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Toni negri tra teologia e politica: una raccolta di scritti su maria e l’esercizio della fede

Il volume del 2025 raccoglie scritti inediti di Toni Negri, esplorando il suo interesse per la spiritualità e il culto mariano, attraverso il dialogo con suor Teresilla Barillà e le Serve di Maria.

Toni Negri

Il volume del 2025 raccoglie scritti inediti di Toni Negri, che esplorano il suo rapporto con la spiritualità, la devozione mariana e il dialogo con suor Teresilla Barillà, rivelando un inedito intreccio tra filosofia politica e fede cattolica. - Unita.tv

Il 2025 vede la pubblicazione di un volume che raccoglie scritti poco noti di Toni Negri, figura controversa e influente della filosofia politica e del marxismo operaista. Questi testi, scritti tra il 1998 e il 2006, mostrano un lato poco esplorato del pensatore padovano: il suo interesse verso la spiritualità, il mistero religioso e il ruolo di Maria nella fede cattolica, attraverso riflessioni nate dal dialogo con una congregazione di suore impegnate con i detenuti. Il libro mette in luce una dimensione di Negri, alla quale si lega anche la figura di suor Teresilla Barillà, un’importante interlocutrice nella sua esperienza carceraria e spirituale.

To­ni negri e il contatto con la congregazione delle serve di maria riparatrici

Il ritorno in Italia di Toni Negri, nel 1997, segna una fase particolare della sua vita e del suo pensiero. Dal carcere di Rebibbia, dove viene detenuto, Negri entra in contatto con suor Teresilla Barillà, religiosa delle Serve di Maria Riparatrici. Lei negli anni Ottanta fino alla sua morte nel 2005 si è occupata del dialogo con i detenuti, in particolare quelli accusati di terrorismo, offrendo una presenza di supporto umano e spirituale. Questo rapporto apre a Negri nuovi scenari di riflessione. Suor Teresilla invita il filosofo a collaborare alla rivista Riparazione mariana, organo della congregazione dedicata alla devozione mariana, un campo che sembrava distante dal suo percorso politico e culturale.

Tra il 1998 e il 2006 Negri scrive articoli per questa rivista, articolando pensieri sulla fede e su temi religiosi, facendo emergere il suo confronto con il mistero dell’eucaristia, la pratica del perdono e la preghiera come sostegno per chi vive nell’ingiustizia e nella sofferenza. La sua esperienza personale, in parte riconducibile anche a passaggi giovanili nell’Azione cattolica, si intreccia così con una nuova prospettiva spirituale, offerta dal rapporto con le religiose e dai colloqui in carcere. Nonostante la sua posizione di non credente, Negri affronta questi temi con attenzione e una certa sensibilità che emerge dai suoi scritti.

Riflessioni sulla trinità e il senso dello spirito santo nella vita quotidiana

In uno degli articoli pubblicati nel 1998 Negri riflette sulla sua esperienza di vita, mettendo in relazione fede e impegno sociale. Parla della Trinità religiosa non come concetto teologico astratto, ma come esperienza concreta: “lo Spirito Santo lo si trova dappertutto quando, con amore, si resiste all’ingiustizia”, scrive. Egli vede in chi lavora per la giustizia sociale un riflesso dell’amore tra il Padre e il Figlio. Questo discorso supera la dimensione ristretta della religione e si apre a un orizzonte umano più ampio, dove la costruzione di comunità fondate sull’amore rappresenta un atto spirituale.

Negri si spinge oltre il semplice riferimento religioso e va a toccare il valore profondo che lo spirito ha nelle lotte quotidiane. Dà così un significato nuovo alla pratica della resistenza e dell’impegno, li vede come momenti in cui si manifesta una traccia dello spirito divino. In questo modo il filosofo collega la sua storia personale e politica con la dimensione della fede. Quello che emerge è una filosofia che usa il linguaggio della religione ma lo applica a fatti concreti, rappresentando un tentativo di mediazione tra il pensiero laico e quello credente, in dialogo dal carcere con le Serve di Maria.

