L’Unione europea ha avviato un appello diretto a Vladimir Putin affinché accetti una tregua temporanea di un mese tra Russia e Ucraina. L’incontro si è svolto a Kiev, coinvolgendo figure di spicco come Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky. La premier italiana Giorgia Meloni ha partecipato tramite collegamento video. L’obiettivo è bloccare l’avanzata militare russa e fermare lo spargimento di sangue, offrendo uno spiraglio per trattative più ampie e durature. Gli Stati Uniti hanno espresso consenso a questa strategia, mentre l’Ue ribadisce che in caso di rifiuto del Cremlino intensificherà sostegno e sanzioni.
La richiesta di cessate il fuoco da parte dei leader europei e occidentali
Il vertice di Kiev rappresenta un momento cruciale nel confronto diplomatico sulla crisi ucraina. Il primo ministro britannico Keir Starmer, al termine dei lavori, ha invitato Putin a dimostrare la volontà reale di pace accogliendo una tregua incondizionata per 30 giorni. Starmer ha lasciato intendere che la mancata accettazione della proposta porterà a un inasprimento delle sanzioni e a un aumento degli aiuti militari a Kiev. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito che le cosiddette “coalizione dei volenterosi” è pronta a colpire nuovamente Mosca con misure restrittive, qualora la tregua non si concretizzi. Nel mentre, Macron ha annunciato che sono in corso valutazioni per un possibile impiego di truppe in territorio ucraino o di supporto ai confini.
I protagonisti occidentali sottolineano la necessità di fermare l’escalation senza rinunciare alla pressione nei confronti della Russia. Lo scenario diplomatico si sviluppa intorno a questa strategia: proporre la tregua, avviare negoziati e mantenere aperta la strada alle sanzioni per convincere Mosca a desistere dall’aggressione militare. La partecipazione di leader come Donald Tusk dimostra la volontà europea di un fronte compatto, mentre il ruolo degli Stati Uniti rimane quello di partner che giudica positivamente la proposta e ne condivide i termini.
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Mosca respinge la tregua e risponde alle minacce di nuove sanzioni
La replica russa non si è fatta attendere. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha negato utilità e capacità delle nuove sanzioni avanzate dall’Europa, sostenendo che Mosca continuerà a coltivare rapporti con Paesi che dimostrano interesse a collaborare economicamente e politicamente. Secondo Peskov, le dichiarazioni europee mostrano un approccio conflittuale, tese più a svalutare che a riavviare un dialogo costruttivo.
Il portavoce si è detto aperto a discutere di tregua solo a condizione che Kiev interrompa il flusso di armi, un punto di partenza complicato dato il continuo sostegno occidentale all’esercito ucraino. Più dura è stata la presa di posizione di Dmitry Medvedev, ex presidente e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale. Medvedev ha liquidato le proposte europee con parole offensive, criticando apertamente la presunta ipocrisia e sfidando i leader europei di abbandonare i cosiddetti “piani di pace”. Questi messaggi segnalano un irrigidimento della leadership russa e gettano ombre sulle possibilità di una tregua semplice o rapida.
Il ruolo di ucraina, stati uniti e italia nel percorso verso la tregua
Volodymyr Zelensky ha evidenziato l’impegno di figure chiave degli Stati Uniti, compreso l’ex presidente Donald Trump, nel cercare una strategia articolata in quattro punti per trovare una soluzione pacifica. La prima fase prevede lo sblocco della tregua, seguita da un crescente rafforzamento militare delle forze ucraine. In caso di indisponibilità russa a sospendere le ostilità, sono previsti ulteriori interventi sanzionatori settoriali nei confronti della Russia, con particolare attenzione ai settori dell’energia e delle banche, nonché al congelamento dei beni russi all’estero.
La premiiera Giorgia Meloni ha sottolineato l’urgenza del cessate il fuoco. Durante il collegamento con il vertice ha ricordato la pianificazione del summit internazionale previsto in Italia a luglio, dedicato alla ricostruzione dell’Ucraina. Meloni indica questo appuntamento come essenziale per sostenere il Paese una volta conclusa la fase bellica. Per la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenuta anch’essa a distanza, la tregua di 30 giorni rappresenta un passaggio imprescindibile per aprire una negoziazione di più ampio respiro. Von der Leyen conferma che rimarrà alta la pressione su Mosca, annunciando in particolare nuove sanzioni contro i consorzi del gas Nord Stream 2 e ribadendo che “l’era del gas russo in Europa deve terminare”.
I prossimi giorni saranno decisivi per capire se il Cremlino accetterà la tregua, mentre le capitali europee e Washington si preparano a spingere sul supporto militare e sulle restrizioni economiche per contenere l’offensiva russa. Nel frattempo, l’attenzione resta focalizzata sulla volontà di Putin, atteso a mostrare nei fatti la reale disponibilità a creare almeno un clima di pace temporanea.