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tensioni tra italia e commissione europea sui carburanti green mettono a rischio mezzo milione di posti nel settore automotive

La controversia tra Italia e Commissione europea sui carburanti green minaccia l’industria automobilistica, con la rimozione di riferimenti nel Piano d’azione automotive che potrebbe compromettere posti di lavoro e sostenibilità.

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La controversia tra Italia e Commissione europea riguarda l’esclusione dei carburanti green dal Piano d’azione automotive, con rischi per l’occupazione e la neutralità tecnologica nel settore automobilistico europeo. - Unita.tv

La controversia tra l’Italia e la Commissione europea sui carburanti green ha acceso un confronto acceso che coinvolge il futuro dell’industria automobilistica europea. Al centro delle tensioni, la sparizione del riferimento ai carburanti green nel Piano d’azione automotive presentato dalla Commissione, una scelta che potrebbe compromettere migliaia di posti di lavoro e modificare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti nel continente.

La rimozione dei carburanti green dal piano europeo e i sospetti sull’intervento della commissione

Il Piano d’azione automotive, illustrato dalla presidente Ursula von der Leyen, ha eliminato il riferimento ai carburanti green, mentre le bozze preliminari lo menzionavano in modo esplicito. Questo cambiamento ha sollevato dubbi e sospetti su possibili interventi interni alla Commissione europea volti a escludere l’alternativa italiana alla completa elettrificazione dei veicoli programmata per il 2035.

Saverio Gaboardi, presidente del Cluster lombardo mobilità, ha denunciato tale omissione durante il “Tour d’Europe” sui carburanti green, che ha fatto tappa a Milano. Qui sono stati presentati esempi concreti di economia circolare applicata ai trasporti, grazie a biocarburanti prodotti da materie prime di scarto come oli esausti e residui alimentari. L’eliminazione di questi riferimenti dal documento ufficiale è stata vista da vari operatori del settore come una scelta decisa dall’alto con l’intento di sabotare una soluzione alternativa che potrebbe sostenere la filiera industriale italiana.

Gaboardi ha spiegato che per reinserire i biocarburanti nel piano sarebbe bastato aggiungere una semplice dicitura, “biocarburanti inclusi”, modificando così un testo che al momento contempla soltanto la mobilità elettrica dopo il 2035. Nelle bozze circolate il 4 marzo questa possibilità era presente, misteriosamente scomparsa già con la versione definitiva resa pubblica il 5 marzo. Un segnale che fa pensare ad un intervento voluto, che nega all’Italia il ruolo previsto dal piano per le sue soluzioni green.

Impatto sull’industria automotive europea e controversie su neutralità tecnologica

Al di là delle polemiche politiche, la questione solleva problemi concreti per l’industria dell’auto europea. La cancellazione del riferimento ai carburanti green rischia di mettere in pericolo oltre mezzo milione di posti di lavoro nei prossimi anni. Questo perché le imprese attive nella produzione e nella distribuzione di biocarburanti si troverebbero escluse da strumenti di sostegno e riconoscimento normativo.

Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della regione Lombardia e presidente dell’Alleanza delle 38 Regioni automotive europee, ha lanciato un appello alla Commissione affinché si affermi il principio di neutralità tecnologica. In questo modo, la politica comunitaria dovrebbe lasciare spazio a tutte le soluzioni possibili per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità ambientale con meno impatti sociali ed economici. Guidesi sottolinea che il confronto coinvolge anche la difesa di un comparto industriale già fragile, segnato da chiusure e delocalizzazioni, alle prese con la concorrenza asiatica.

La difesa della neutralità si configura come un invito a riconoscere nelle politiche europee un approccio inclusivo verso le tecnologie alternative come i carburanti derivati da materie riciclate, non solo i veicoli elettrici. Per molti operatori, escludere queste opzioni significa penalizzare l’industria europea in un momento già complicato.

Il tour d’europe dei carburanti green e la mobilitazione del settore

Il “Tour d’Europe” ha attraversato diversi paesi dell’Unione europea, raccogliendo testimonianze e proposte delle aziende e delle associazioni coinvolte nella produzione di carburanti green. L’evento si concluderà il 24 giugno a Bruxelles, con un appuntamento in cui verranno consegnate alla presidente von der Leyen e agli esponenti della Commissione le richieste formali del settore.

L’iniziativa ha messo insieme nomi importanti come Enilive, Iveco, Bmw e Bosch, oltre ad associazioni come Anfia e Unem. Questi soggetti insistono sul valore pratico dei biocarburanti come soluzione alternativa e immediatamente disponibile al 100% elettrico, su cui si basa la strategia europea fino al 2035.

Gianni Murano, presidente di Unem, ha ricordato che la battaglia per i carburanti green non è finita e che iniziative come questa rafforzano la rappresentanza del settore nei luoghi decisionali. Roberto Vavassori, presidente di Anfia, ha invece sottolineato come serva un maggior coordinamento degli Stati membri. Questo sarebbe necessario per rafforzare il ruolo negoziale dell’Italia e condizionare le scelte del Consiglio UE verso un riconoscimento più ampio dei biocarburanti nella transizione.

Una mobilitazione che fa capire come il settore automotive europeo non accetterà passivamente decisioni che potrebbero compromettere sia l’occupazione che la posizione industriale in un momento di grandi cambiamenti e tensioni geopolitiche.