Trump propone tregua di 30 giorni tra russia e ucraina per riavviare i negoziati di pace

La diplomazia tra Russia e Ucraina si riaccende grazie a Donald Trump, che propone una tregua di 30 giorni per avviare negoziati diretti dopo l’incontro con Volodymyr Zelensky a Roma.
La diplomazia tra Russia e Ucraina si riaccende grazie a un nuovo impulso di Donald Trump, che propone una tregua di 30 giorni per avviare negoziati di pace, mentre restano incerte le risposte del Cremlino. - Unita.tv

La diplomazia tra russia e ucraina sembra essersi riaccesa dopo settimane di stallo grazie a un nuovo impulso da parte del presidente americano Donald Trump. In un momento in cui il presidente russo è impegnato nella parata per la Giornata della Vittoria a Mosca, Trump ha utilizzato il proprio social, Truth, per annunciare una svolta nella linea negoziale: questa volta sembra più favorevole alla richiesta ucraina di un cessate il fuoco temporaneo. La proposta prevede una tregua di almeno trenta giorni, un periodo che potrebbe spianare la strada a un primo incontro diretto tra i due leader da anni sotto tensione.

Il cambiamento di posizione di trump dopo l’incontro con zelensky

Il punto di svolta nel nuovo corso diplomatico di Trump appare legato all’incontro avuto a Roma con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto alla Basilica di San Pietro poco prima dei funerali di Papa Francesco. Questo faccia a faccia avrebbe fatto emergere elementi nuovi, inclusa la disponibilità di Zelensky a firmare un accordo sulle terre rare. Per Trump, questo trattato rappresenta molto più di una semplice intesa commerciale: è il riconoscimento degli oltre 350 miliardi di dollari investiti dal governo americano per sostenere lo sforzo bellico ucraino. L’incontro ha quindi modificato la percezione di Trump sulla situazione, portandolo a un’apertura verso la proposta della replica di una tregua, che appare ora elemento centrale nelle trattative.

Il contesto diplomatico di roma

La presenza di Trump a Roma durante un evento così rilevante per la comunità cattolica internazionale e l’incontro con Zelensky hanno creato un contesto diplomatico nuovo. Zelensky ha confermato l’importanza della tregua come strumento per avviare finalmente una fase di negoziati diretti con Mosca. Il cambiamento nell’atteggiamento di Trump è una novità rispetto alle settimane precedenti, in cui il presidente americano sembrava più vicino alla linea russa, favorendo alcune delle richieste di Putin. Ora la posizione è più bilanciata, con un occhio attento alle esigenze di Kiev.

La telefonata tra trump e zelensky e i termini della tregua proposta

Fonti della Casa Bianca e dello stesso presidente ucraino hanno confermato che oggi si è svolta una telefonata tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. L’argomento principale del confronto è stata la possibilità di stabilire un “cessate il fuoco reale e duraturo” di almeno 30 giorni. Zelensky ha descritto questo passo come fondamentale per spingere la diplomazia verso un accordo di pace “che duri molti anni”. Il leader ucraino ha però posto condizioni precise: la russia dovrà dimostrare la reale volontà di fermare la guerra e astenersi da qualunque tipo di attacco, sia missilistico che con droni o lungo il fronte terrestre.

La durata iniziale di trenta giorni serve a creare un clima di fiducia reciproca, indispensabile per far sedere di nuovo i due Paesi a un tavolo negoziale. La tregua incondizionata appare come un segnale che, se mantenuto, potrebbe aprire una nuova fase del conflitto. L’obiettivo dichiarato è contenere la violenza militare e far partire quei lavori diplomatici che finora hanno faticato a concretizzarsi. Per Zelensky è chiaro che da questo momento dipenderà il successo di un percorso di pace a lungo termine.

Condizioni poste da zelensky

Zelensky sottolinea come la partnership per la pace richieda la “reale volontà di fermare la guerra” da parte di Mosca, specificando che dovranno essere evitati attacchi missilistici e con droni. Questo per garantire la credibilità della tregua e permettere ai negoziati di progredire senza ulteriori ostacoli.

La posizione ufficiale di trump e del vicepresidente JD Vance sulle trattative

Poche ore dopo la telefonata, Donald Trump ha ribadito su Truth che i negoziati tra russia e ucraina sono effettivamente in corso. Ha chiesto un cessate il fuoco “incondizionato di 30 giorni” e sottolineato la necessità che entrambi i Paesi rispettino l’impegno preso per non compromettere la credibilità delle trattative. Trump ha avvertito che eventuali violazioni della tregua porteranno all’imposizione di ulteriori sanzioni contro la russia. La sua disponibilità a dialogare resta aperta “in qualsiasi momento”, dando così un segnale di dialogo flessibile.

In parallelo, il vicepresidente USA JD Vance ha espresso su Fox News una posizione più rigida. Ha accusato la russia di aspettarsi trattamenti irragionevoli, come la consegna di territori non ancora conquistati sul terreno di guerra. Ha chiesto che il presidente Putin negozi “in buona fede” e ha minacciato un’eventuale ritiro degli Stati Uniti qualora i colloqui dovessero saltare di nuovo. La sua intervista ha messo in luce un atteggiamento meno morbido e più pronto a passare a forme di pressione politica e militare se Mosca non mostrerà apertura reale.

Nonostante questi sviluppi, il Cremlino ha mantenuto la sua linea di silenzio sui nuovi contatti. Mentre la parata per la Giornata della Vittoria andava avanti a Mosca, non è arrivata nessuna dichiarazione ufficiale che confermi una risposta russa alle proposte americane o ucraine. La mancanza di un segnale da parte di Mosca lascia aperte molte incognite sull’effettiva riuscita dei negoziati.

Il contesto dell’evento a mosca e le dinamiche attuali dei negoziati

Il 9 maggio 2025, giorno della Giornata della Vittoria, si è celebrato a Mosca uno degli eventi più importanti per la russia, destinato a ricordare la fine della seconda guerra mondiale. Alla parata hanno partecipato rappresentanti russi e militari, senza però che Donald Trump fosse stato invitato, secondo alcune ricostruzioni, per ragioni di protocollo e tensioni politiche ancora presenti. La scelta di non includere il presidente americano in questa cerimonia può essere letta come un segnale della complessità del rapporto russo-statunitense, nonostante gli sforzi di mediazione diplomatica.

In questo scenario impegnativo si inseriscono le trattative per la tregua. Da anni, russia e ucraina non riescono a definire un accordo di pace duraturo. Gli interessi in gioco sono profondi e ostacolano ogni intesa che possa mettere fine ai combattimenti. La proposta di un cessate il fuoco di trenta giorni sarà una prova cruciale per misurare la volontà delle parti di sedersi a un tavolo e discutere senza più spargimenti di sangue. Se la tregua verrà rispettata, si potranno aprire canali di dialogo più solidi e continuativi.

Dubbi sulla risposta russa

Tuttavia, senza un segnale di Mosca, resta il dubbio su come la russia intenda rispondere a queste aperture. Il governo americano si prepara quindi a monitorare ogni mossa e a reagire con sanzioni o altre misure se la tregua verrà violata. Lo sviluppo delle prossime settimane sarà decisivo per capire se saprà affermarsi una diplomazia concreta o se la guerra continuerà a condizionare la regione.