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Airbag killer: donna muore in Francia, migliaia di auto pericolose anche in Italia

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Il richiamo degli airbag Takata si allarga: coinvolte Citroën, BMW, Toyota e altri marchi, ma in Italia scarseggiano informazioni e controlli.

L’11 giugno 2025 una donna ha perso la vita a Reims, nel nord della Francia, a causa dell’esplosione del suo airbagmentre era alla guida di una Citroën C3. Il dispositivo, prodotto dal colosso giapponese Takata, è già noto per difetti che in passato hanno causato circa 30 morti nel mondo. Secondo le autorità francesi, il sistema di innesco del gas contenuto nell’airbag era deteriorato: un degrado accelerato dall’umidità e dalle alte temperature, che sempre più spesso colpiscono anche l’Europa settentrionale.

Questo nuovo caso ha spinto il governo francese a reagire con una misura senza precedenti: il divieto immediato di circolazione per tutte le Citroën C3 e DS3 ancora dotate di airbag non sostituiti. Il provvedimento riguarda circa 250.000 veicoli, concentrati soprattutto nel nord del Paese, dove i richiami erano partiti in ritardo. Oltre allo stop alla circolazione, sono stati avviati controlli capillari e una campagna informativa urgente per spingere i proprietari a sostituire gratuitamente il dispositivo.

La decisione è stata accolta con favore dalle associazioni dei consumatori, che da tempo chiedevano azioni vincolanti e non solo informative. In un contesto in cui i cambiamenti climatici accelerano il deterioramento dei componenti, anche i dispositivi di sicurezza possono diventare potenziali minacce.

Modelli coinvolti e rischio esteso: migliaia di auto ancora in strada

Il problema degli airbag Takata non si limita a pochi modelli o a un singolo marchio. L’elenco aggiornato include centinaia di veicoli, prodotti tra la fine degli anni ’90 e il 2019, da oltre 30 case automobilistiche. Oltre a Stellantis (Citroën, DS, Opel), sono coinvolti nomi noti come BMW, Toyota, Volkswagen, Honda, Mazda, Ford, Nissan, Mercedes e Audi. In Francia, sono oltre 441.000 le auto interessate, in Europa il numero supera i 3 milioni.

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Il difetto riguarda una componente interna dell’airbag che, in caso di attivazione, può esplodere con eccessiva forza. Nei casi più gravi, l’airbag si trasforma in un frammento letale. Il materiale esplosivo, basato su nitrato di ammonio, si deteriora facilmente in presenza di umidità e caldo prolungato, condizioni ormai comuni anche in Paesi una volta considerati sicuri.

Il caso più noto resta quello di Sam Ballard, giovane australiano che nel 2010 contrasse un’infezione cerebrale mortale dopo aver ingerito una lumaca infetta da un altro parassita, ma il nuovo incidente in Francia dimostra che anche i sistemi di sicurezza certificati possono fallire se trascurati.

Dopo il blocco imposto da Parigi, anche altri governi europei stanno valutando misure simili. La Francia ha avviato controlli su oltre 80.000 Citroën C3 e DS3 in circolazione nel proprio territorio. In Italia, però, la situazione è molto meno chiara.

Il caso italiano: richiami poco trasparenti e rischio sottovalutato

In Italia, milioni di veicoli sono potenzialmente coinvolti dal richiamo degli airbag Takata, ma la gestione delle informazioni è frammentaria e inefficace. Fino al 2020, il Ministero dei Trasporti pubblicava un bollettino semestralecon l’elenco delle campagne di richiamo, ma i dati non sono più aggiornati e l’adesione da parte dei costruttori era su base volontaria. Questo significa che molti automobilisti italiani non sono mai stati avvisati, o hanno ricevuto comunicazioni tardive e incomplete.

Per controllare se il proprio veicolo è coinvolto, oggi l’unica via certa è visitare il sito del produttore e inserire il numero di telaio (VIN). Ma questa procedura richiede un’iniziativa autonoma da parte del cittadino e non garantisce una copertura uniforme. Alcuni utenti hanno raccontato di aver continuato a circolare per anni senza sapere di avere un airbag potenzialmente pericoloso.

Secondo fonti dell’ACI, in Italia potrebbero essere ancora oltre 500.000 i veicoli in circolazione non ancora messi in sicurezza. E mentre il clima italiano, specie in estate, presenta le condizioni ideali per accelerare il degrado dei dispositivi, non esiste al momento alcun blocco alla circolazione, né una campagna nazionale di informazione efficace.

Le associazioni dei consumatori chiedono un cambio di rotta: una banca dati pubblica, la ripresa dei bollettini ufficialidel MIT, e un sistema di notifica automatica ai proprietari. In attesa di queste misure, resta fondamentale controllare manualmente il proprio veicolo. Chi guida una Citroën C3, una DS3 o uno dei tanti modelli elencati nelle liste ufficiali, dovrebbe verificare subito se il proprio airbag è stato sostituito.

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