Stop all’abolizione dell’esenzione iva per i pacchi low cost da paesi extra Ue: cosa cambia
La proposta della Commissione europea di abolire l’esenzione IVA per le importazioni sotto 150 euro è stata bloccata a Bruxelles, sollevando preoccupazioni su evasione fiscale e sicurezza dei consumatori.

La proposta della Commissione europea di eliminare l’esenzione IVA sulle importazioni sotto i 150 euro è stata bloccata dai ministri a Bruxelles, nonostante i rischi per la sicurezza dei consumatori e le pratiche di evasione fiscale da parte di piattaforme online. - Unita.tv
La proposta della Commissione europea di eliminare l’esenzione iva sulle merci importate con valore inferiore a 150 euro ha subito una battuta d’arresto durante l’ultimo incontro dei ministri a Bruxelles. In gioco ci sono non solo le entrate fiscali degli stati membri, ma anche la sicurezza dei consumatori e il contrasto a pratiche di dichiarazioni false da parte di piattaforme online come Shein e Temu. L’origine della questione risale a febbraio 2025, quando la Commissione aveva ipotizzato una revisione delle regole per frenare l’importazione di merci di piccolo valore che aggirano il pagamento delle imposte.
La crescita esponenziale delle importazioni a basso costo dai paesi asiatici
Negli ultimi anni le importazioni di pacchi con valore sotto i 150 euro, provenienti soprattutto dall’Asia, sono aumentate considerevolmente. Nel 2024 sono passate da circa 4,6 miliardi di prodotti dichiarati sotto soglia, quasi 12 milioni di spedizioni giornaliere, a valori raddoppiati rispetto all’anno precedente. Questo boom riguarda anche venditori noti come Shein, Temu e Aliexpress, che offrono articoli con prezzi irrisori e una forte presenza nel mercato europeo. Tuttavia, questa crescita non si limita a un fenomeno commerciale ma comprende un serio problema riguardo alla sicurezza dei consumatori, con prodotti che spesso non rispettano gli standard imposti dall’Unione europea. Ad esempio, casi come abiti contaminate con metalli pesanti dimostrano che molte merci entrano senza controlli sufficienti.
Le dogane e la gestione delle spedizioni massive
Le dogane europee si trovano quindi a gestire un volume enorme di spedizioni, con difficoltà a verificare il rispetto delle normative. L’esenzione iva per i pacchi sotto i 150 euro è diventata un elemento critico che ha favorito, di fatto, un flusso di importazioni poco controllate e non tassate sufficientemente.
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Le strategie di evasione fiscale e le false dichiarazioni sulle importazioni
Un aspetto rilevante riguarda i metodi usati da molte piattaforme per evitare il pagamento dell’iva e delle imposte doganali. Diverse aziende dichiarano falsamente un valore di acquisto inferiore alla soglia di 150 euro, così da far passare le spedizioni senza ulteriori controlli. Alcuni venditori vanno oltre e suddividono una singola spedizione in più pacchi, ognuno con valore basso, pur destinati allo stesso destinatario. Questa pratica, spesso difficile da smascherare per la mole di controlli da effettuare, impedisce di fatto il corretto accertamento fiscale. Il risultato è un sistema che penalizza le imprese europee, obbligate a rispettare regole più rigide e tasse più alte.
L’Unione europea ha da tempo messo l’accento su queste pratiche, denunciate più volte nelle sedi ufficiali. Non a caso, la proposta di eliminare l’esenzione iva puntava anche a togliere vantaggi a queste piattaforme che, soprattutto cinesi, godono di una concorrenza sleale.
L’opposizione dei ministri a Bruxelles blocca la proposta di abolizione
Nel corso della riunione a Bruxelles del 2025, il pacchetto di proposte avanzate dalla Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha subito un netto rifiuto da parte della maggioranza dei ministri presenti. Questo stop ha segnato un rallentamento nel percorso di riforma fiscale previsto per contrastare le frodi e garantire maggiore equità nel sistema. Diversi paesi, inclusi quelli con economie maggiori, hanno espresso perplessità sul superamento dell’esenzione e sulle relative modalità di controllo.
Nonostante questa decisione, il tema resta al centro del dibattito. Il volume delle merci importate sotto soglia continua a crescere pagando poche tasse, mentre i rischi per i consumatori permangono. L’iter per una revisione si profila così più lungo e complesso, con possibilità di nuove proposte in futuro.
La posizione favorevole di italia e francia
In contrapposizione al no prevalente, Italia e Francia hanno presentato posizioni favorevoli all’abolizione dell’esenzione iva sui pacchi low cost. Lo scorso maggio, durante il consiglio Ecofin a Bruxelles, i rappresentanti di Roma e Parigi hanno ribadito la necessità di intervenire per fermare il fenomeno legato alle importazioni sottocosto e più in generale per riformare la fiscalità europea. Anche Spagna e Irlanda hanno partecipato al confronto, discutendo una riforma fiscale europea più ampia.
Questa posizione comune ha segnato un segnale importante a favore delle modifiche proposte da von der Leyen. Italia e Francia, tra le principali economie dell’Unione europea, indicano un possibile cambio di rotta nel prossimo futuro se verranno costruiti accordi più allargati. La questione resterà però delicata per la complessità degli interessi in gioco e per le implicazioni sul mercato europeo delle vendite online.
Lo scenario attuale e le prossime mosse
Con il no attuale si confermano però le regole vigenti, lasciando inalterata una situazione che favorisce le piattaforme con spedizioni low cost dal di fuori della Ue senza tassazione adeguata e con rischi per la qualità e la sicurezza dei prodotti. Le prossime mosse delle istituzioni europee saranno decisive per affrontare questa sfida, attestata da una forte crescita delle importazioni e controllo ancora facile da aggirare.