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Una donna sospesa tra dolore e scelta nel nuovo romanzo di patrizia ciava sul tema del fine vita e delle libertà

Il romanzo “Una vita quasi perfetta” di Patrizia Ciava esplora il delicato tema del fine vita, affrontando le sfide emotive e morali legate alla decisione di staccare i supporti vitali.

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«Una vita quasi perfetta» di Patrizia Ciava è un romanzo che esplora con delicatezza il difficile tema del fine vita, raccontando la lotta emotiva di una donna chiamata a decidere sulla sospensione dei supporti vitali al marito in coma, tra etica, amore e responsabilità. - Unita.tv

Nel 2025 è arrivato in libreria un romanzo che affronta con grande delicatezza uno dei dilemmi più complessi della nostra epoca: la sofferenza e la responsabilità di decidere per la vita o la morte di una persona amata. Una vita quasi perfetta, scritto da patrizia ciava e pubblicato da Ad Astra Edizioni, si concentra proprio sulla difficoltà di vivere al limite tra scienza e coscienza, diritto e sentimento. Il libro racconta la storia di una donna che deve scegliere se staccare i supporti vitali al marito in coma, intrecciando un percorso emotivo ricco di contrasti e interrogativi. In questa narrazione emergono anche riflessioni sulla società italiana e sui dibattiti recenti sul fine vita, raccontando molto più di una vicenda personale.

Il tessuto della storia tra conflitti interiori e realtà medica

Il romanzo segue il cammino di una donna il cui marito è in coma irreversibile da oltre un anno. Prima lui era stato il suo punto di riferimento per uscire da una relazione tossica, ora è chiuso in un silenzio di cui lei deve farsi carico, con tutti i dubbi che possono accompagnare una decisione così definitiva. I medici, dopo un lungo periodo senza miglioramenti, le chiedono di decidere se interrompere il sostegno alle funzioni vitali. La donna si ritrova così intrappolata tra il dolore lacerante e la responsabilità morale di scegliere per un altro, in una situazione in cui le certezze si dissolvono tra rigore scientifico e sentimenti contrastanti.

Il punto di vista personale della protagonista

La storia viene narrata in prima persona proprio dalla protagonista, che mette a nudo paure, rimorsi, speranze e quel senso di colpa che spesso grava chi si trova a gestire situazioni di così grande fragilità. Ma il racconto non si concentra solo su di lei: accanto c’è la vita di un musicista famoso, che vive una realtà apparentemente senza macchia ma nasconde un malessere profondo, un passato oscuro pronto a esplodere. Il confronto tra i due personaggi crea una trama doppia che mette a nudo il contrasto tra apparenza e realtà, forza e fragilità, pubblico e privato.

Tra amore e perdita: la libertà di scegliere per un altro

Il vero cuore del libro riguarda quel confine spesso sottilissimo fra amore e perdita. La protagonista deve decidere se lasciare andare chi ha amato, affrontando l’interrogativo angosciante se il vero affetto non sia proprio quello di riuscire a liberare una persona dal dolore e dall’agonia, anche se questo significa mettere fine a un’esistenza.

La decisione di interrompere i supporti vitali è mostrata come un’azione che non si limita all’ambito medico, ma penetra nella sfera etica e morale. Si rappresenta un percorso emotivo complesso, fatto di dubbi e contraddizioni, dove la coscienza assume un ruolo fondamentale. La vicenda rispecchia le complicazioni di chi deve assumersi questo peso, spesso senza strumenti chiari o indicazioni certe, in un contesto dove la scienza può solo guidare, ma non sostituirsi alla responsabilità personale e affettiva.

Il dibattito sul fine vita in italia visto attraverso una storia umana

Negli ultimi anni il tema del fine vita ha diviso l’opinione pubblica italiana coinvolgendo legislatori, medici e addetti ai lavori. La legge sulle disposizioni anticipate di trattamento , attiva dal 2018, ha riconosciuto il diritto di decidere in anticipo quali terapie accettare o rifiutare, ma molti aspetti nella pratica hanno mantenuto una complessità difficile da risolvere.

Il romanzo si inserisce in questo scenario, andando oltre la tecnica legislativa per portare il lettore a conoscere il volto umano delle scelte difficili, quelle prese quando chi si ama non può più esprimersi. Il dolore, la solitudine, l’incertezza e l’amore sono raccontati con realismo e caparbietà, mettendo insieme emozioni spesso nascoste e difficoltà quotidiane. La protagonista rappresenta così una condizione condivisa da tante persone, esposte a un destino di decisioni amare e spesso lasciate a se stesse.

I personaggi e la narrazione: tra introspezione e riflessione sociale

patrizia ciava porta avanti la sua sensibilità letteraria facendo emergere in modo nitido le emozioni dei personaggi. Il racconto usa una scrittura che alterna momenti di profonda introspezione a descrizioni precise e concrete dell’ambiente e degli avvenimenti, dando un ritmo che accompagna il lettore senza stancarlo o appesantire la narrazione.

Il doppio punto di vista, quello della donna e quello del musicista, permette di esplorare in modo più ampio la tematica della sofferenza dietro ogni volto, specie quando la società impone maschere di perfezione o successo. Questo stratagemma letterario arricchisce il libro e lo trasforma in un viaggio emozionale che coinvolge più aspetti, dalla sfera privata al pubblico dolore.

Le implicazioni etiche del distacco dei supporti vitali nel racconto e fuori

Il tema del distacco dei supporti vitali rimane un punto critico, da sempre animato da dibattiti serrati in Italia e nel mondo. Casi noti come quello di Eluana Englaro hanno diviso l’opinione e posto la società davanti a scelte difficili, mettendo alla prova leggi e coscienze.

Il romanzo di patrizia ciava affronta questa realtà senza forzature o giudizi, evitando posizioni ideologiche rigide. La protagonista non è presentata come eroina o vittima, ma come una persona comune che si confronta con una situazione dolorosa, lontana da certezze e pronta a mettere in luce la fatica e la complessità delle decisioni legate al fine vita, dal punto di vista umano ed etico.

Una vita quasi perfetta ha quindi il merito di rappresentare una voce autentica e inedita, capace di restituire un’immagine vivida di questi soggetti e di stimolare una riflessione più profonda sulla relazione fra scienza e coscienza, libertà e amore in una delle questioni più difficili che la società moderna si trova ad affrontare.