Home Scade oggi il termine per gli alloggi post terremoto ai campi flegrei: numerose famiglie ancora senza soluzione

Scade oggi il termine per gli alloggi post terremoto ai campi flegrei: numerose famiglie ancora senza soluzione

La situazione nei Campi Flegrei è critica: famiglie sfollate rischiano di restare senza riparo mentre le strutture temporanee mostrano segni di degrado e il monitoraggio sismico è compromesso.

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I Campi Flegrei affrontano una grave emergenza abitativa e sismica dopo le scosse del 2024-2025, con famiglie sfollate in strutture precarie e difficoltà nel trovare alloggi stabili, mentre il monitoraggio vulcanico è compromesso da furti e vandalismi. - Unita.tv

Il territorio dei Campi Flegrei resta sotto pressione dopo l’ondata di scosse che ha colpito l’area nell’ultimo anno. Le autorità hanno imposto l’evacuazione di molte abitazioni per salvaguardare la sicurezza dei residenti, ma a un anno dal primo sisma importante la situazione abitativa rimane critica. Oggi, 20 maggio 2025, scade il termine ultimo per occupare le sistemazioni alternative messe a disposizione. Decine di famiglie rischiano di trovarsi senza un riparo stabile mentre gli interventi di recupero e ricostruzione sono ancora in alto mare.

L’urgenza di liberare gli alloggi temporanei dopo le scosse del 2024 e 2025

Il primo grave terremoto risale a un anno fa, con una scossa di magnitudo 4.4 che portò all’evacuazione di centinaia di residenti nei Comuni intorno ai Campi Flegrei. La tensione non si è mai placata: il 13 marzo scorso un sisma ancora più forte, di magnitudo 4.6, è stato il più intenso registrato in zona negli ultimi quarant’anni. A seguire, una settimana fa, un’altra scossa di magnitudo 4.4 ha confermato un quadro di instabilità preoccupante.

Le amministrazioni locali hanno disposto lo sgombero delle case giudicate pericolanti e organizzato rifugi temporanei nei quali ospitare le famiglie. Ma la situazione è degenerata sotto diversi aspetti. La struttura di Bagnoli che accoglie gli sfollati dall’ultima emergenza ha iniziato a mostrare segnali di decadimento, con crepe sulle pareti e calcinacci caduti. Chi vive lì ha denunciato il rischio che le condizioni della struttura possano peggiorare, mettendo a rischio chi vi ha trovato rifugio.

Difficoltà e rischi nelle strutture di accoglienza: testimonianze da bagnoli

Non sono mancate le testimonianze dirette di famiglie in apprensione. Serena, una degli sfollati, ha espresso il suo disagio: “le hanno comunicato che la struttura dove vive è ormai inagibile.” Ciò lascia migliaia di persone in sospeso, senza sapere dove andare. Alcune famiglie avevano scelto di rifugiarsi in quelle sedi proprio per timore del crollo delle loro abitazioni. Per esempio, pochi giorni fa a una ragazza di nome Teresa è crollato il soffitto mentre era in bagno, episodio grave che evidenzia lo stato precario degli alloggi.

La struttura di Bagnoli originariamente serviva a tutt’altro scopo: si trattava di una scuola trasformata in area di accoglienza. Nonostante le difficoltà progettuali, è stato necessario gestirla così, ma le crepe e le lesioni rendono il luogo rischioso per chi vi si trova. È un problema che si aggiunge a quello delle abitazioni originarie, di cui molte sono state dichiarate inagibili.

Il ruolo del contributo di autonoma sistemazione e i problemi sul territorio

Per accompagnare le famiglie sgomberate, il Comune di Bagnoli, tramite l’assessore al Welfare Luca Trapanese, ha esortato gli sfollati a utilizzare il contributo di autonoma sistemazione . Questa misura prevede un’indennità che permette agli interessati di affittare una casa in autonomia. Purtroppo, la realtà è più complessa: molti non riescono a trovare alloggi disponibili o accessibili senza garanzie lavorative.

Alcuni hanno perso il lavoro a causa del terremoto o sono disoccupati da tempo, circostanza che limita drasticamente le chance di trovare una sistemazione adatta. Queste difficoltà aggravano una crisi già pesante, lasciando molti senza un appoggio sicuro. Silvia Biondo, altra sfollata intervistata da Stylo24, ha raccontato di “aver cambiato tre strutture diverse. Ora attende risposte da parte delle istituzioni regionali e statali su quali saranno i prossimi passi.”

I furti di strumenti e il pericolo per il monitoraggio sismico ai campi flegrei

Lo stato di emergenza torna a farsi sentire anche dalla sfera del monitoraggio sismico. Nei giorni scorsi la stazione Pisciarelli, una delle fumarole più importanti nei Campi Flegrei, ha subito un furto tecnico che ha coinvolto cavi e batterie fondamentali per il funzionamento dei sensori gestiti dall’Ingv. Questi strumenti registrano dati sullo stato del vulcano e sui livelli di anidride carbonica emessa nella caldera.

Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Mauro Di Vito, ha confermato a Fanpage che “la stazione è rimasta ferma e non trasmette più dati fondamentali per il monitoraggio continuo.” Non è la prima volta che episodi simili avvengono nella zona. Nel passato sono stati rubati anche altri componenti e si sono verificate azioni di vandalismo lungo il golfo di Pozzuoli. Questi eventi mettono a rischio la possibilità di intervenire tempestivamente in caso di nuove attività sismiche o vulcaniche.

Abusi edilizi e controlli sulle abitazioni a rischio: appello della protezione civile

Nel frattempo, la protezione civile ha invitato i cittadini che abitano nei comuni della regione intorno ai Campi Flegrei a collaborare permettendo l’accesso per i controlli. La prevenzione passa anche da questo e senza collaborazione risulta difficile verificare la stabilità degli edifici. Gli abusi edilizi rappresentano un fattore complicante nel quadro attuale, creando zone meno sicure e rendendo più lento l’intervento delle istituzioni.

Le famiglie ancora nelle loro case e quelle evacuate attendono risposte, mentre la scadenza di oggi obbligherà a nuove decisioni sulla gestione degli sfollati. Il contrasto fra la paura del terremoto e le difficoltà delle strutture di emergenza rende questo momento delicato per i Campi Flegrei e la sua comunità.