Home Siemens Healthineers e isa-aii: emerge un basso livello di consapevolezza sull’ictus tra cittadini di Italia e Spagna

Siemens Healthineers e isa-aii: emerge un basso livello di consapevolezza sull’ictus tra cittadini di Italia e Spagna

Un’indagine di Siemens Healthineers e ISA-AII rivela che solo un terzo degli italiani e spagnoli è informato sui rischi e sintomi dell’ictus, evidenziando la necessità di migliorare la consapevolezza pubblica.

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Il barometro sociale di Siemens Healthineers e Italian Stroke Association evidenzia la scarsa consapevolezza su ictus in Italia e Spagna, sottolineando l’urgenza di migliorare informazione e prevenzione per ridurre l’impatto della malattia in Europa. - Unita.tv

Il recente barometro sociale realizzato da Siemens Healthineers e la Italian Stroke Association misura la conoscenza pubblica sull’ictus cerebrale tra italiani e spagnoli. Questo studio rivela l’ampiezza del problema e la necessità urgente di migliorare la comunicazione sui rischi e i sintomi di questa patologia, che resta tra le principali cause di disabilità e mortalità in Europa.

L’ictus cerebrale: un problema di salute pubblica ancora poco noto

L’ictus continua a rappresentare una delle principali emergenze sanitarie in Europa, subito dopo cancro e Alzheimer. Ogni anno più di 1,1 milioni di persone subiscono un ictus, con una crescita prevista di almeno il 30% entro il 2030. Molti di questi pazienti, circa 10 milioni, convivono con le conseguenze a lungo termine, che richiedono cure e supporto continui. I costi legati all’ictus, a carico dei servizi sanitari pubblici, sfiorano gli 86 miliardi di euro all’anno, una cifra destinata a salire nei prossimi anni.

Il peso sociale è enorme, sia sulle famiglie, sia sulle strutture sanitarie, per questo conoscere e riconoscere tempestivamente l’ictus diventa cruciale. L’ictus è causato da un’interruzione del flusso sanguigno al cervello che, se non trattata rapidamente, può causare danni permanenti. Nonostante l’impatto di questa malattia, il livello di attenzione tra la popolazione resta insufficiente rispetto alla sua gravità.

Sintomi e rischi poco conosciuti

Il livello di conoscenza non è solo limitato ai numeri ma si riflette anche nella difficoltà di riconoscere i sintomi essenziali e i fattori di rischio associati.

Risultati del barometro: la consapevolezza sull’ictus rimane bassa

L’indagine condotta da Siemens Healthineers insieme a ISA-AII ha rilevato che solo un italiano o spagnolo su tre si sente adeguatamente informato sull’ictus. La conoscenza specifica dei sintomi è ancora più limitata: meno del 30% dichiara di saperli riconoscere con precisione anche se, naturalmente, questa percentuale cresce tra chi ha avuto contatti diretti con casi di ictus in famiglia.

I sintomi sono spesso noti solo in parte. I segnali più evidenti come difficoltà nella comunicazione, confusione mentale e perdita di equilibrio sono conosciuti da circa metà degli intervistati. Solo il 15% conosce e usa il protocollo FAST, sistema rapido per individuare i segni di ictus: detta così la fetta sembra davvero piccola a fronte di una malattia che richiede interventi tempestivi.

Quanto ai fattori di rischio, ipertensione, fumo e sedentarietà sono riconosciuti dalla maggioranza, circa il 64%. Ma sorprende che solo una minima parte, il 10%, si ritenga personalmente a rischio. Questo scollamento tra conoscenza teorica e percezione reale del rischio impedisce azioni preventive importanti nella vita quotidiana.

Interventi e strategie possibili per aumentare la consapevolezza sul territorio

Frederico Pasquarelli, responsabile del dipartimento Advanced Therapies di Siemens in Europa, ha definito i risultati “un campanello d’allarme”. L’ictus è ancora una malattia temuta ma poco conosciuta, e il barometro deve servire per colmare questo vuoto informativo. La consapevolezza può guidare cure più tempestive e personalizzate. Siemens punta a un modello di assistenza che parta dall’educazione pubblica e sfrutti nuove tecnologie per migliorare diagnosi e trattamenti.

Questo approccio multidimensionale mira a uscire da vecchi schemi che spesso ritardano l’intervento medico. Investire sull’informazione e aggiornare i cittadini sulle misure preventive e i segnali d’allarme può salvare vite. La diffusione di materiali educativi chiari e accessibili su larga scala rappresenta una delle prime mosse da compiere.

Il ruolo dell’isa-aii nell’informazione tempestiva

Paola Santalucia, presidente dell’ISA-AII, ha sottolineato il ruolo fondamentale della tempestività nell’intervento medico, che può limitare fortemente la disabilità causata dall’ictus. Il barometro conferma che con il giusto sostegno informativo, tutti potrebbero imparare a riconoscere i sintomi principali e a reagire velocemente chiamando i soccorsi.

Far arrivare questo messaggio a tutti, senza esclusioni generazionali o sociali, resta una sfida aperta. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero raggiungere soprattutto chi rischia di sottovalutare i segnali di allarme o non si sente coinvolto personalmente, gruppi dove il consenso attivo ancora manca.

La strada verso un’educazione sanitaria efficace sul tema ictus

La consapevolezza pubblica sull’ictus non si ottiene solo con numeri e campagne occasionali. Serve un impegno continuativo alle scuole, nelle aziende, negli ambienti familiari, sostenuto da istituzioni locali e nazionali. Ogni persona deve sapere quali comportamenti adottare per riconoscere i sintomi ed eliminare il ritardo nelle chiamate ai servizi sanitari.

Le tecnologie messe a punto da aziende come Siemens Healthineers potrebbero fornire un supporto concreto: sistemi di diagnosi rapida e trattamenti più precisi e personalizzati vanno infatti affiancati da un’informazione che renda i cittadini protagonisti nella tutela della propria salute.

L’analisi dei dati raccolti dal barometro conferma che tante persone conoscono solo superficialmente i pericoli legati all’ictus e come di solito non venga data la necessaria importanza ai rischi personali. Questo diventa un problema grave soprattutto perché l’ictus si può prevenire e curare efficacemente se individuato in tempo.

Prossimi passi e sviluppo dell’informazione

I prossimi passi sul fronte informazione riguardano l’ampliamento degli studi simili e la diffusione di messaggi precisi, semplici e concreti che aiutino ogni individuo a misurare davvero la propria esposizione al rischio. Lo sappiamo: la strada è lunga ma il primo passo importante è riconoscere che ancora manca conoscenza su una malattia che colpisce una persona su cento ogni anno in Europa.