraccio virtuale” al padre e sottolineando il valore del suo sacrificio.
Marco protopapa ha dichiarato che il nome di d’alfonso rimane inciso nella memoria collettiva come simbolo di giustizia, dedizione e sacrificio, affermando che, “nonostante il passare del tempo, il ricordo e il valore dell’episodio non si cancellano né si dimenticano.” La commemorazione a melazzo segue il desiderio di mantenere viva la memoria di quegli eventi complessi e dolorosi, trattenendo le lezioni del passato e onorando chi ha dato la vita nel contrasto alla violenza.