Il Codice della Strada rivede il ruolo dei pedoni: oggi anche a piedi si può ricevere una sanzione, anche se si è sulle strisce.
Negli ultimi mesi si è parlato spesso delle modifiche al Codice della Strada. Le nuove regole, già operative in parte e ancora in fase di assestamento in altri punti, hanno sollevato dubbi e polemiche. Normative più rigide, multe più pesanti e maggiore attenzione a chi si muove a piedi: non è più solo l’automobilista ad avere l’obbligo di essere vigile. Anche i pedoni ora finiscono sotto la lente, in particolare in caso di comportamenti imprudenti che possono causare pericolo, anche in assenza di un sinistro. Chi attraversa la carreggiata con le cuffiette nelle orecchie, lo sguardo sul telefono o in modo incerto, rischia di incorrere in sanzioni, e in certi casi di vedersi attribuire la responsabilità parziale o totale in caso di incidente. Il concetto di “precedenza assoluta” per chi cammina non è più così rigido come in passato.
Cosa rischia il pedone che sbaglia anche sulle strisce
C’è un principio sempre più spesso ripreso nei verbali e nelle sentenze: le strisce pedonali non sono più un rifugio garantito. In teoria, il pedone che attraversa nel punto corretto dovrebbe avere la precedenza. Ma se lo fa di corsa, senza guardare, col telefono in mano o in modo imprevedibile, allora il discorso cambia.

Alcuni tribunali hanno già stabilito che in casi simili la colpa può ricadere proprio sul pedone. Anche un gesto apparentemente innocuo, come fermarsi in mezzo alla carreggiata o tagliare la strada in diagonale, può trasformarsi in un elemento a sfavore. Il riferimento normativo è l’articolo 190 del Codice della Strada, che impone ai pedoni di attraversare senza rallentare il traffico, perpendicolarmente e con la massima attenzione. Chi trasgredisce può ricevere una sanzione da 26 a 102 euro, anche se non c’è stato nessun contatto con un veicolo. L’obiettivo è ridurre le situazioni di rischio potenziale, trattando ogni utente della strada – automobilista o pedone – con lo stesso rigore.
Quando la colpa non è più solo di chi guida
La percezione comune vuole che in un incidente tra auto e pedone, sia sempre l’automobilista a sbagliare. Ma questo non è più un automatismo. I giudici stanno valutando caso per caso, tenendo conto del comportamento di entrambe le parti. Se il conducente rispetta i limiti, rallenta in prossimità delle strisce e mantiene una condotta prudente, ma il pedone attraversa in maniera improvvisa o pericolosa, la responsabilità può essere condivisa o esclusiva del pedone stesso. Le sentenze più recenti sottolineano come il concetto di diligenza valga per tutti: anche chi cammina deve adottare comportamenti corretti. La figura del pedone “sacro” e intoccabile si è ridimensionata. Oggi, la sicurezza stradale si costruisce anche a piedi, con regole da rispettare e sanzioni pronte a colpire chi si distrae o sottovaluta il contesto urbano.