Due ragazze al centro di aiuto allo studio cercano sostegno per un tema importante, una riflessione personale sulla felicità che si intreccia con la loro esperienza scolastica e le relazioni con gli altri. Il racconto si svolge tra ricordi d’infanzia e sfide dell’adolescenza, mettendo a fuoco il legame tra identità , inclusione e crescita emotiva.
L’arrivo al centro di aiuto e l’urgenza del tema da scrivere
Sara e Marim arrivano presto al centro per lo studio, impazienti di incontrare Valerio, la loro insegnante di riferimento. L’ufficio però non è ancora aperto e la segretaria le informa della situazione, ma loro insistono mostrando tutta la loro necessità pressante di iniziare subito. La tensione è palpabile, si comprende che il motivo della fretta è legato a un compito scolastico da completare.
Poco dopo Valerio fa il suo ingresso. La sua voce accoglie e lenisce l’attesa, mentre le due ragazze spiegano di aver bisogno di aiuto per un tema da scrivere. Sara appare agitata, Marim mantiene un tono più calmo ma tutte e due trasmettono l’importanza del compito. Valerio accetta la sfida con un sorriso e invita le ragazze a sedersi per iniziare insieme.
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Il tema sulla felicità : un argomento semplice o complesso?
Valerio chiede subito qual è l’argomento del tema e le due rispondono quasi all’unisono: la felicità . L’insegnante dice che dovrebbe essere un tema semplice, ma capisce presto la difficoltà delle ragazze nel gestire un argomento così ampio e sfaccettato. Sara chiarisce che non vogliono ragionare sulla felicità in senso generale, ma sulla felicità personale e sul ruolo degli altri nel loro cammino dall’infanzia all’adolescenza.
Il bisogno di trovare un filo conduttore nel proprio racconto emerge subito come la vera difficoltà . Valerio invita allora le ragazze a esplorare insieme la loro storia personale, partendo dalla scuola elementare, per scoprire tracce e momenti che hanno definito la loro idea di felicità .
L’infanzia e la scuola elementare: radici di relazioni e serenitÃ
Marim ricorda con tono sereno un periodo felice in elementari, dove l’amicizia e il senso di appartenenza alla classe bastavano per star bene. Sara racconta di essere cresciuta in Egitto, immersa negli amici del villaggio, un legame che ha contato molto per lei. Entrambe condividono l’idea che il rapporto con i compagni sia stato una base importante per sentirsi parte di qualcosa.
La semplicità e l’innocenza di quei primi anni a scuola rimangono un punto fermo nel loro racconto, un momento in cui la felicità si percepiva quasi senza doverla spiegare o cercare. Questo passaggio serve a Valerio come punto di partenza per approfondire le trasformazioni successive.
La transizione alle scuole medie tra accoglienza e difficoltÃ
Il passaggio alle medie segna i primi grandi cambiamenti. Sara racconta di essere venuta in Italia e di aver incontrato insegnanti e compagni di classe che l’hanno aiutata ad imparare la lingua e ad inserirsi. Il sostegno ricevuto ha reso possibile un nuovo inizio, in un contesto per lei estraneo ma accogliente.
Marim invece descrive un’esperienza più dura, fatta di differenze culturali evidenziate con continui sguardi e commenti, un modo per sottolineare la sua diversità . Non si tratta propriamente di bullismo, ma di ostilità velata che ha fatto riflettere sulla natura personale della felicità . Per lei, in quel momento, la felicità diventa qualcosa da conquistare da sola, senza doversi preoccupare delle critiche altrui.
L’adolescenza e la riflessione sul ruolo degli altri nella felicitÃ
La discussione si sposta poi sul periodo delle superiori. Marim sottolinea che la felicità si trasforma in un interrogativo costante, una domanda aperta verso cui non ha ancora una risposta definitiva. Alcune relazioni restano positive, altre no, e l’idea di felicità si fa più complessa e intima.
Sara invece pone l’accento sull’importanza di stare bene con gli altri per sentirsi felice. Racconta della famiglia affettuosa, delle esperienze con la squadra di pallavolo e della scuola scelta con cura. Per lei, la felicità mescola relazioni e soddisfazioni personali. Emergono però anche riflessioni più ampie: “non può essere felice pensando alle ingiustizie e alle sofferenze che colpiscono persone lontane da lei.”
Marim concorda sul peso delle difficoltà sociali e del senso di esclusione percepito tra i compagni. Entrambe mettono in luce come la presenza e il comportamento degli altri condizionino profondamente la loro ricerca di felicità .
Scrivere il tema come percorso di scoperta personale
Valerio guida le ragazze a concentrarsi sulla definizione personale di felicità , a rompere il tema in pezzi concreti e sentimenti autentici. Invita Sara e Marim a scrivere ciò che provano oggi, a raccontare momenti precisi e rapporti significativi, senza paura di esprimere dubbi o domande.
Le ragazze riconoscono nelle amiche un punto fondamentale, quelle compagne che hanno sostenuto e aiutato nei momenti difficili. Valerio insiste sul filo invisibile che lega tutte queste esperienze: la felicità è un quesito che attraversa il loro vissuto, evolve con loro e si nutre di incontri, conflitti e crescita interiore.
A quel punto, con il tema che prende forma, Valerio dà spazio alle ragazze telefonando alla scrittura libera. Il racconto si ferma qui, ma la sfida di raccontare la propria felicità continua, intrecciata alle storie di ognuna e alla complessità dell’adolescenza.