Tra le quinte di un teatro e le atmosfere cupe dei polizieschi anni ’70, Roberto Santarelli ha forgiato la propria svolta letteraria: dal copione teatrale al romanzo giallo, grazie all’ispirazione di cult come Mark il poliziotto e Roma a mano armata.
Nel 2018 pubblica Terrazza vista strada, dando vita al capitano Luigi “Gino” Simeoni, personaggio centrale della sua nuova serie. È sempre con Simeoni che, per l’editore S4M, esce Nata a Tokyo, morta a Palestrina: stanco di una vita al massimo come volontario nelle forze speciali dell’esercito italiano, il capitano sceglie l’Arma dei Carabinieri per una quotidianità più tranquilla.
Ma il suo primo caso si rivela da subito complesso e irto di ostacoli. Comandato nella piccola provincia di Senigallia, nelle Marche, Simeoni deve indagare su un duplice omicidio di due ragazzi giapponesi. Dall’Oriente, insieme al crimine, arriva anche l’agente speciale italo‑giapponese Lin Vitale, con cui il capitano instaurerà un rapporto che va oltre il solo ambito professionale.
Le indagini, partite dalle vie di Senigallia, si spostano poi in Giappone e in Croazia, per concludersi inaspettatamente a Palestrina.
Nel 2025 Santarelli torna in libreria con E se ti dicessi che mi piace uccidere? (S4M Edizioni). La vicenda si apre con il ritrovamento di un cadavere orrendamente mutilato che scuote la quiete di Senigallia. Nella piccola caserma dei Carabinieri, il capitano Luigi “Gino” Simeoni si trova alle prese con un mosaico di indizi apparentemente inconciliabili.
Al centro dell’indagine c’è Guglielmo Franceschini, in arte Gange, ex atleta di wrestling costretto a rinunciare al sogno sportivo per problemi fisici e poi rifugiatosi nella musica underground. Tra musica, tecnologia e superstizione, ogni protagonista segue un percorso apparentemente scollegato dagli altri… finché un fotografo freelance non rompe l’equilibrio, rivelando verità sconvolgenti.
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