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Usa revoca le sanzioni alla siria cinque mesi dopo il rovesciamento del regime di assad

La revoca delle sanzioni americane alla Siria segna un cambiamento nelle relazioni internazionali, mentre la nuova leadership di HTS affronta sfide interne e tensioni con le minoranze.

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Gli Stati Uniti hanno revocato le sanzioni sulla Siria dopo la caduta di Assad, riconoscendo il nuovo governo di Hayat Tahrir al-Sham guidato da al Sharaa, grazie anche alla mediazione di Arabia Saudita e Usa, aprendo a una possibile stabilizzazione politica ed economica nella regione, ma con persistenti tensioni interne e condizioni stringenti da Washington. - Unita.tv

La decisione degli Stati Uniti di annullare le sanzioni imposte alla Siria pochi mesi dopo il crollo del regime di Bashar al-Assad segna un punto di svolta nelle relazioni internazionali mediorientali. La nuova leadership guidata dai ribelli sunniti di Hayat Tahrir al-Sham sembra aver guadagnato un riconoscimento diplomatico significativo, nonostante le tensioni interne e la dura repressione sulle minoranze. Questo passo del governo di Washington è stato il risultato di un complesso gioco diplomatico, in cui Arabia Saudita e altri attori regionali hanno svolto un ruolo chiave. Di seguito l’analisi dettagliata degli sviluppi politici, sociali e diplomatici che caratterizzano questa fase attuale della Siria.

La nuova realtà politica post assad e la mobilitazione della popolazione a damasco

Con la fuga di Bashar al-Assad e dei suoi principali alleati verso la Russia, il potere in Siria è passato nelle mani di HTS, un gruppo jihadista sunnita guidato da Ahmad al Sharaa, noto come Muhammad Al-Jawlani. Questa transizione ha suscitato reazioni immediate nella capitale Damasco, dove le code agli sportelli bancari e ai bancomat sono diventate un segnale tangibile della speranza popolare legata alla revoca delle sanzioni americana. Per anni la popolazione ha vissuto sotto un regime che ha imposto violenze e conflitti prolungati, mentre l’economia rimaneva in condizioni drammatiche.

L’effetto di poter accedere nuovamente ai servizi finanziari rappresenta un contributo concreto alla ripresa, anche se il clima di sicurezza resta precario. Nel cuore della città e nelle aree di controllo HTS, la legge islamica scandisce ogni aspetto della vita quotidiana, mantenendo uno stato di tensione persistente. La persecuzione degli alawiti e di altre minoranze continua con episodi violenti, segno che la transizione politica non ha ancora prodotto un ambiente di inclusione o stabilità completa.

La leadership di al Sharaa, ex capo di al Qaeda, controlla la situazione con durezza, consolidando un’autorità che riceve consensi da partner internazionali ma che non elimina le preoccupazioni per i diritti umani. Al di fuori della capitale, le zone di influenza dei ribelli si estendono mentre si tenta di avviare politiche di ricostruzione essenziali dopo decenni di conflitto. Il panorama resta complesso: da una parte l’entusiasmo per la fine delle sanzioni, dall’altra il peso di un controllo rigoroso e controverso.

Dettagli sull’impatto sociale nella capitale

La mobilitazione popolare a Damasco evidenzia come le aspettative siano elevate, ma gli ostacoli per una vera normalizzazione rimangono numerosi. La trasformazione politica non è ancora in grado di offrire garanzie concrete per tutti i cittadini, soprattutto per le minoranze perseguitate.

La decisone degli stati uniti e il ruolo del principe bin salman nella mediazione

Il passo degli Stati Uniti arriva dopo un lungo percorso diplomatico guidato dal presidente Donald Trump e dal principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohamed Bin Salman. L’incontro tra Trump e al Sharaa a Riad ha segnato un fatto storico: per la prima volta dopo un quarto di secolo un leader siriano dialoga direttamente con il presidente americano. Questo confronto ha portato a un annuncio netto: la totale revoca delle sanzioni sul territorio siriano, un cambio di strategia che mira a favorire la stabilizzazione economica e politica.

La mossa è stata accolta con entusiasmo nelle strade di Damasco, dove la popolazione spera di tornare a una vita più normale. Già negli ultimi mesi, è aumentata la pressione per far ripartire il commercio e gli investimenti esteri. Trump ha sottolineato la necessità che la nuova Siria si impegni nel dialogo con Israele e nella lotta contro i gruppi terroristici palestinesi ancora presenti. Il presidente statunitense ha posto condizioni precise, come la gestione delle carceri nel nord-est, dove si trovano ancora prigionieri jihadisti.

La mediazione di bin salman

La mediazione di Bin Salman è stata decisiva anche nel raccogliere il sostegno delle potenze regionali. L’Arabia Saudita ha avviato intese economiche con gli Stati Uniti per decine di miliardi di dollari, rafforzando così la rete diplomatica contro l’influenza iraniana. Il tentativo è quello di creare un fronte arabo-israeliano capace di isolare ulteriormente Teheran e il suo regime sciita, che resta il principale avversario nella regione.

Le condizioni poste da washington e le prospettive per la nuova siria

Nonostante la revoca formale delle sanzioni, Washington mantiene diverse riserve sulla futura collaborazione con il governo di al Sharaa. Trump ha esplicitato la necessità che la Siria firmi gli Accordi di Abramo con Israele, un passo chiave per la pacificazione mediorientale. Il presidente americano ha chiesto anche l’impegno a deportare elementi considerati terroristi palestinesi e a garantire un controllo rigoroso delle carceri in mano ai ribelli.

Resta da vedere se al Sharaa e HTS sapranno rispettare queste condizioni senza perdere il consenso interno. Nel frattempo, la Turchia si mostra favorevole alla revoca delle sanzioni e ha sancito un’intesa in video collegamento con Trump e Bin Salman. Damasco vorrebbe attrarre investimenti occidentali nei settori del gas e del petrolio, sperando in un rilancio economico che possa avvicinare gli interessi di Stati Uniti e Paesi arabi.

Il contesto regionale e gli accordi storici

L’accordo di non aggressione tra Siria e Israele, siglato nel 1974, viene richiamato come base per una convivenza più stabile. Ma il cammino appare incerto: la Siria ha vissuto decenni di guerre, alleanze mutevoli e conflitti religiosi che ancora lasciano tracce profonde. Il nuovo assetto politico e diplomatico va dunque monitorato con attenzione, tenendo conto delle tensioni ancora presenti nel territorio e le condizioni poste dai partner internazionali.