Il legame di negri con la figura di maria e la devozione mariana

L’interesse di Negri verso il culto mariano, ben al di là di ciò che molti immaginano su un filosofo della sua caratura politica, appare in diversi passaggi dei suoi testi. Nel 1997 racconta che nei momenti difficili della sua vita ha trovato conforto nella recita dell’“Ave Maria”, una preghiera che per lui rappresenta il desiderio umano universale di un rifugio. Quel riparo materno, però, è visto come “un sostegno” più che un semplice rifugio passeggero. Maria diventa quindi una figura protettiva capace di trasmettere forza, bellezza e grazia.

Nel 2002 sviluppa questa idea tornando sul simbolo della maternità, che l’“Ave Maria” esprime. Per Negri la preghiera è un inno alla vita che rinasce e alla speranza della generazione, espressa con immagini molto concrete come l’ascolto di un feto nel grembo materno. Maria per lui incarna la donna e la madre per eccellenza, ma anche il volto della povertà e della resistenza. La Vergine che protegge il figlio sfidando la legge di Erode diventa simbolo di lotta. L’attenzione alle radici umane e sociali di questa figura religiosa si sposa al senso di difesa e speranza che essa porta con sé.

La vita e l’impegno di suor teresilla barillà nelle carceri italiane

Il libro dedica uno spazio importante alla vita di suor Teresilla Barillà, raccontata da suor Maria Grazia Comparini, sua consorella. Suor Teresilla ha trascorso decenni a contatto con le persone in carcere, offrendo ascolto, dialogo e supporto. Il suo impegno si è concentrato soprattutto sui detenuti coinvolti in reati di terrorismo, ma anche su prigionieri comuni che soffrivano. La sua presenza connota un’esperienza spirituale fondata sulla carità e sull’attenzione all’altro.

La descrizione della sua attività mette a fuoco il rapporto umano che lei costruiva con i detenuti, segnando la vita di molti. Il testo sottolinea l’aspetto spirituale della sua opera e i riflessi sui prigionieri, che trovavano in lei conforto e stimolo. Accanto alla biografia personale, viene presentata la storia della rivista Riparazione mariana, che dal 1916 si occupa di devozione mariana e ha accolto le riflessioni di Negri come parte del suo progetto editoriale e religioso.

Devozione mariana e riflessioni teologico-politiche nella prefazione al volume

Il volumetto si apre con un’introduzione che disegna due linee di pensiero fondamentali per cogliere il senso degli scritti raccolti. Il primo punto riguarda il legame antico tra devozione a Maria e discorsi teologico-politici. Questa relazione risale al passato tardo-antico, quando si usava terminologia politica per parlare di Maria come figura religiosa. La sua regalità, ma anche la metafora del corpo e dell’utero in cui Gesù si è incarnato, diventano strumenti per rappresentare Cristo come sovrano del mondo e la Vergine come trono.

La seconda linea affronta la ricezione del pensiero di Toni Negri, in particolare dell’operaismo, all’interno di ambienti teologici e negli studi biblici storici. Viene evidenziata la persistenza di questi filoni di pensiero nonostante le loro origini critiche e di sinistra. Un elemento interessante è la stima mostrata da Benedetto XVI verso Negri, che in un commento a Deus caritas est riconosceva in Maria una figura forte che partecipava, attraverso il dolore, alla redenzione del mondo. È una visione che, pur venendo da un pensatore definito “non credente”, si avvicina molto a quanto detto dai teologi cattolici.

Il libro, quindi, rompe stereotipi e offre nuovi spunti per considerare la figura mariana come un elemento culturale e spirituale che supera i confini tradizionali della fede. Confronti così inediti tra filosofia politica e devozione religiosa portano alla luce un dialogo che tocca dimensioni profonde dell’umano.