Torna il manifesto del buon lavoro con l’intervista a Maurizio Riva di Riva 1920 su giovani e lavoro in Italia

Il presidente di Riva 1920, Maurizio Riva, discute l’importanza della formazione per i giovani e le sfide del mercato attuale nel contesto del manifesto del Buon Lavoro di Compagnia delle Opere.
L'articolo presenta l'intervista a Maurizio Riva, presidente di Riva 1920, che evidenzia l'importanza della formazione continua e del legame tra giovani e artigianato per il futuro del lavoro in Italia, nel contesto del progetto "Manifesto del Buon Lavoro" di Compagnia delle Opere. - Unita.tv

Il mondo del lavoro in Italia attraversa cambiamenti importanti e le storie di chi opera da decenni nel settore raccontano molto di questi mutamenti. Compagnia delle Opere propone un nuovo appuntamento dedicato al “manifesto del Buon Lavoro”, con interviste dirette ad imprenditori che da anni costruiscono e tengono viva la loro impresa. In questa puntata, focus su un’azienda storica del made in Italy, Riva 1920, attraverso il racconto del suo presidente, Maurizio Riva, che mette a fuoco temi come la formazione, le nuove generazioni e le difficoltà del mercato attuale.

La formazione continua come chiave per affrontare le sfide del lavoro

Il discorso sulla formazione è uno dei punti cruciali emersi nel confronto con Maurizio Riva. Per lui, “il vero potenziamento che serve all’Italia riguarda soprattutto un percorso formativo che accompagni i giovani nel mondo del lavoro.” Troppo spesso, dice, manca una preparazione approfondita che vada oltre i programmi scolastici e che permetta di acquisire competenze pratiche e concrete.

Riva evidenzia che, nell’artigianato come in altri settori, è fondamentale investire tempo per imparare il mestiere fino in fondo, cambiare mentalità rispetto al concetto di formazione e dare spazio alla crescita continua anche in fase lavorativa. Solo così si può garantire un lavoro di qualità e sostenibile.

Nel complesso, la mancanza di “profondità” nella formazione rischia di tenere i giovani lontani da certe realtà produttive che richiedono almeno una solida base di esperienza e passione. Per questo, il presidente di Riva 1920 invita a ripensare modelli formativi più vicini alle esigenze delle imprese, che sappiano mettere in contatto scuola, apprendistato e lavoro pratico.

Giovani e lavoro: le difficoltà a trovare un equilibrio duraturo

Il confronto con Maurizio Riva mette in luce anche le difficoltà che i giovani incontrano oggi nel mondo del lavoro, specie in settori tradizionali come l’artigianato e la produzione di mobili di pregio. Il presidente parla di un divario tra aspettative e realtà e dell’assenza di un legame profondo tra le nuove generazioni e le professioni artigianali.

Per molti giovani, il lavoro artigianale appare ancora come un’opportunità poco attrattiva, a causa sia delle condizioni contrattuali sia della poca conoscenza del settore. Questa distanza rende complicato costruire un percorso stabile e di qualità, con ripercussioni sul ricambio generazionale all’interno delle aziende familiari come Riva 1920.

Riva sottolinea la necessità di incoraggiare i giovani a scoprire il valore di certi lavori, facendo leva sulla trasmissione delle competenze e sull’esempio diretto. “Solo così si può evitare che scompaiano mestieri antichi e particolari, che rappresentano un patrimonio culturale e produttivo rilevante per il paese.”

L’imprenditore osserva inoltre che le imprese devono impegnarsi a offrire condizioni più adeguate e percorsi di crescita che siano riconoscibili per i giovani. Senza un’attenzione vera a questo legame tra formazione, lavoro e aspirazioni personali, il rischio è di allargare il divario e perdere settori preziosi dell’economia italiana.

l’esperienza di Maurizio Riva nel mondo dell’artigianato e del mobile in legno

Maurizio Riva guida Riva 1920, realtà nata come una piccola bottega oltre un secolo fa e oggi punto di riferimento nella produzione di mobili in legno massello di alta qualità. L’azienda, fondata nel 1919, ha visto evolversi il settore dell’arredamento passando da un’attività artigianale a un’impresa che punta a coniugare tradizione e innovazione, mantenendo salda la cultura dell’artigianato italiano.

Riva ricorda come nel tempo si siano dovuti affrontare molti cambiamenti, a partire dalle tecniche di lavorazione fino agli strumenti di vendita e marketing. Sottolinea che il valore del lavoro manuale e della cura del dettaglio è rimasto centrale ma ha dovuto trovare nuove strade per restare competitivo in un mercato globale che richiede tempi rapidi e costi contenuti.

Nel suoi racconti emerge il rapporto con il territorio e con le generazioni che si sono succedute all’interno dell’azienda familiare, con un occhio costante alla qualità e alle richieste dei clienti. L’esperienza di Maurizio Riva è una testimonianza diretta della trasformazione del mondo produttivo, che ha ancora bisogno di passione e dedizione per durare nel tempo.

Il manifesto del buon lavoro di compagnia delle opere torna a raccontare storie di impresa

Il progetto promosso da Compagnia delle Opere torna a raccontare con testimonianze dirette le trasformazioni del lavoro in Italia. Dopo l’intervista a Dina Ravera, a capo di una società che opera nel turismo di fascia alta e pronta a sfide globali, ora è il turno di una realtà artigianale con un patrimonio secolare.

Attraverso questi dialoghi, le imprese condividono la propria esperienza e propongono riflessioni sui temi della formazione, del legame tra generazioni e sulle condizioni del lavoro. È un’occasione per mettere a fuoco difficoltà e opportunità reali, partendo da storie che mostrano l’impatto concreto del cambiamento sulle persone e sulle attività lavorative.

La scelta di intervistare Maurizio Riva conferma l’attenzione verso quei settori che hanno fatto e continuano a fare la differenza in Italia, nonostante le sfide di un mercato complesso. Il racconto di imprenditori concreti aiuta a capire cosa serve per tenere in piedi imprese nate da un lavoro artigianale, capaci ancora di costruire valore nel 2025.