L’interesse verso i pannelli solari da balcone cresce in molte città italiane, soprattutto in vista delle bollette sempre più care. Si tratta di un modo pratico per autoprodurre energia elettrica, riducendo le spese domestiche. Questo tipo di impianto sfrutta il luogo che spesso resta inutilizzato: il balcone. Ma quali sono le vere possibilità di risparmio? Quanto spazio serve e come si installano questi dispositivi? Tutto ciò è al centro di un fenomeno che si sta diffondendo in modo rapido.
Come funzionano i pannelli solari da balcone
Il principio alla base dei pannelli solari da balcone non è diverso da quello dei grandi impianti fotovoltaici installati sui tetti. La componente essenziale sono le celle in silicio, che captano la luce del sole. Queste celle trasformano la radiazione solare in energia elettrica attraverso un processo fotoelettrico. L’energia generata viene poi convogliata in un inverter che la trasforma in corrente utilizzabile in casa. Di solito, il sistema comprende anche una batteria d’accumulo che permette di conservare l’energia prodotta durante le ore di sole per utilizzarla quando necessario, anche di notte.
Questi impianti sono pensati per avere dimensioni ridotte, così da poter essere posizionati in spazi limitati come appunto i balconi o le terrazze. Nonostante la piccola scala, la tecnologia mantiene la stessa efficienza. Tuttavia, la quantità di energia prodotta varia molto in base all’esposizione solare del luogo e alla dimensione dell’impianto.
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Modalità di installazione e procedura burocratica
L’installazione di un pannello solare da balcone si può effettuare con kit “Plug&Play”, che consentono di agganciare facilmente il sistema alla rete elettrica domestica tramite una normale presa. Questi kit sono studiati per il fai da te, riducendo i tempi e i costi di montaggio. Nonostante ciò, dopo l’installazione è necessario informare il fornitore di energia. È prevista anche la comunicazione all’ENEA entro tre mesi dal termine dei lavori per usufruire di eventuali detrazioni fiscali.
Il costo d’acquisto dei pannelli varia tra 600 e 2.000 euro, a seconda del modello e della potenza, senza contare la manodopera. Grazie alle detrazioni Irpef che possono coprire fino al 50% delle spese, l’investimento risulta più accessibile. Il pagamento può essere inserito nella dichiarazione dei redditi.
Bisogna tener conto anche delle disposizioni locali per l’installazione. Se il balcone si trova in una zona non vincolata da restrizioni paesaggistiche o storiche, la normativa consente di procedere con “edilizia libera”. Al contrario, serve una SCIA . Nel caso di condominio, per evitare controversie legate all’aspetto estetico, spesso è richiesta una delibera che autorizzi il montaggio.
Spazio disponibile e potenza dei pannelli per il risparmio concreto
La quantità di energia che un impianto da balcone può fornire dipende da quanto spazio si riesce a occupare e dalla potenza dei singoli pannelli. Ad esempio, due pannelli da 350 watt ciascuno producono in media 800 kWh all’anno. Questo permette di risparmiare approssimativamente il 25% sulla bolletta dell’elettricità domestica. L’energia prodotta è sufficiente per alimentare apparecchi come frigoriferi o condizionatori in modo continuativo.
Per coprire il consumo medio annuo di una famiglia italiana, che si aggira intorno ai 2700 kWh, servirebbero circa otto pannelli da 400 watt. Per montare un impianto simile servono circa 25 metri quadrati di superficie esposta in modo ottimale. I pannelli si installano in posizione orizzontale sul parapetto o sul pavimento del balcone, in modo da sfruttare la luce solare diretta.
L’effettivo risparmio dipende dalla posizione geografica, dall’orientamento e dalle condizioni climatiche. Nel mezzogiorno d’italia la produzione è più alta rispetto al nord, per esempio. La presenza di ombre da edifici vicini può ridurre la resa. Tuttavia, anche con numeri contenuti, “il beneficio in bolletta si vede già al primo anno.”