Studio Ifom conferma che la dieta mima digiuno migliora l’efficacia della chemioterapia nel tumore al seno

La ricerca dell’istituto di oncologia molecolare Ifom evidenzia come la dieta mima digiuno possa migliorare l’efficacia della chemioterapia nel trattamento del tumore al seno, aumentando le possibilità di remissione.
Uno studio Ifom-Airc evidenzia che la dieta mima digiuno, riducendo proteine e carboidrati, migliora l’efficacia della chemioterapia nel tumore al seno, favorendo la remissione e aprendo nuove prospettive terapeutiche. - Unita.tv

La ricerca recente condotta dall’istituto di oncologia molecolare Ifom dell’Airc ha evidenziato un legame concreto tra la dieta mima digiuno e il miglioramento delle terapie antitumorali. Lo studio si concentra sull’impatto diretto che la giusta alimentazione può avere non solo sulla salute generale, ma anche sull’efficacia di cure specifiche come la chemioterapia, soprattutto nel tumore al seno. Questo lavoro scientifico suggerisce come adattare la dieta in fase di terapia possa incidere sulle percentuali di guarigione delle pazienti.

Il ruolo della dieta mima digiuno nella lotta contro il tumore al seno

La dieta mima digiuno si caratterizza per un basso apporto di proteine e carboidrati. In particolare, lo studio Ifom ha mostrato che questo regime alimentare può valorizzare gli effetti della chemioterapia, aumentando la possibilità di successo contro il tumore al seno triplo negativo in fase iniziale. Questo tipo di tumore è tra i più difficili da trattare, visto che non risponde alle terapie ormonali tradizionali. Claudio Vernieri, co-autore dello studio e medico, ha riportato che “i dati raccolti danno speranze concrete per un percorso terapeutico più efficace, offrendo risultati incoraggianti in termini di remissione.”

Le proprietà della dieta mima digiuno si devono al contenuto limitato di nutrienti che rallentano la capacità delle cellule tumorali di crescere e moltiplicarsi. L’alimentazione, dunque, agisce in sinergia con i farmaci, creando un ambiente meno favorevole per il tumore e più utile per il sistema immunitario nel riconoscere e attaccare le cellule malate.

Come è stato condotto lo studio e i risultati ottenuti

La sperimentazione ha coinvolto trenta donne con tumore al seno, sottoposte a un trattamento combinato di chemioterapia insieme alla dieta mima digiuno. I risultati hanno registrato una risposta significativa in quasi il 60% dei casi, con la scomparsa completa delle cellule tumorali. Questi dati rappresentano un punto di svolta, considerando che una tecnica alimentare può supportare una terapia medica dando una seconda chance alle pazienti.

La ricerca ha monitorato inoltre l’attività metabolica delle cellule tumorali, rilevando una riduzione nell’uso del glucosio come fonte di energia. Questo fenomeno è importante perché il glucosio facilita la moltiplicazione delle cellule malate e ostacola l’efficacia del sistema immunitario. La diminuzione di questa risorsa vitale per il tumore sembra quindi un meccanismo chiave con cui la dieta mima digiuno supporta il trattamento oncologico.

Cosa prevede la dieta mima digiuno e chi è il suo ideatore

La dieta mima digiuno è stata sviluppata dal medico Valter Longo, specialista in nutrizione e longevità riconosciuto a livello mondiale. La sua formula prevede un’assunzione giornaliera di proteine pari a 0,8 grammi per ogni chilo del peso corporeo della persona. Un dato che si discosta dalle abitudini di molti, in particolare degli sportivi, che arrivano a consumare fino a 1,7 grammi per chilo.

L’obiettivo di Longo è ridurre le proteine per favorire l’attivazione dell’apoptosi, cioè il processo naturale di autodistruzione delle cellule danneggiate, che altrimenti sopravvivono e rischiano di trasformarsi in tumori. Le proteine in eccesso possono bloccare questo meccanismo, proteggendo le cellule alterate proprio come fanno certi farmaci antitumorali. Questa spiegazione chiarisce perché un apporto proteico contenuto oggi è visto come un metodo preventivo e persino curativo.

Longo suggerisce un’alimentazione ricca di pesce, da consumare tre o quattro volte a settimana, e un’abbondante presenza di legumi. Questi elementi sono considerati fondamentali per equilibrare i nutrienti, sempre variando i cibi per limitare il rischio di accumulo di sostanze tossiche dovute all’inquinamento ambientale.

Prospettive future e ampliamento delle sperimentazioni

La ricerca Ifom rappresenta solo una prima tappa di un lavoro più ampio che ha ricevuto attenzione dalla comunità scientifica. Sono già state annunciate nuove sperimentazioni con un aumento significativo del numero di pazienti coinvolti.

L’intenzione è confermare su scala estesa l’effetto della dieta mima digiuno nel migliorare le probabilità di guarigione e ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia. Se i risultati si manterranno validi, questo approccio potrebbe diventare parte integrante del protocollo terapeutico per diversi tipi di tumore, non solo il carcinoma mammario.

Lo studio segnala con chiarezza che il modo in cui si alimenta un paziente oncologico può incidere sul successo del trattamento. Lo sfruttamento di regimi alimentari specifici, ben calibrati e controllati da esperti, apre una nuova strada nelle strategie contro il cancro.