Violenza di genere e giustizia: il nuovo numero de il vaso di pandora affronta il tema con uno sguardo interdisciplinare
Il numero recente de Il vaso di pandora esplora la violenza di genere, analizzando i dati ISTAT 2023 sui femminicidi e proponendo un approccio interdisciplinare per affrontare il fenomeno.

Il numero recente della rivista *Il vaso di pandora* approfondisce la violenza di genere, con dati ISTAT allarmanti, analisi interdisciplinari e riflessioni su aspetti giuridici, psichiatrici e sociali, proponendo un dibattito complesso per affrontare il fenomeno in modo integrato e umano. - Unita.tv
Il recente numero della rivista Il vaso di pandora – dialoghi in psichiatria e scienze umane dedica ampio spazio alla violenza di genere, analizzata non solo come fatto sociale ma anche sotto il profilo giuridico e psichiatrico. Il dato più allarmante arriva dall’istat, che nel 2023 conta 96 femminicidi, con la maggior parte delle vittime uccise da partner o ex. La pubblicazione, presentata a Genova questo mese, cerca di andare oltre le letture superficiali del fenomeno, proponendo una riflessione complessa e articolata su come la società e la giustizia affrontano queste tragedie.
Un bilancio inquietante: dati istat 2023 sulla violenza di genere
Nel 2023 l’istat ha registrato numeri drammatici riguardo la violenza contro le donne: 96 femminicidi, con otto assassinii su dieci commessi ai danni di vittime di sesso femminile. Tra questi, 63 sono stati perpetrati da conviventi, partner o ex partner. Questi numeri sottolineano una realtà preoccupante, che il dibattito pubblico fatica ancora a interpretare nella sua complessità. Non si tratta solo di una questione criminale, ma anche culturale e sociale.
L’emergenza di questi dati impone una riflessione profonda sulla giustizia penale: in quali casi dovrebbe scattare l’ergastolo? Che ruolo hanno le misure restrittive e come devono intervenire gli operatori della salute mentale? Le risposte non possono limitarsi a punizioni rigide o misure cautelari più severe. È necessario tenere conto anche della protezione delle vittime, della prevenzione e della riparazione sociale. La cronaca di questi fatti indica un’emergenza che reclama non soltanto repressione, ma un cambio di mentalità su larga scala.
Leggi anche:
Il punto di vista della rivista il vaso di pandora
Il numero della rivista edita da Erga Edizioni si propone di affrontare la violenza di genere a 360 gradi, senza ridurre il fenomeno a un semplice problema giuridico o sanitario. I curatori Norberto Miletto e Monica Carnovale hanno raccolto contributi di esperti provenienti da più ambiti: diritto, psichiatria, filosofia, politica, società.
Questo approccio interdisciplinare consente di osservare le connessioni tra la salute mentale degli autori di reati, il sistema giudiziario e gli elementi culturali responsabili della persistenza della violenza. La presentazione avvenuta a Genova, nello Spazio Archeologico dei Giardini Luzzati, ha messo in luce l’intento della rivista: evitare risposte semplificate e aprire un dialogo costruttivo tra discipline diverse, per individuare soluzioni più umane e aderenti ai fatti reali.
Sulle proposte di legge: femminicidio, ergastolo e ddl antiviolenza
Il femminicidio, recentemente riconosciuto come reato autonomo, appare al centro delle discussioni legislative. La proposta di legge che introduce il carcere a vita per questo tipo di delitti segna un cambio di rotta rispetto alle pene tradizionali, che prevedevano un massimo di 21 anni. La novità punta a combattere con strumenti più severi un fenomeno che colpisce in modo violento e sistematico le donne.
Oltre all’inasprimento delle pene, il ddl prevede misure cautelari più rigorose per prevenire potenziali nuovi atti di violenza. Queste disposizioni riguardano soprattutto i soggetti considerati pericolosi, spesso con precedenti di violenza domestica. È un tentativo dello Stato di fermare un ciclo che spesso culmina in tragedia.
I temi legali sono però intrecciati con questioni sociali, come la protezione delle vittime e la riabilitazione degli autori. Moderare la durezza della giustizia senza ignorare la gravità degli atti richiede equilibrio e attenzione al singolo contesto. Il ddl antiviolenza prova a offrire queste risposte, anche se la strada rimane lunga e complessa.
Riflessioni psichiatriche e giuridiche nel nuovo numero di il vaso di pandora
Il nuovo numero del vaso di pandora si apre con un saggio importante dell’ultima filosofa Grazia Zuffa, recentemente scomparsa. Nel testo, Zuffa mette in discussione l’uso del diritto penale come unico strumento per contrastare la violenza di genere. Segnala come il diritto rischi di trasformarsi in una forma simbolica e punitiva, incapace di incidere sulle radici culturali del problema e sul concetto stesso di soggettività femminile.
Franco Corleone riprende queste riflessioni per denunciare le contraddizioni del sistema giudiziario quando si tratta di persone affette da disturbi psichici che commettono reati. Secondo l’ex garante dei detenuti la figura del “folle reo” rimane ambigua e crea una divisione artificiosa tra cura e punizione. La psichiatria, scrive Corleone, non dovrebbe diventare un mezzo per esercitare controllo penale o etichettare i malati mentali.
La giustizia non può basarsi solo su diagnosi psichiatriche o su pregiudizi. Serve un cambiamento culturale profondo che porti a riconoscere la complessità delle situazioni senza perdere di vista dignità e diritti umani. Il dibattito tra diritto e salute mentale riguarda al cuore il concetto di responsabilità e imputabilità in casi delicati, che il sistema fatica ancora a gestire con chiarezza e umanità.
Corleone invita a superare la rigidità e l’approccio meccanico della magistratura, verso un sistema che integri prassi giuste e rispetto delle persone più fragili. Lo Stato di diritto, così come lo conosciamo, si gioca sulla capacità di bilanciare sicurezza e tutela dei diritti umani, anche in ambiti complessi come la violenza di genere legata a patologie mentali.