scomparsa di clara rossignoli a legnago, procura indaga per istigazione al suicidio con molti dubbi irrisolti

La scomparsa di Clara Rossignoli, 79 anni, da Legnago solleva interrogativi. La procura di Verona indaga su un possibile suicidio, ma la famiglia esclude questa ipotesi e chiede chiarezza.
Clara Rossignoli, 79 anni, è scomparsa da Legnago da quasi un mese in circostanze misteriose: il suo telefono si è spento vicino a un argine del fiume, mentre un profilo Facebook sospetto complica le indagini. La procura di Verona indaga per istigazione al suicidio, ma la famiglia esclude questa ipotesi e chiede chiarezza. - Unita.tv

Negli ultimi giorni il caso di clara rossignoli, donna di 79 anni scomparsa da Legnago ormai da quasi un mese, sta sollevando nuove perplessità e questioni senza risposta. Il cellulare di clara si è spento misteriosamente il 12 aprile e da allora nessuno ha più avuto contatti con lei. La procura di Verona ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, ma per i familiari resta un enigma. Emergenza e mistero si intrecciano, mentre spuntano dettagli controversi legati a un profilo social e a movimenti sospetti nelle ultime ore prima della sparizione.

La scomparsa e il mistero del telefono spento

Clara rossignoli è stata vista per l’ultima volta l’11 aprile a Legnago, non facendo mai più ritorno a casa. Il giorno seguente, il 12 aprile, il suo cellulare ha smesso di dare segnale. Secondo le rilevazioni tecniche, l’ultimo aggancio della cella è stato registrato sulla sponda dell’argine del fiume tra Canove di Legnago e Terrazzo, località poco distante dal centro abitato. È inquietante che il segnale telefonico sia stato captato alle due e venti di notte, un orario inusuale per una donna della sua età e abitudini. Da quel momento, le ricerche non hanno portato a nessun risultato concreto. I parenti di clara si domandano chi l’abbia condotta in quella zona e se fosse da sola, oppure accompagnata. Non è ancora chiaro come e perché il telefono si sia spento definitivamente da quella notte. Le risposte a questi interrogativi rappresentano tappe fondamentali per chiarire la natura della sua scomparsa.

La procura indaga, ma i familiari dubitano dell’ipotesi suicidio

La procura di Verona ha attivato un’indagine per istigazione al suicidio. Questo interesse si basa su qualche elemento sospetto e sull’improvvisa sparizione. Però, gli affetti più stretti di clara sembrano scettici davanti a questa pista. I nipoti, intervistati dalle testate locali come Telearena, descrivono clara come una donna socievole e generosa, mai propensa a gesti estremi. Era solita frequentare un bar di Legnago, dove passava gran parte della giornata chiacchierando e godendosi la compagnia degli altri avventori. Non avrebbe mai intenzionalmente abbandonato le sue persone care lasciandole con un vuoto così profondo. Le sue abitudini quotidiane, consolidate negli anni, sembrano cozzare con l’ipotesi di un gesto volontario. La procura però mantiene il fascicolo aperto, in attesa di nuovi sviluppi e di trovare qualche indizio che aiuti a ricostruire cosa sia realmente accaduto.

Profilo facebook e post sospetti: chi ha creato l’account?

In queste settimane è saltata fuori un’anomalia riguardante il mondo digitale di clara. Il 5 febbraio scorso è stato aperto un profilo su Facebook intestato a lei. Il problema è che nessuno ha certezza che sia stata lei ad attivare quell’account. L’ipotesi è che qualcun altro abbia messo in piedi il profilo, pubblicando foto e link. Un’immagine ha attirato l’attenzione: mostra clara al bar seduta vicino a un uomo che viene indicato come “mio nipote”. In realtà si tratta di uno degli avventori abituali del locale, sconosciuto ai familiari. L’ultimo post risale al 5 aprile, appena pochi giorni prima della sparizione. Se fosse lei, significherebbe che poco prima di allontanarsi da casa ha continuato a frequentare la rete sociale, ma se è qualcun altro il dubbio si infittisce. Gli investigatori stanno approfondendo questa pista per capire chi possa avere interesse a mantenere in vita virtuale la figura di clara, a prescindere dalla sua presenza reale.

Le incongruenze negli orari e il mistero dell’argine del fiume

Il fatto che il telefono sia stato agganciato a un’antenna vicina all’argine del fiume spaventa. Quell’area è insolita per una persona anziana e non è chiaro per quale motivo clara si fosse spostata fino a lì in piena notte. Le verifiche puntano a ricostruire gli spostamenti della donna da quella serata, ma ogni traccia sembra svanire nel nulla. A quel punto della notte, in una zona poco abitata, non è escluso che ci siano stati incontri o eventi non documentati. I familiari sono determinati a scoprire se si sia trattato di un incidente, di un possibile allontanamento volontario sotto costrizione o di altro. La pagina televisiva “Chi l’ha visto?” ha reso pubblici nuovi documenti che portano a riflettere su molteplici aspetti ancora non chiari.

Reazioni della famiglia e chiamata a nuove piste investigative

La famiglia di clara rossignoli chiede che le indagini proseguano senza fretta, sollecitando chiarezza. Negano che ella possa aver scelto di togliersi la vita e chiedono che si considerino tutte le ipotesi rimaste aperte. Lo sconcerto cresce, perché non è arrivata nessuna testimonianza affidabile o segnale che spieghi il silenzio e l’assenza da giorni. Le autorità si stanno concentrando su ogni dettaglio emerso, dai messaggi sui social al percorso telefonico, cercando di ricostruire i suoi ultimi momenti. Il caso, ancora aperto, reclama risposte dopo quasi un mese di incertezza e ansia. Chiunque abbia informazioni utili è invitato a farsi avanti, per contribuire a dissipare un enigma che grava su Legnago e sulle persone che amavano clara.