Home A cologno monzese la prima panchina rainbow in piazza castello contro le discriminazioni LGBTQIA+

A cologno monzese la prima panchina rainbow in piazza castello contro le discriminazioni LGBTQIA+

Inaugurata a Cologno Monzese la prima panchina rainbow in Piazza Castello e una mostra in Villa Casati, iniziative per promuovere il rispetto delle identità LGBTQIA+ e combattere le discriminazioni.

A_cologno_monzese_la_prima_pan

A Cologno Monzese è stata inaugurata in piazza Castello la prima panchina rainbow, simbolo di inclusione e lotta alle discriminazioni LGBTQIA+, accompagnata dalla mostra "Chiamami col mio nome" dedicata alle esperienze delle persone transgender. - Unita.tv

A cologno monzese è stata inaugurata la prima panchina rainbow in piazza castello, un gesto concreto per contrastare le discriminazioni legate al mondo LGBTQIA+. L’iniziativa, sostenuta dalla consulta giovani del comune insieme al comitato BU , ha coinvolto numerosi giovani della città. Nel contempo, in villa casati ha aperto una mostra dedicata alle esperienze delle persone transgender, intitolata “chiamami col mio nome”, che vuole dare voce a storie spesso ignorate o discriminate. Questi eventi indicano una nuova attenzione locale verso il riconoscimento della libertà e del rispetto di ogni identità.

Una panchina colorata in piazza castello come simbolo di libertà e lotta alle discriminazioni

La panchina rainbow realizzata in piazza castello a cologno monzese rappresenta qualcosa di più di una semplice installazione colorata. Sulla targa posta accanto si legge chiaramente che quella panchina celebra “la libertà di essere”. Questa frase sintetizza l’obiettivo principale dell’opera: contrastare i pregiudizi e le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La realizzazione è stata promossa dalla consulta giovani del comune, un organismo formato da under 30, in collaborazione con il comitato BU, sorto per combattere ogni forma di discriminazione sul tema LGBTQIA+.

Un coinvolgimento giovanile significativo

Il coinvolgimento giovanile è stato intenso. La panchina è diventata un simbolo visibile, capace di attirare l’attenzione di chi passa da piazza castello e di ricordare la necessità di rispetto verso tutte le persone, senza distinzioni. Il progetto ha voluto segnare un momento di svolta per la comunità cittadina, un invito a non sottovalutare più casi di intolleranza o di episodi di violenza verbale e fisica ai danni di persone di orientamento sessuale e identità di genere non conformi. In otto colori disposti sapientemente, la panchina richiama la bandiera rainbow, riconosciuta a livello globale come simbolo di inclusione.

La mostra in villa casati: dare voce alla realtà delle persone transgender

Mentre la panchina rainbow richiama l’attenzione sulla libertà in senso esteso, la mostra “chiamami col mio nome” in villa casati a cologno monzese si concentra sul vissuto delle persone transgender. L’esposizione racconta, attraverso fotografie, testimonianze e documenti, le esperienze di chi affronta difficoltà quotidiane legate a una società ancora poco pronta all’accettazione. La mostra ha aperto i battenti con l’obiettivo di contribuire a una maggiore conoscenza di queste identità e di sensibilizzare i visitatori su un tema spesso frainteso o ignorato.

Memoria e consapevolezza contro la transfobia

Questa iniziativa vuole ricordare anche le tantissime vittime di transfobia, omo-lesbo-bi transfobia, episodi che purtroppo segnano drammaticamente molte comunità. Molte persone trans e queer, tra cui giovani, hanno perso la vita a causa di discriminazioni violente e pregiudizi radicati. La mostra rappresenta un monito a ricordare quei nomi e quelle storie, tenendo vivo il ricordo per creare una società meno ostile e più consapevole. Il comitato BU ha sottolineato che eventi come questo sono necessità concrete, non simboli vuoti.

Un percorso concreto di sensibilizzazione e educazione alla libertà di essere

La panchina rainbow e la mostra in villa casati non sono solo momenti isolati. Sono segnali di un impegno diffuso sul territorio di cologno monzese per iniziare un percorso serio di sensibilizzazione su temi cruciali come uguaglianza e libertà. Già dall’inaugurazione si è parlato di educazione come base per combattere discriminazioni e pregiudizi. La voglia è di costruire spazi pubblici e culturali dove tutti possano sentirsi accolti, senza paura di esprimere la propria identità.

Il ruolo dei giovani e delle attività future

La presenza attiva di giovani nelle iniziative segnala un cambio generazionale importante, destinato a proseguire anche oltre. Nessuno, dentro la comunità, vuole più accettare che la diversità diventi causa di esclusione o violenza. Si annuncia così il lancio di attività formative rivolte a scuole e associazioni, credendo che la conoscenza possa scardinare stereotipi e generare rispetto. Il messaggio che emerge è chiaro: la libertà di essere è un diritto da proteggere nel quotidiano, nei fatti e nelle parole, oltre che nei simboli.