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Università di chieti, polemiche per la messa in ricordo di papa francesco e reazioni degli studenti

La messa in memoria di papa Francesco all’università di Chieti ha sollevato polemiche tra studenti e politici, evidenziando tensioni sulla laicità e sull’uso degli spazi accademici per eventi religiosi.

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La messa in memoria di papa Francesco all’Università di Chieti ha scatenato un acceso dibattito tra studenti e partiti sulla laicità degli spazi accademici, con proteste studentesche e interventi delle forze dell’ordine. - Unita.tv

La recente celebrazione di una messa in memoria di papa francesco all’università di chieti ha scatenato accese discussioni tra studenti e partiti politici locali. L’evento, organizzato a un mese dalla scomparsa del pontefice, ha suscitato un dibattito sull’opportunità di ospitare manifestazioni religiose in un contesto universitario pubblico o sulla necessità di mantenere la laicità delle istituzioni accademiche.

La messa per papa francesco al campus di chieti

Il 21 maggio scorso, nel piazzale della facoltà di lettere dell’università di chieti, si è svolta una messa in ricordo di papa francesco. La funzione è stata officiata dall’arcivescovo bruno forte, figura nota nel panorama religioso locale. L’iniziativa era stata annunciata tramite un’email ufficiale indirizzata agli studenti e al personale accademico, fatto che ha acceso un vivace dibattito sui limiti degli eventi religiosi in ambito universitario.

Sovrapposizione con attività didattiche

La scelta di organizzare la celebrazione durante l’orario accademico ha sollevato questioni relative al possibile disturbo alle normali attività didattiche, visto che in contemporanea si tenevano lezioni, esami e riunioni. Questa sovrapposizione ha generato anche dubbi sull’utilizzo degli spazi universitari e dei canali di comunicazione istituzionali per promuovere appuntamenti legati alla religione.

Le reazioni dei giovani pd e la difesa della laicità universitaria

I giovani democratici, organizzazione giovanile del pd di chieti, hanno espresso forte contrarietà all’iniziativa. In un comunicato, hanno parlato di “sconcerto” per la decisione, sostenendo che l’università dovrebbe preservare la propria natura laica e non ospitare eventi religiosi che possano influenzare l’ambiente accademico o gli studenti. Il gruppo ha evidenziato come la messa trasmessa tramite email istituzionale potesse risultare una pressione implicita verso la partecipazione, in un luogo dove religione e politica dovrebbero restare separati.

Questioni di gestione e neutralità

Oltre alla questione della laicità, sono stati messi in discussione i disagi causati dall’evento in orario didattico e la gestione delle risorse. Per il gruppo, l’università dovrebbe rappresentare un ambiente neutro, aperto a tutte le opinioni e credenze ma senza privilegiare una forma religiosa specifica. Queste preoccupazioni hanno spinto i giovani democratici a promuovere una protesta silenziosa durante la celebrazione.

Opposizioni e sostenitori della commemorazione

Non tutti hanno condiviso il punto di vista critico nei confronti della messa. Alcuni esponenti di fratelli d’Italia e dell’associazione studentesca azione universitaria hanno visto l’evento come una commemorazione rispettosa di una figura pubblica di rilievo, senza intenzioni di imporre credo religioso. Il rettore dell’università, liborio stuppia, ha sottolineato il carattere facoltativo della partecipazione degli studenti, ricordando il ruolo istituzionale e sociale che papa francesco ha avuto.

Precedenti simili e riflessioni

Per supportare questa tesi si sono richiamati precedenti eventi nel campus, come la messa in memoria di giovanni paolo ii celebrata proprio dall’arcivescovo bruno forte in passato, che non aveva mai suscitato polemiche. Alcuni hanno invitato a riflettere sulla coerenza con altre situazioni in cui laicità e religione si intrecciano, come le visite guidate a luoghi di culto in scuole pubbliche.

Posizione dell’associazione studentesca 360gradi e la protesta degli studenti

L’associazione studentesca 360gradi ha espresso una posizione intermedia. Pur non negando il valore del dialogo religioso all’interno dell’università, ha giudicato inadeguato organizzare la messa in piena attività accademica. Secondo loro, sarebbe stato più opportuno scegliere tempi o occasioni diverse, evitando di cozzare con le lezioni e gli esami e magari puntando su iniziative meno invasive per il funzionamento quotidiano dell’ateneo.

Protesta e intervento delle forze dell’ordine

In parallelo, due studenti hanno manifestato il dissenso esponendo cartelli in modo pacifico da una balconata durante la funzione. La loro protesta silenziosa però ha attirato l’attenzione di agenti in borghese. Secondo le testimonianze, gli agenti non si sono presentati subito come poliziotti e hanno fotografato i documenti degli studenti, invitandoli a spostarsi in un’area meno visibile e minacciando di portarli in questura senza ulteriori spiegazioni.

Questo episodio ha alimentato ulteriormente il dibattito su libertà di espressione, modalità di intervento delle forze dell’ordine nei luoghi pubblici e rispetto delle opinioni contrarie in un contesto universitario.

Le vicende all’università di chieti dimostrano come la presenza di eventi religiosi in spazi pubblici susciti ancora riflessioni complesse e reazioni variegate, tra esigenze di memoria, rispetto di credenze diverse e precisi principi di laicità nell’istruzione.