Silvia Sardone vicesegretaria lega, focus su periferie multietniche e rischio islamizzazione in Italia
Silvia Sardone, nuova vicesegretaria della Lega, si concentra su sicurezza e immigrazione nelle periferie italiane, criticando l’amministrazione di Beppe Sala e affrontando il rischio di islamizzazione.

Silvia Sardone, nuova vicesegretaria della Lega, si concentra sulle periferie italiane, puntando su sicurezza, immigrazione e il rischio di islamizzazione, difendendo un modello di integrazione e identità locali. - Unita.tv
Silvia Sardone ha recentemente ottenuto il ruolo di vicesegretaria della Lega durante una nuova fase politica del partito. In un’intervista rilasciata a La Verità, l’eurodeputata ha spiegato le ragioni che guideranno la sua azione politica nei prossimi mesi, con particolare attenzione alle periferie delle grandi città italiane e a quello che definisce il pericolo dell’islamizzazione dell’Occidente. Sardone sottolinea il peso delle sfide sociali e culturali di questi quartieri, mettendo in luce diverse criticità legate all’immigrazione e alla sicurezza urbana.
Il percorso di silvia sardone nella lega e la sua scelta di restare vicino alle periferie di milano
Silvia Sardone è diventata vicesegretaria della Lega mantenendo salda la sua identità politica e sociale. Nota per essere la seconda eurodeputata più votata dopo Alberto Vannacci, ha sempre portato avanti una linea dura su temi come sicurezza e immigrazione. Nonostante la nuova carica, Sardone ha voluto far sapere che resterà a vivere “in fondo a via Padova”, un quartiere nel cuore di Milano. Questo è un punto importante per lei perché rappresenta un’area multietnica, spesso segnata da problemi sociali e da un modello di integrazione che, a suo avviso, non ha funzionato.
Nel suo intervento, Sardone critica apertamente l’amministrazione milanese guidata dal sindaco Beppe Sala. Secondo lei, Sala non ha una reale consapevolezza delle difficoltà delle periferie. Sardone ironizza dicendo che il sindaco “pensa che per entrare in questi quartieri serva il passaporto”, sottolineando come la sinistra abbia fallito nel sostenere i residenti italiani e gli stranieri che lavorano onestamente.
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Questa scelta di restare vicino alle periferie è una dichiarazione di intenti molto chiara. Vuole mantenere un rapporto diretto con quei territori dove si concentrano molte delle emergenze sociali e politiche che la Lega, con il suo programma, vuole affrontare. La presenza fisica del vicesegretario in un quartiere problematico della sua città rimarca il suo impegno su questi temi.
Sicurezza, immigrazione e periferie: le priorità della vicesegretaria lega
Silvia Sardone ha ammesso di non conoscere ancora i dettagli sulle deleghe che Matteo Salvini intende assegnare ai nuovi vicesegretari, ma ha confermato che proseguirà con battaglie precise. L’accento viene posto sulle questioni della sicurezza e dell’immigrazione, argomenti tradizionalmente al centro del discorso della Lega. Sardone sostiene che oggi il suo partito è l’unico che si occupa seriamente delle zone periferiche più degradate.
Questa dichiarazione è accompagnata da un quadro critico dell’Europa e della sua politica. Sardone definisce la Lega come “l’unica vera opposizione alla maggioranza di Ursula von der Leyen” in Europa. Lo fa richiamando la contrapposizione che la Lega ha mantenuto in particolare sui temi ambientali, mostrando insofferenza verso le strategie green legislative, ritenute “sbagliate” e lontane dalle realtà territoriali italiane.
Con questo discorso, Sardone precisa la sua linea politica anche a livello europeo: difendere la sicurezza e sostenere un modello di cittadinanza che, secondo lei, salvaguardi le identità locali e impedisca derive pericolose. Il suo ruolo appare dunque orientato a monitorare da vicino le periferie e le dinamiche migratorie, cercando di rafforzare la posizione della Lega su questi temi.
Il rischio islamizzazione: la principale battaglia di sardone nelle periferie italiane
La questione più stringente per Sardone è il rischio che ha definito come “islamizzazione” delle periferie italiane. L’eurodeputata esprime da subito una grande preoccupazione per lo stato della società italiana, che secondo lei resta “fragile” davanti alla presenza di alcune comunità che si mostrano poco interessate ad integrarsi. Sardone non risparmia parole dure, segnando una netta distanza da certi modelli culturali e sociali che considera incompatibili con i valori democratici italiani.
La sua preoccupazione si basa sulla convinzione che alcune realtà etniche contribuiscono a un aumento delle tensioni sociali, con conseguenze che potrebbero ledere i diritti e le libertà conquistate negli ultimi decenni. Non a caso, parla di “battaglia di libertà” e si dichiara pronta a difendere il “modello democratico” italiano da fenomeni che, a suo giudizio, mettono a repentaglio l’equilibrio del tessuto sociale.
Il tema dell’integrazione al centro del discorso
Il tema dell’integrazione resta al centro di questo discorso. Sardone ribadisce che certi gruppi preferiscono mantenere un isolamento culturale, generando situationi di conflitto e degrado. Per lei è fondamentale agire su questi problemi nelle periferie, dove queste dinamiche si fanno più evidenti. La preoccupazione di Sardone si accompagna all’emergere di una politica italiana che, con la Lega in prima linea, vuole recuperare controllo e ordine su queste aree urbane.
La sua posizione su questo argomento ha incontrato anche critiche e dibattiti, segnando comunque un punto di riferimento per chi segue i problemi dell’immigrazione e della sicurezza urbana in Italia. Nei prossimi mesi, Sardone sarà una figura chiave nei confronti di queste tematiche.