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130 nuovi alpini in addestramento sulle montagne del veneto e trentino con marce e ascensioni impegnative

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La formazione dei 130 giovani alpini, tra cui 22 donne provenienti da tutta Italia, prosegue intensamente nelle montagne del Veneto e del Trentino. Dopo aver ricevuto il tradizionale cappello con la penna nera sabato scorso a L’Aquila durante il corso “Solarolo III”, i militari stanno affrontando prove fisiche e tecniche che uniscono l’addestramento alpinistico alla memoria storica delle battaglie combattute in quelle zone.

Partenza dai luoghi simbolo: bassano del grappa e val pusteria

Ieri mattina due gruppi di nuovi alpini hanno iniziato le attività sul territorio montano. Il primo è partito dal ponte degli Alpini a Bassano del Grappa, nel vicentino, con destinazione monte Corno. Il secondo gruppo ha invece percorso una marcia di circa 35 chilometri dalla Val Pusteria fino a Cortina d’Ampezzo. Questi spostamenti non sono solo trasferimenti ma vere prove di resistenza fisica sotto carico: ogni militare porta uno zaino con attrezzatura ed arma individuale per un peso complessivo vicino ai trenta chili.

Il ponte degli Alpini rappresenta un luogo ricco di storia per la Brigata Alpina Julia che qui si è distinta durante la Grande Guerra. La scelta di questo punto per l’inizio della marcia sottolinea il legame profondo tra formazione tecnica e patrimonio storico-militare.

Escursioni sulle dolomiti: tofana di mezzo, lagazuoi e passo falzarego

Dal centro turistico di Cortina d’Ampezzo, questa mattina il primo gruppo ha preso la funivia fino alla Tofana di Mezzo . Da qui è iniziata una lunga escursione verso Lagazuoi e Passo Falzarego lungo sentieri impegnativi che comprendono anche una via ferrata da superare sotto supervisione esperta.

Queste tappe servono ad abituare i giovani alpini alle condizioni alpine più difficili dove equilibrio ed esperienza sono fondamentali per muoversi su pareti rocciose verticali o esposte al vento freddo delle quote alte. L’allenamento su vie ferrate rafforza capacità tecniche indispensabili in missioni reali o soccorsi in montagna.

Nel frattempo il secondo gruppo si concentrava sull’ascensione al Monte Cengio , altro sito importante della Prima guerra mondiale conosciuto come “Colle dei Martiri” proprio per le dure battaglie combattute dagli alpini contro le truppe austro-ungariche nel 1916.

Marce impegnative ed esercitazioni con carico completo

Nei giorni seguenti i due gruppi continueranno ad alternarsi tra camminate lunghe sui sentieri dolomitici ed esercitazioni pratiche sul terreno irto tipico dell’arco alpino veneto-trentino. Le attività prevedono sempre lo zaino completo dell’equipaggiamento individuale più l’arma personale; questo significa portarsi dietro circa trenta chili mentre si percorrono distanze significative spesso sopra i duemila metri d’altitudine.

Le condizioni climatiche variabili aggiungono ulteriore difficoltà all’esercizio fisico: pioggia improvvisa, nebbia o vento forte mettono alla prova nervi saldi oltre che forza muscolare e resistenza cardiovascolare dei partecipanti.

L’obiettivo principale resta quello di consolidare autonomia operativa nei contesti montani più insidiosi dove gli alpini intervengono sia in operazioni militari sia nei soccorsi civili come frane o valanghe.

Ricongiungimento a borgo valsugana dopo omaggio ai caduti sul monte pasubio

Venerdì prossimo è previsto l’incontro finale dei due gruppi a Borgo Valsugana . Qui sarà compiuto un gesto solenne presso l’ossario dedicato ai Caduti della Prima guerra mondiale situato sul Monte Pasubio. Questo luogo rappresenta uno dei teatri principali delle battaglie alpine tra Italia ed Impero Austro-Ungarico durante gli anni dal 1915 al 1918.

Il momento commemorativo rinnova quel senso identitario molto forte nella tradizione degli Alpini; onorando chi ha sacrificato la vita nelle stesse montagne dove oggi si formano questi giovani soldati ci si collega idealmente ad una storia fatta anche di sofferenza ma piena d’impegno patriottico profondo.

Dopo questa tappa simbolica inizieranno nuove prove pratiche finalizzate alla preparazione completa prima della conclusione ufficiale del corso Solarolo III.

Pellegrinaggio finale sul monte ortigara teatro della grande guerra

L’intero addestramento terminerà domenica prossima con il pellegrinaggio collettivo organizzato insieme all’Associazione Nazionale Alpini sul Monte Ortigara , cima tristemente nota per essere stata scenario nel giugno-luglio 1917 dello scontro fra truppe italiane ed austro-ungariche costato migliaia di vittime da entrambe le parti.

La camminata su quei sentieri stretti fra rocce impervie vuole essere non solo momento sportivo ma soprattutto occasione per riflettere sulla memoria storica condivisa dagli appartenenti alle penne nere. Parteciparvi significa entrare nella dimensione umana oltre quella militare, toccando direttamente quei luoghi resisi famosi grazie allo spirito tenace dimostrato dai soldati italiani cento anni fa.

Questo passaggio finale suggella idealmente tutto quanto appreso durante le settimane precedenti, racchiudendo fatica fisica, disciplina tecnica, senso civico legato alle origini alpine. Un percorso complesso quanto significativo nella crescita professionale degli uomini e donne chiamati oggi ad indossare quell’uniforme così riconoscibile nell’Esercito italiano moderno.


Tra questi nuovi reclutati ci sono dieci veneti originari delle province vicentine, veronesi e trevigiane. Arrivati dopo undici settimane intense trascorse al Centro Addestramento Alpino ad Aosta, ora affrontano quest’ultima fase immersa nelle Dolomiti abbracciate dalle vette più aspre.

Written by
Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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