Home Ucraina e russi: tensione crescente tra attacchi con droni e nuove regole sull’uso delle armi occidentali

Ucraina e russi: tensione crescente tra attacchi con droni e nuove regole sull’uso delle armi occidentali

La guerra tra Ucraina e Russia si intensifica con attacchi missilistici russi e il supporto occidentale a Kiev, mentre le prospettive di negoziato rimangono incerte e la tensione cresce.

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L'articolo descrive l'escalation del conflitto tra Ucraina e Russia, con intensi attacchi missilistici, l'eliminazione di restrizioni sulle armi occidentali a favore di Kiev e tensioni diplomatiche che rendono incerta una soluzione negoziata. - Unita.tv

La guerra tra ucraina e russia continua a mostrare un escalation di violenza nonostante le parole sulla possibilità di trattative. Gli ultimi giorni hanno registrato un aumento massiccio di attacchi missilistici e l’eliminazione da parte di alcuni paesi occidentali di restrizioni sull’impiego delle armi fornite a kiev, aprendo scenari nuovi e delicati nel conflitto. A queste mosse sul campo si aggiungono dichiarazioni forti da parte di politici internazionali che descrivono uno stato di tensione elevato e una possibile intensificazione delle ostilità.

Attacchi con droni e missili: la risposta russa e la reazione occidentale

Negli ultimi giorni la russia ha intensificato i suoi attacchi lanciando centinaia di droni e missili balistici sull’ucraina. Questa pioggia di bombardamenti sembra voler dimostrare la capacità militare russa in un momento di negoziati ancora in stallo. Secondo fonti ufficiali, si sono registrati blitz quotidiani con circa 300 droni e decine di missili destinati a colpire infrastrutture critiche ucraine. Questi attacchi hanno l’obiettivo di logorare la resistenza ucraina e incidere sul morale della popolazione, segnalando una volontà di pressione forte da parte di mosca.

Parallelamente, germania, francia, gran bretagna e stati uniti hanno tolto le restrizioni che impedivano all’ucraina di usare armi occidentali su obiettivi all’interno del territorio russo. Questa decisione permette a kiev di operare in profondità, mettendo nel mirino centri industriali e militari russi. L’uso di droni a lungo raggio e missili guidati dall’intelligence americana o britannica aumenta il raggio d’azione delle forze ucraine, modificando l’equilibrio tattico in gioco. Il cancelliere tedesco merz ha spiegato che questa scelta è una risposta ai recenti attacchi russi, ma ha generato preoccupazioni a mosca, che la definisce “pericolosa” e una potenziale causa di escalation.

Nuove dinamiche dei negoziati e le posizioni in campo

Sebbene le dichiarazioni ufficiali parlino ancora di prospettive di trattativa, diversi esperti e ufficiali militari ritengono che rimangono poche possibilità di un accordo senza che ucraina o stati uniti cedano alle condizioni imposte dalla russia. giorgio battisti, generale italiano esperto in campo NATO, ribadisce che finché mosca non percepirà vantaggi concreti dai negoziati, la lotta continuerà con dimostrazioni di forza.

Le trattative sono state ulteriormente complicate da un rifiuto da parte del ministro degli esteri russo lavrov a incontrare rappresentanti ucraini in sede vaticana, proposta avanzata in passato con la partecipazione della svizzera, anch’essa mai concretizzata. Anche un eventuale confronto tra putin e trump è rimasto congelato senza sviluppi. L’atmosfera resta dunque di stallo, con la guerra che fa sentire la sua presenza ogni giorno sul campo.

Le reazioni politiche internazionali e il rischio di escalation

Le dichiarazioni di donald trump, che ha definito putin “impazzito” e intenzionato a occupare tutta l’ucraina, aggiungono un ulteriore elemento di pressione sul dibattito internazionale. Trump sostiene che mosca pagherà un prezzo alto in caso di un’espansione completa sul territorio ucraino. Al contrario, fonti dei servizi segreti americani indicano che la russia probabilmente mira solo a mantenere il controllo sugli oblast dove ha già presenze consolidate, piuttosto che avanzare con un’offensiva totale.

Il cremlino, dal canto proprio, si mostra deciso a non cedere, avvertendo che l’autorizzazione data agli ucraini di colpire in territorio russo potrebbe provocare risposte militari calibrate, senza però sfociare in attacchi diretti contro basi alleate in europa occidentale o paesi baltici. L’idea di uno scontro diretto con le forze NATO sembra ancora remota, anche se rimane un’incognita costante nel conflitto.

Le preoccupazioni sull’aumento dei tipi e della potenza delle armi in campo sono condivise da analisti militari che evidenziano come, negli ultimi tre anni, l’occidente abbia progressivamente fornito equipaggiamenti capaci di colpire profondamente dentro la russia. In linea con questa strategia, si racconta di un possibile arrivo di sistemi Patriot per l’ucraina provenienti dagli Usa e di accordi europei per l’acquisto di armi americane destinate a kiev.

Situazione militare e sfide logistiche delle forze russe

La forza militare russa mostra segni evidenti di sforzo, con il lancio recente di 355 droni e più di 50 missili balistici secondo il financial times. Questi numeri testimoniano un tentativo di dimostrare potenza e reagire alle critiche sulla capacità di mosca di sostenere la guerra nel tempo. Alcune fonti dell’intelligence segnalano che la difficoltà nel rifornire adeguatamente le unità sul campo limita la possibilità di continue offensive su larga scala.

L’uso di missili balistici indica che la russia punta a colpire obiettivi di rilevanza strategica e lascia intendere un cambio di tattica rispetto all’uso prevalente dei droni, che avevano caratterizzato le prime fasi del conflitto. Questa scelta potrebbe essere motivata sia da un’esigenza di conservare risorse droni sia dalla volontà di impattare direttamente sugli impianti industriali militari ucraini o sulle linee di rifornimento.

Per ora putin sembra preferire una strategia di logoramento, puntando a mantenere il controllo delle aree conquistate senza affrontare rischi troppo elevati derivanti da una massa superiore di truppe necessarie per un’espansione territoriale significativa. Il rischio di escalation però è reale e ulteriori mosse potrebbero modificare rapidamente il quadro sul terreno.

Il ruolo ucraino e la posizione di zelensky

Da parte sua, il presidente zelensky continua a fare appelli perché l’occidente non lasci impunito putin e mantiene un atteggiamento di forte pressione nel dialogo internazionale. La diffidenza verso accordi che escludano o marginalizzino l’ucraina dal processo negoziale è evidente. zelensky teme che possano esistere formule in cui la russia e gli stati uniti trovino un’intesa tralasciando le necessità ucraine.

Il riconoscimento della rimozione delle restrizioni sull’utilizzo delle armi occidentali rafforza la posizione di kiev, offrendo la possibilità di colpire in profondità il territorio russo. Questo però resta un elemento che alimenta la tensione e non favorisce aperture a un compromesso immediato. Il continuo scambio di prigionieri e i tentativi di mediazione diplomatica, pur presenti, non registrano progressi sostanziali a oggi.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire se la via militare continuerà a configurarsi come principale fattore o se verranno individuate condizioni per una tregua duratura. Intanto, le azioni sul campo riconfermano uno scenario ancora lontano da un reale stop al conflitto.