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A bari vecchia le pastaie protestano contro le multe e smettono di fare orecchiette nei vicoli

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A Bari Vecchia, le pastaie hanno scioperato contro le multe per occupazione di suolo pubblico e le nuove norme comunali, denunciando difficoltà nel mantenere viva la tradizione delle orecchiette e chiedendo dialogo con le istituzioni. - Unita.tv
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Nel cuore di bari vecchia, il cuore pulsante della tradizione gastronomica pugliese, si è consumato uno sciopero insolito. Le pastaie, custodi di una ricetta antica come le orecchiette, hanno deciso di non lavorare in segno di protesta contro le recenti multe che le hanno colpite per presunta occupazione di suolo pubblico. Il gesto ha fatto emergere una tensione tra il Comune e chi da decenni mantiene viva una delle usanze culinarie più apprezzate in città.

La protesta delle pastaie nelle strade di bari vecchia

In una scena dai toni amari, una spianatoia di legno, solitamente teatro di impasti frenetici, resta vuota, con un mucchio di farina che ricorda un piccolo vulcano, segno di un lavoro lasciato a metà. Accanto, un essiccatore per alimenti porta una scritta chiara e diretta: «Chiuso perché il Comune non vuole più farci lavorare. Lutto orecchiette». Questo messaggio rappresenta la rabbia e la frustrazione delle pastaie, ferme nonostante i vicoli siano invasi di turisti attratti dalla tradizione locale.

Multe e occupazione di suolo pubblico

La decisione di non impastare nasce dopo che nei giorni precedenti la Guardia di Finanza ha elevato multe da cinquemila euro alle protagoniste di questa protesta. Il motivo: l’occupazione di suolo pubblico, che secondo le autorità non rispetterebbe le norme vigenti. Le pastaie si trovano così a dover sospendere un’attività che non solo genera reddito ma rappresenta un pilastro identitario di bari vecchia.

Le richieste e le difficoltà delle pastaie nel mantenere la tradizione

Franca, una delle pastaie che lavora insieme alla figlia e alla sorella, racconta la situazione con chiarezza. Ogni giorno produce circa 30 chili di orecchiette, ma ora il lavoro si è bloccato. Il problema non riguarda solo le multe. Ci sono nuove regole imposte dal Comune, tra cui l’obbligo del corso haccp, pensato per garantire la sicurezza alimentare dei prodotti. «Ci hanno fatto fare il corso haccp che non ci serve», dice Franca, sottolineando come questo requisito abbia complicato la realtà delle pastaie che lavorano in modo artigianale.

Risposta delle istituzioni

Il Comune, rappresentato dal sindaco vito leccese e dall’assessore pietro petruzzelli, resta però silenzioso. Secondo Franca nessuno risponde ai loro tentativi di contatto per trovare soluzioni. Le pastaie vorrebbero “regolarizzare tutto”, come dichiara la donna, ma manca una linea guida chiara che permetta loro di rispettare le norme senza sacrificare la tradizione.

L’impatto sul turismo e la comunità locale

La protesta delle pastaie non è rimasta inosservata al grande flusso di visitatori che popola bari vecchia. Molti turisti hanno assistito ai banchi ormai vuoti, provocando delusione. In un luogo dove la cucina di strada, fatta di gesti antichi, richiama ogni anno migliaia di appassionati, questo stop ha lasciato un vuoto difficile da colmare.

La decisione di fermarsi proprio in un momento di picco turistico mostra la determinazione del gruppo, disposto a rinunciare al lavoro pur di far sentire la propria voce. Franca conclude ribadendo la volontà di portare avanti la tradizione, a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli imposti da chi amministra la città.

Tensioni tra patrimonio gastronomico e istituzioni

Il confronto tra chi custodisce il patrimonio gastronomico e le istituzioni sembra destinato a durare, con bari vecchia al centro di una discussione che coinvolge cultura, regolamenti e la sopravvivenza di una pratica antica.

Ultimo aggiornamento il 20 Maggio 2025 da Rosanna Ricci

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Rosanna Ricci

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