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Tassazione su cessione dei calciatori: la corte di cassazione conferma applicazione di ires e irap per i club di serie a

La Corte di Cassazione stabilisce che le cessioni di calciatori sono soggette a tassazione Ires e Irap, influenzando la gestione fiscale e contabile dei club di Serie A.

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La Corte di cassazione ha stabilito che le plusvalenze derivanti dalla cessione dei calciatori sono soggette sia a Ires che a Irap, riconoscendo i giocatori come beni strumentali nelle società sportive e modificando la gestione fiscale e contabile dei club di Serie A. - Unita.tv

La cessione di un calciatore tra società di calcio implica un aspetto fiscale che spesso genera dubbi e controversie. La Corte di cassazione, con la sentenza numero 8724 del 2 aprile 2025, ha chiarito che gli importi derivanti dalla compravendita dei calciatori sono soggetti non solo all’Ires, ma anche all’Irap. Questa decisione ha fatto discutere, in particolare tra i club di Serie A coinvolti. Ecco come si articola la questione dal punto di vista fiscale e societario.

La cessione dei calciatori sotto la lente del fisco

La Corte di cassazione ha stabilito che il trasferimento di un calciatore costituisce un’operazione assimilabile alla cessione di un’immobilizzazione materiale da parte di un’impresa. Questo significa che i proventi, sia in caso di plusvalenze che di minusvalenze, devono essere tassati non solo con l’Ires , ma anche con l’Irap . La sentenza è scaturita da una disputa tra l’Agenzia delle Entrate e un club di Serie A che, durante una transazione da oltre 40 milioni di euro, aveva omesso di versare l’Irap sulle plusvalenze realizzate.

Le somme derivanti dalla compravendita di un calciatore non possono essere considerate come proventi straordinari o contrattuali fuori dall’ordinaria attività. La Corte ha osservato che, in termini giuridici ed economici, l’atleta rappresenta un bene strumentale della società sportiva che contribuisce alla sua attività produttiva. Pertanto, come ogni immobilizzazione materiale che può generare utili o perdite, anche il valore del calciatore al momento della cessione rientra nel calcolo delle tasse. Ciò chiarisce un punto spesso contestato nella gestione fiscale dei club di calcio.

Il caso della plusvalenza da 40 milioni

Il caso specifico che ha portato alla sentenza riguarda una società della massima serie italiana. Questa aveva ceduto un calciatore realizzando una plusvalenza di circa 40 milioni di euro, ma aveva omesso di pagare l’Irap relativa a quell’importo. L’Agenzia delle Entrate ha quindi notificato alla società la richiesta di recupero dell’imposta non versata. Il club ha contestato la richiesta sostenendo che la cessione del calciatore non fosse assimilabile alla vendita di un bene strumentale, bensì una semplice operazione contrattuale straordinaria, al di fuori dell’assoggettamento a Irap.

Come si è sviluppato il contenzioso tra club serie a e agenzia delle entrate

In un primo momento la sentenza di primo grado sembrava dare ragione alla squadra, confermando che il ricavato non andava tassato con l’Irap. Ma il processo non si è fermato qui. Al secondo grado la sentenza è cambiata nettamente, accogliendo le ragioni del fisco: la cessione dei calciatori, anche con plusvalenze elevate, rientra nel campo di applicazione dell’Irap. Questo ha ripercussioni significative sui bilanci delle società sportive, che dovranno contabilizzare diversamente questi ricavi e gestire la fiscalità in modo più rigoroso.

Implicazioni contabili della sentenza per i club di calcio

Dagli orientamenti della Corte di cassazione emerge che la contabilizzazione dei proventi della cessione dei calciatori deve seguire regole precise. Non vanno più inseriti come “proventi straordinari”, una voce spesso utilizzata per isolare ricavi eccezionali e quindi con un trattamento fiscale differenziato. Il trasferimento degli atleti deve figurare come “Altri ricavi e proventi” nella voce A5 del conto economico della società.

Cambiamenti nei bilanci e tassazione

Questo implica un cambiamento sostanziale nella gestione dei bilanci dei club. La natura strumentale del calciatore è ora riconosciuta anche al livello fiscale e contabile, portando a una tassazione più articolata e rigorosa. Le plusvalenze ottenute dalle cessioni diventano parte integrante dei ricavi operativi della società, con conseguenze sulla determinazione del reddito imponibile e sull’ammontare complessivo delle imposte da versare. In questo modo, anche le minusvalenze subite dalle società avranno un impatto diretto sul bilancio fiscale.

Rilievo economico e giuridico della sentenza nel calcio professionistico

La decisione della Corte di cassazione definisce con chiarezza un aspetto fiscale che, fino ad ora, aveva creato incertezze tra gli addetti ai lavori. In ambito calcistico, i giocatori rappresentano un capitale fondamentale per le società, e la gestione delle compravendite ha un peso significativo sulle finanze dei club. La conferma dell’applicazione di Ires e Irap in queste operazioni spinge i club a pianificare con maggiore attenzione ogni trasferimento e valore economico attribuito ai calciatori.

La sentenza sottolinea come le attività sportive non siano separate dal normale regime fiscale delle imprese, ma siano soggette alle medesime regole in fatto di tassazione dei beni materiali e immateriali. La valutazione economica dei giocatori non è più solo una questione sportiva o contrattuale, ma un elemento centrale per il bilancio e la fiscalità delle società calcistiche di alto livello. Questo orientamento potrebbe incidere in futuro anche su come si negoziano contratti e diritti economici relativi agli atleti professionisti.