La sentenza del tribunale di Frosinone riapre la discussione sugli autovelox: senza verifica periodica le multe rischiano di non essere valide.
La questione degli autovelox torna a creare scompiglio fra automobilisti e istituzioni, dopo una recente sentenza pronunciata dal tribunale di Frosinone, destinata a far discutere. Al centro del dibattito, ancora una volta, c’è la differenza tecnica tra dispositivi approvati e dispositivi omologati, termini spesso confusi tra loro ma che invece indicano procedure completamente diverse. L’omologazione, infatti, è un iter molto più rigoroso, che prevede la verifica della conformità del dispositivo di rilevazione della velocità rispetto a specifiche norme tecniche. L’approvazione, al contrario, riguarda aspetti diversi e non coincide con la verifica rigorosa delle caratteristiche tecniche.
La sentenza di Frosinone: multa annullata per mancata verifica periodica
La questione degli autovelox è esplosa nuovamente a causa di una multa emessa dalla Polizia Municipale di Veroli, in provincia di Frosinone, tramite un dispositivo posto al km 17+800 in direzione Ferentino. L’automobilista coinvolto aveva inizialmente presentato ricorso al Giudice di pace, vedendoselo però respingere. Tuttavia, il tribunale di Frosinone, con la sentenza numero 346/25, ha completamente ribaltato la decisione precedente, stabilendo un precedente importante.
Il giudice ha chiarito che la taratura dell’autovelox non può essere in alcun modo considerata equivalente alla verifica periodica del funzionamento dello stesso. Si tratta di due procedure obbligatorie, complementari ma non sostituibili. La multa è stata così annullata proprio perché, nonostante la taratura fosse stata regolarmente dimostrata, mancava la necessaria verifica periodica dell’effettiva funzionalità dell’apparecchio. Questo, per il giudice, è stato sufficiente a compromettere la validità della sanzione stessa.
A seguito di questa sentenza, oltre ad aver annullato la multa, il giudice ha anche condannato la Prefettura al pagamento delle spese legali sostenute dal cittadino. Una decisione che apre scenari potenzialmente critici per le amministrazioni comunali italiane, dal momento che secondo alcune stime, oltre il 50% degli autovelox installati lungo le strade potrebbe risultare privo della necessaria verifica periodica, esponendo quindi le multe emesse al rischio di annullamento.
Le conseguenze della sentenza per automobilisti e Comuni
Questa sentenza è destinata a diventare un precedente significativo, con possibili ricadute pesanti per le casse comunali. Infatti, ogni giorno migliaia di multe vengono elevate tramite apparecchi elettronici, spesso senza che venga effettuata regolarmente la verifica periodica di funzionamento, elemento imprescindibile per garantirne l’affidabilità. Questa prassi diffusa potrebbe adesso essere contestata massivamente dagli automobilisti che ricevono multe, specialmente quando sono elevate in punti critici o particolarmente redditizi per i Comuni.
Per gli automobilisti, dunque, la sentenza rappresenta un potenziale strumento di difesa contro sanzioni percepite come ingiuste. Il rischio per le amministrazioni locali è quello di vedere un aumento esponenziale dei ricorsi, con conseguenti perdite di introiti e spese legali aggiuntive. Sarà ora fondamentale per i Comuni italiani procedere rapidamente con le necessarie verifiche periodiche e regolarizzare le procedure di controllo degli apparecchi autovelox, in modo da evitare annullamenti di massa e una conseguente crisi delle entrate legate alle multe per eccesso di velocità.
La sentenza del tribunale di Frosinone, dunque, potrebbe davvero rappresentare una svolta in materia, ponendo l’accento sull’importanza di procedure precise e rigorose nella gestione degli autovelox. Un tema, quello della trasparenza e della regolarità degli strumenti di rilevazione della velocità, da sempre molto sentito dagli automobilisti italiani, ormai esasperati da multe percepite spesso come ingiustificate o eccessivamente punitive.
