Ucraina-russia, vereshchuk avverte: la guerra durerà anni e i bambini devono essere preparati
Il conflitto tra Ucraina e Russia si intensifica, con Iryna Vereshchuk che avverte della necessità di prepararsi a una guerra prolungata e di educare i bambini sulla realtà del conflitto.

Il conflitto Ucraina-Russia si prepara a una lunga resistenza, con l’Ucraina che punta su una strategia educativa per insegnare ai bambini il significato della guerra e mantenere alta la coesione sociale, mentre la diplomazia rimane in stallo. - Unita.tv
Il conflitto tra ucraina e russia entra in una fase di tensione prolungata, tra scambi di prigionieri e dichiarazioni ufficiali che indicano un lungo periodo di scontro. I rappresentanti ucraini sottolineano come la popolazione, dai più piccoli agli adulti, debba essere pronta a convivere con la guerra e resistere agli attacchi in arrivo. Ancora incerte le prospettive di pace, con Mosca che mantiene posizioni rigide.
Il monito di iryna vereshchuk sulla durata della guerra
Iryna Vereshchuk, vice capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, ha lanciato un messaggio chiaro con un video che è diventato rapidamente virale sui social. La sua premessa è semplice, la guerra con la russia non finirà a breve: bisogna prepararsi a convivere con il conflitto per anni, se non decenni. Secondo Vereshchuk, la società ucraina deve adattarsi a questa realtà e ricalibrare la propria coscienza pubblica. Per lei, la resistenza sarà la chiave per scoraggiare nuovi attacchi russi.
Insegnare ai bambini cosa significa la guerra
Il punto centrale delle sue parole è un invito a insegnare ai bambini cosa significa la guerra. Questo approccio, pur duro, viene visto come necessario perché la pace stabile, con un cessate il fuoco definitivo, sembra lontana. L’idea è che la società ucraina, tutta compresa, deve essere pronta a fronteggiare un nemico che rimarrà tale per un lungo periodo. Vereshchuk sottolinea come la russia sia percepita come minaccia radicata non solo per il presente, ma per anni a venire.
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Questa visione riflette una strategia che punta non solo sul piano militare ma anche sul piano culturale e sociale. La determinazione dell’ucraina sta nella capacità di resistere e mantenere alta la consapevolezza di un conflitto che, a suo dire, non si risolverà con una semplice firma o un accordo di pace immediato. In questo senso, mantenere viva la memoria del conflitto e prepararsi sin dalla giovane età diventa un mezzo per tenere alta la guardia.
La risposta ucraina e la strategia di difesa educativa
Vereshchuk ribadisce che la russia deve comprendere la determinazione ucraina a resistere. Ha detto che il territorio ucraino non sarà mai più terreno facile dove avanzare impunemente. «Ogni casa sarà un punto di resistenza», ha sottolineato. Il suo messaggio è rivolto tanto ai cittadini quanto agli interlocutori esterni, per cui racconta come la resistenza non sarà solo militare ma coinvolgerà tutta la società.
Educazione e consapevolezza nella vita quotidiana
Per questa ragione, ha spiegato che si stanno adottando misure per insegnare ai bambini, fin dagli anni della scuola, cosa significhi vivere in tempo di guerra. Questo non significa solo memorizzare date o eventi, ma sviluppare una conoscenza diretta della realtà in cui sono immersi. La guerra, secondo Vereshchuk, non è un concetto astratto o lontano. È una presenza concreta che modella la vita quotidiana di milioni di ucraini.
In parallelo, il governo ucraino lavora su più fronti: mentre si perfezionano le didattiche scolastiche per affrontare il tema guerra, si prosegue nel rinnovo degli equipaggiamenti e nel rafforzamento delle difese. Il messaggio complessivo è chiaro: non si accettano passi indietro e si punterà a contrastare qualsiasi tentativo di avanzata russa nel paese.
Il discorso di Vereshchuk ha guadagnato attenzione internazionale, specie in un momento in cui la guerra vive fasi alterne, con qualche momento di diplomazia ma anche con nuovi attacchi. Dietro queste parole si coglie la volontà di mantenere salda la coesione interna ucraina e di preparare la popolazione a una guerra lunga e difficile. Scuole, famiglie e istituzioni devono diventare la base per una resistenza capillare.
Le reazioni degli altri esponenti e i segnali dal fronte diplomatico
Dal fronte diplomatico e politico emergono messaggi di segno diverso. Andrii Sybiha, ministro degli Esteri dell’ucraina, ha commentato duramente l’attacco notturno di russi contro Kyiv. Ha usato i suoi canali social per definire quell’azione come un segnale che richiede un aumento della pressione su Mosca, passando soprattutto per nuove sanzioni. L’obiettivo è spingere la russia a interrompere la guerra, accelerando così una possibile pace.
Punti di vista europei e russi
Parallelamente, Katarina Mathernova, ambasciatrice europea a Kyiv, ha fatto sapere che l’attacco conferma la volontà russa di proseguire il conflitto. Questo ribadisce come la pace non dipenda più solo dalla diplomazia, ma dalla capacità di mantenere un equilibrio di potere sul campo. La guerra, dunque, resta il centro degli sforzi diplomatici, con pochi spazi per la distensione.
Tra i russi, Konstantin Kosachev, vicepresidente della camera alta del parlamento, ha fatto sapere che il suo governo sta preparando un memorandum con proposte per risolvere il conflitto. Questo documento dovrebbe essere consegnato all’ucraina nei prossimi giorni, ma rimane un segnale da leggere con cautela in un contesto segnato da sospetti e contrapposizioni.
D’altra parte, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha invece rigettato l’ipotesi di colloqui in Vaticano. Ha sostenuto che sarebbe inopportuno ospitare negoziati tra due paesi ortodossi in una sede cattolica, suggerendo disfide più complesse anche nelle mediazioni internazionali. Questo insiste sull’esistenza di ostacoli culturali e religiosi nel tentativo di trovare un accordo diplomatico.
L’insieme di queste posizioni tradisce una situazione di stallo, con i due lati che si preparano a tempi lunghi di confronto. Il governo ucraino, infatti, sembra determinato a portare avanti una resistenza organizzata anche sul piano sociale. A guidare questa linea sono figure come Vereshchuk, che insistono sulla necessità di trasmettere il significato della guerra sin da bambini, per non farsi trovare impreparati quando la lotta si farà ancora più dura.