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A lacchiarella rischia di ospitare il data center più grande d’italia con impatto ambientale significativo

La costruzione del data center più grande d’Italia a Lacchiarella solleva preoccupazioni per l’impatto ambientale, la perdita di spazi verdi e il degrado del paesaggio agricolo circostante.

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A Lacchiarella, la costruzione del più grande data center d’Italia genera forti preoccupazioni per l’impatto ambientale, la perdita di spazi verdi e la trasformazione del paesaggio rurale, con proteste che coinvolgono anche i comuni limitrofi del sud Milano. - Unita.tv

La città di lacchiarella è tornata al centro di un acceso dibattito a causa della possibile costruzione del data center più grande d’Italia, progetto che sta suscitando preoccupazioni tra cittadini e amministratori locali. Dopo anni di stop a vari cantieri, la nuova minaccia ambientale emerge con forza, dando origine a un confronto sulle conseguenze del polo tecnologico previsto nella zona agricola e sulla trasformazione del territorio. In questa fase, il tema del paesaggio, dell’inquinamento e della perdita di spazi verdi si pone all’attenzione pubblica con grande urgenza.

Il progetto dei data center e il forte impatto sul paesaggio di lacchiarella

Il cuore della protesta riguarda soprattutto gli impianti di emergenza con i loro imponenti camini di scarico: saranno circa 160, ciascuno alto 23 metri, come dire sei piani di un palazzo. Alessandro Branduardi, consigliere comunale del centrodestra che dal 2018 segue con attenzione tutti i passaggi amministrativi legati a questi cantieri, sottolinea come questa struttura industriale risulti incompatibile con il territorio rurale e con il vicino parco agricolo sud milano.

Il dato sorprendente riguarda proprio la grandezza e la collocazione di questi camini che serviranno a disperdere i fumi prodotti: l’effetto visivo e ambientale sarà pesante, una presenza dominante e poco armoniosa rispetto all’ambiente circostante. Branduardi non nasconde l’amarezza, spiegando “tale intervento andrà a modificare profondamente il paesaggio, ignorando la vocazione agricola e naturale di questa area ormai spesso minacciata da vari insediamenti logistici e industriali.”

La diffusione del fenomeno nei comuni vicini e le preoccupazioni collettive

La questione non riguarda soltanto lacchiarella ma si sta estendendo anche ai comuni limitrofi, come zibido san giacomo, opera, siziano e noviglio. Qui gli impianti simili non sono solo in progetto ma in alcuni casi sono già in fase avanzata di realizzazione. Nel comune di noviglio, per esempio, un data center sta quasi per essere completato, un segnale che la trasformazione del territorio è in atto, senza che si riesca a interrompere o rallentare questa tendenza.

Queste aree, particolarmente vocate all’agricoltura e a spazi verdi, si trovano a dover fronteggiare un cambiamento rapido e deciso che cambia il volto del sud milano. La presenza di tanti camini alti diverse decine di metri si traduce non solo in un impatto visivo, ma anche in un possibile aumento dell’inquinamento atmosferico, una minaccia che molti cittadini e associazioni ambientaliste hanno denunciato più volte, senza al momento riuscire a fermare questi progetti.

La sottrazione di territori verdi e la pressione edilizia crescente nel sud milano

L’anno scorso, proprio nel 2024, è stato autorizzato un nuovo insediamento ad uso terziario su un’area che copre circa 50 campi da calcio accostati. Questa mole di cemento e infrastrutture si aggiunge a quanto già avviene nel sud milano, dove spesso si autorizzano costruzioni di grosse dimensioni a scapito della natura e degli spazi aperti.

Nel frattempo si assistono alla realizzazione di percorsi ambientali e piste ciclabili che sembrano però una risposta insufficiente rispetto alla perdita di terreno naturale. Le iniziative di tutela e valorizzazione degli spazi aperti non riescono a bilanciare le continue richieste e autorizzazioni per grandi progetti infrastrutturali che consumano suolo.

Uno scenario di degrado progressivo

Lo scenario che si sta creando è un quadro di progressivo degrado del territorio, dove aree un tempo verdi vengono cementificate. Le associazioni ambientaliste, insieme a cittadini e alcuni consiglieri comunali, presentano continue interrogazioni, esposti e ricorsi che però, almeno per ora, non bastano a frenare questa ondata di costruzioni a grande scala nel sud milano.